La parità fantasma del tennis in TV

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La parità fantasma del tennis in TV

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TENNIS E TV – A Miami solo 26 incontri femminili sono stati prodotti per la televisione contro i 71 del torneo maschile. Nell’epoca dei prize money equiparati e dei mezzi di comunicazione istantanei, restano alcune disparità del passato. 

Le distinzioni tra sport maschile e femminile saranno sempre oggetto di discussione; lo sono ancora di più oggi in un epoca in cui la politica dibatte sulle cosiddette “quote rosa” e dove le donne competono spesso (con successo) contro gli uomini per la carriera; il tennis rappresenta da sempre una conferma ma anche un’eccezione a questa regola.

Se da un lato la popolarità del tennis maschile ha sempre raggiunto picchi superiori a quello femminile, dall’altro è difficile trovare un altro sport che nella sua stagione regolare (quindi escludendo le Olimpiadi, evento completamente a sé stante) metta uomini e donne in competizione spesso sugli stessi grandi palcoscenici. I tornei dello Slam furono in questo senso una splendido esempio di lungimiranza e modernità sociale ben prima che queste battaglie per la parità tra generi fossero all’onore delle cronache.

Ciò che ha raggiunto la WTA in questo senso è stato davvero sorprendente, riuscendo non solo ad evitare lo scontro con l’ATP ma raggiungendo la parità non solo in termini economici, ma anche in termini di presenza nei grandi teatri del tennis, sui campi più prestigiosi del mondo.

Se si vuole trovare però un difetto a questa macchina pressoché perfetta, si può certamente dire che la gestione della produzione TV dei tornei del circuito delle Signore non è ancora all’altezza della controparte maschile. Un esempio clamoroso lo abbiano avuto questa settimana nel torneo di Miami, uno dei più importanti a livello mondiale.

Per capire però questo problema bisogna partire a monte: l’ATP ha fondato nel 2001 una società apposita per la gestione della produzione TV, l’ATP Media Tennis Properties che produce tutti i tornei ATP 1000, 500 e le ATP Finals. La produzione è quindi autonoma e permette con uno sforzo economico di 20 milioni di dollari l’anno, di poter poi vendere alle televisioni di tutto il globo la maggior parte dei match che contano.

La WTA ha scelto una strada diversa, commissionando il lavoro a una società esterna, la Perform. Nel caso dei tornei combined di alto livello come Miami però, è solo ATP Media a produrre i match che vediamo in TV. Non ci sono set di telecamere differenti per i 2 tornei. Il torneo stesso è obbligato a produrre 20 match femminili per contratto (il minimo per un Premier Mandatory) da vendere alla WTA per una cifra unica. Ciascun match che va oltre questi 20 deve essere pagato 8-9 mila dollari dalla Perform. In questo caso specifico i match trasmessi del torneo femminile sono stati 26, quindi 6 in più rispetto al contratto minimo.

Un numero misero se paragonato ai 71 match maschili prodotti e distribuiti in giro per il mondo. Ci si è quindi trovati di fronte a un paradosso: lunedì scorso un telespettatore ma anche un abbonato al servizio TennisTV poteva tranquillamente guardarsi il match tra Benjamin Becker e Aljaz Bedene sul Campo N.1, ma non poteva vedere i match a seguire sullo stesso campo con protagoniste Li Na e Agnieszka Radwanska, N.2 e N.3 del Ranking WTA. Questo ha scatenato le proteste degli appassionati sui social networks, Twitter in primis.

La Chief Executive della WTA Stacey Allaster. ha assicurato, non senza imbarazzo, che verrà posto rimedio a questo problema il prossimo anno perché un torneo come Miami non può rimanere al buio per giorni. Ha aggiunto anche che le proteste sono segno di grande interesse verso il prodotto.

Tutto vero anche se andrebbe considerato che spesso i primi turni dei tornei femminili, soprattutto di quelli con larghi tabelloni, offrono generalmente poche sorprese. Ciò non toglie che sia nell’interesse della WTA stessa fare in modo che questi squilibri smettano di esistere, dato che quando è arrivato il momento i grandi tornei hanno fatto il loro dovere offrendo pari dignità e valore, economico ma non solo, al tennis in rosa.

La parità vale in entrambe le direzioni, sia quando si tratta di ricevere, sia quando si tratta di dare. Non sempre il prodotto televisivo offerto dalla WTA si è rivelato pari a quello offerto dall’ATP, e sarà bene per loro spendere quei dollari necessari affinché quella del tennis, non resti solo una parità fantasma.

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