Federer: "Il fisico c'è, ora è questione di fiducia"

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Federer: “Il fisico c’è, ora è questione di fiducia”

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TENNIS ATP MIAMI – Intervista a Roger Federer alla vigilia del suo debutto al Sony Open Tennis.

D. Hai iniziato la stagione e sei tornato numero 5 del ranking. Come ti fa sentire questo?
R. E’ bello ma sono più felice di essere di nuovo in forma, e di giocare un buon tennis. Questo poi porta a buoni risultati nel ranking. Ho giocato bene negli ultimi sette tornei. Ho iniziato alla fine dell’anno scorso, e ora ho ritrovato un buon livello, una buona forma. Ma come sai, devo continuare a lavorare duramente. E come se dovessi sempre ricominciare, ogni torneo riparte cancellando quello prima. Non mi comporto come se avessi il jolly per le semifinali o qualcosa del genere. Non esiste. Devo lavorare sodo e sperare di avere un altro torneo di successo qui a Miami.

D. Vorrei parlare un po’ della racchetta. Parlavo con Patrick McEnroe l’altro giorno e lui diceva che ha notato delle differenze importanti, un modo più semplice di dare potenza ai colpi. C’è voluto un po’ per abituarsi, ma crede che adesso ci siano dei cambiamenti. Ha fatto la differenza, o credi sia solo una questione mentale?
R. No, ovviamente devi essere sano per poter giocare un buon tennis ed essere in grado di colpire bene. Se non sei in grado di trovare la palla, allora non sei capace di colpire bene e allora la racchetta non fa differenza. Ho bisogno di velocità di gambe, e credo di averla ritrovata. Parlando della racchetta, è davvero eccitante. Sai è qualcosa di cui parlo da tanto tempo con la Wilson. Ho aspettato il momento giusto per provare, per cambiare, e vedere se funzionava o meno. Sono arrivato a questa fase l’anno scorso, soprattutto alla fine della stagione. Mi sono allenato tutto Dicembre con questa racchetta. E mi sono sentito davvero bene. La domanda è: Puoi riuscire a colpire, quando ne hai bisogno, non so, sul 4-4, 30 pari, al terzo set? In questi momenti non pensi alla racchetta. E questo è il mio caso. Come hai detto anche tu, sento di poter trovare potenza nei colpi in modo più semplice. In realtà è un grosso cambiamento, molto più grande di quanto le persone possano pensare, la testa della racchetta è più grande, ha un raggio più ampio, mi piace molto questa nuova racchetta. Credo sia parte del motivo per cui adesso gioco molto meglio.

D. Per quanto riguarda lo stile di gioco, attacchi un po’ di più a rete. Come ti sei adattato a questo? Fisicamente è più semplice o più difficile?
R. Credo che i campi su cui ho giocato quest’anno, i tornei in cui ho scelto di giocare siano abbastanza veloci. Brisbane non sapevo fosse così veloce. Lo era davvero. In Australia hanno velocizzato un po’ di più i campi, e questo rende più semplice attaccare a rete, hai dei benefici se ti muovi verso la rete. Vieni premiato da un gioco più aggressivo. Dubai è un posto storicamente veloce su cui giocare. Adesso Indian Wells è stato il primo torneo leggermente più lento. Qui a Miami credo sia la superficie più lenta. Quindi dovrò fare delle piccole modifiche. Ma penso sia più per le superfici che ho giocato più aggressivo. Anche se la scorsa settimana non sono riuscito ad andare a rete tutte le volte che avrei voluto. Questa è una cosa sulla quale devo lavorare, cioè di avere un gioco più aggressivo anche da fondo. Ma è una cosa sulla quale si deve lavorare con la stagione su terra alle porte.

D. Hai parlato di quanto stai giocando bene quest’anno e anche alla fine della passata stagione. Molti altri giocatori dicono lo stesso, come se fossi tornato il Federer dei vecchi tempi. Quanto credi di poter fare bene grazie al modo in cui stai giocando?
R. Beh credo che la fiducia a questo punto faccia la differenza, perché il mio corpo c’è. Ovviamente è sempre di aiuto poter fare dei carichi di allenamenti in cui ti alleni duramente, dove puoi provare a potenziarti, dove la tua resistenza migliora, e sai che hai fiducia, resistenza, esplosività. È il suo nome. La forza complessiva. Credo che alla fine questo porti ad avere fiducia alla maggior parte dei giocatori.

D. Parlando dello stato di forma, la mia domanda è su Juan Martin Del Potro. Sei preoccupato per il suo futuro? Quanto è importante agire in queste situazioni?
R. Sono dispiaciuto per lui, nel senso che spero che tutto vada bene e possa tornare presto. Questa è la terza settimana di seguito. Dubai, Indian Wells e Miami. Non è bello vedere queste cose. Credo che debba pensare bene a cosa voler fare da adesso, perché questa non è una cosa che vuoi continuare a fare (saltare i tornei). Bisogna scegliere se riposare o giocare con il dolore, o se il dolore è eccessivo non si ha altra scelta. Quindi spero che possa rimettersi presto. Gli auguro solo il meglio. Insomma in questa situazione la cosa buona è che è già passato da questo tipo di infortunio. Lui sa cosa deve fare. Deve solo essere forte mentalmente e ristabilirsi ma allo stesso tempo cercare di restare in forma. Gli auguro il meglio e spero di rivederlo presto nel tour.

D. So che aspetti il tuo terzo figlio. Ma non esattamente per quando.
R. Solo mia moglie lo sa (ride).

D. Potrebbe alterare o interessare il calendario che avevi già stabilito?
R. Vedremo. Non lo so. Ovviamente è la mia priorità. Essere li ed essere di supporto è stata l’esperienza più incredibile della mia vita quando sono nate Myla e Charlene. Per questo non me lo perderei per nulla al mondo. Dipende da come andranno le cose. Dopo tornerò nel tour a tempo debito. Lo scopriremo.

D. Adesso le tue bambine sanno cosa fa il loro papà?
R. Sì.

D. Che sei un tennista?
R. Non so se loro—non so se hanno un’idea precisa del mio lavoro, che vai e lavori per i soldi e questo tipo cose. Forse per loro è un concetto troppo profondo (ride). Ma capiscono che gioco molto a tennis (ride). Mi vedono sempre entrare ed uscire dalle stanza d’albergo per le partite e gli allenamenti, adesso capiscono la differenza. Lo sanno.

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