O Federer vince il primo Montecarlo o Wawrinka vince il primo Master 1000

Editoriali del Direttore

O Federer vince il primo Montecarlo o Wawrinka vince il primo Master 1000

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TENNIS ATP MASTER 1000 MONTECARLO – La prima finale tutta svizzera a livello di Masters 1000 è più aperta di quel che si crede leggendo il bilancio (13-1) favorevole a Federer. Deciderà la testa e la storia, eventuali complessi o la forma? Mandateci il vostro pronostico.

Da Montecarlo, Ubaldo commenta le due semifinali vinte da Wawrinka e Federer

Quando Stan Wawrinka ha battuto (6-1, 7-6 in 1h28m) David Ferrer, dominandolo nel primo set e correndo pochi rischi anche nel secondo (due pallebreak salvate, ma l’85 per cento dei punti fatti quando gli è entrata la prima di servizio), si è pensato tutti subito alla possibilità di una prima finale tutta svizzera nel Principato, la prima importante, dopo l’unica giocata a livello di circuito Atp a Marsiglia fra Roger Federer e Marc Rosset (che oggi commenta il torneo di Montecarlo per la tv svizzera-francese) nel lontano 2000, con un Federer diciannovenne.

Un torneo mai vinto, questo, da nessuno svizzero dal momento che Roger Federer aveva perso qui tre finali consecutive da Nadal fra il 2006 e il 2008.

Quando si è visto Novak Djokovic presentarsi sul campo con il braccio fasciato fino al gomito ho scritto subito su Twitter che secondo me era un pessimo segnale per lui.

Se anche non fosse stato un dolore insopportabile di per sè costituiva infatti una diminuzione, un handicap, quantomeno mentale. Se ad un giocatore che è per forza di cose abituato a lottare contro le situazioni di punteggio, e non solo contro l’avversario, gli dai un minimo di “alibi”, anche alibi che ti possono entrare in testa quasi inconsapevolmente, basta quel poco, quel pochissimo per perdere quella massima attenzione, concentrazione, intensità…che ti fa perdere pure la partita.

Guarda caso appena Djokovic, che aveva avuto due setpoints sul 5-4 nel primo set, ha perduto la prima frazione, ecco che dal secondo set in poi è diventato l’ombra del giocatore che aveva comunque tenuto testa a Federer nel primo set.

In un batter d’occhio il malanno si è fatto insopportabile, lui deve aver cominciato a pensare che “se non sono al cento per cento come faccio a battere Federer”, e lo svizzero è salito 4-1 poi 5-1.

Con questo, sia chiaro, non voglio sostenere nè che Federer non lo avrebbe potuto battere ugualmente, nè che Djokovic soffrisse più nella testa, psicologicamente, che al polso. E’ chiaro che non poteva servire bene – ed era chiaro prima che ce lo dicesse lui stesso, perchè bastava vedere la media della velocità delle sue prime di servizio per capire che stava battendo molto più piano (o, se volete…, meno forte) del solito.

Non era una scelta tattica. A parte il fatto che prima della partita qui si era addirittura sparsa la voce di un possibile ritiro di Djokovic, e questo ci aveva messo sull’avviso ancor prima di vedere quella sua enorme fasciatura all’avambraccio, personalmente ho subito avvertito il dispiacere di non poter assistere – chiunque avesse poi vinto – ad una bella partita come tante di quelle che avevano visto di fronte in passato gli stessi due protagonisti.

Una volta detto che questa finale tutta svizzera conferma il momento straordinario di questo piccolo Paese che confina con il nostro e che anche a livello femminile con la Hingis (più che con la Schnyder comunque a lungo top-ten anche lei, così come lo era stata in campo maschile con Jacob Hlasek e anche Marc Rosset, top-ten anche lui), ha ottenuto certamente risultati migliori del nostro tennis nell’ultimo ventennio.

Sfortuna ha voluto, dal punto di vista italiano, che per l’appunto proprio quest’anno che l’ItalDavis è giunta nuovamente in semifinale dopo 16 anni, ci tocchi affrontare la Svizzera con Federer che si è deciso a giocarla.

Federer la gioca per un milione di motivi. E’ stato spesso criticato in passato per non averla giocata, quando però era quasi da solo a poter portare punti a casa. Adesso può vincerla, e colmare uno dei pochi buchi nel suo straordinario palmares, perchè al suo fianco c’è un giocatore che ha dimostrato di poter vincere uno Slam e anche un Master 1000.

Lo hanno spinto a prendere quella decisione tante cose messe insieme: il capitano, amico e coach Severin Luthi, i risultati di Wawrinka che è stato fin qui prima ancora un amico iper-rispettoso piuttosto che un rivale, le probabili seppur timide pressioni dello stesso Wawrinka che è consapevole del fatto che la Coppa Davis o la vince insieme a Federer e quest’anno o non la vincerà mai. Inoltre hanno avuto un peso importante anche il tabellone favorevole, tale ancor prima che in semifinale si palesasse l’Italia, per via delle eliminazioni di diverse squadre pericolose, e per via anche di un sorteggio che ha consentito finora agli svizzeri di giocare match in casa, potendo scegliere sede e superficie.

Switzerland uber alles, dunque, ma speriamo soprattutto di vedere una buona finale, a questo punto.

I 13 duelli vinti da Federer su Wawrinka potrebbero avere lasciato una traccia pesante nella testa e nei ricordi di Stan, che fin qui ha sempre avuto un atteggiamento abbastanza da…scudiero nei confronti di Roger. Ma era inevitabile che fosse così.

Troppo diverso è stato il curriculum dei due perchè non fosse così.

Troppo lenta l’ascesa di Stan, che pure a Roma era stato finalista (nel primo dei suoi 3 Master 1000, l’altro è stato l’anno scorso a Madrid) già a Roma 2008, vale a dire 6 anni fa.

Eppure i risultati di Wawrinka nei Masters 1000, sebbene avesse raggiunto poi la semifinale qui a Montecarlo l’anno dopo (2009) dopo aver battuto proprio Federer nell’unica sfida vittoriosa – ma Roger era fresco (mmm?) reduce dalla luna di miele con Mirka, erano stati così modesti che nella pagina della sua biografia il Media Guide ha preferito quest’anno non metterli neppure. Per tutti gli altri top-ten ci sono quelli negli Slam e quelli nei Masters: per Wawrinka no.

Scommetto che dall’anno prossimo ci saranno. Anche perchè per l’Atp sarebbe una sorta di boomerang mediatico sottolineare nel proprio Media Guide i risultati degli Slam – che appartengono alla gestione ITF e non all’Atp che però non può fare a meno di tenerne conto– e non quelli dei propri tornei più importanti.

Ad ogni modo il Wawrinka che ha lasciato due games a Cilic l’altro giorno che ha dato 6-1 a Ferrer oggi è un Wawrinka che, se entra in capo sgombro da complessi, può far paura anche a Federer.

In fondo i due svizzeri sulla terra rossa si sono affrontati soltanto 4 volte. E anche se in quelle altre tre partite (di cui due al Roland Garros, 2010 e 2011) Wawrinka non è riuscito a vincere un solo set, è anche certamente vero che questo Wawrinka non è quello di allora. E’ molto più forte. Non potrei dire la stessa cosa di Roger Federer. Ricordo che nel 2011 Federer battè, dopo Wawrinka al Roland Garros, anche un imbattuto (dal finale dell’anno precedente) Novak Djokovic in una delle più belle partite che io ricordi di aver visto. Insomma era un Federer in grande spolvero.

Roger ha giocato bene contro Tsonga e contro Djokovic, ma nè il francese nè il serbo a mio avviso hanno giocato ai livelli del Wawrinka attuale.

Se saranno i nervi a decidere vincerà Federer. Se dovesse essere la forma Wawrinka. Salvo che Wawrinka soffra anche tecnicamente il confronto con Roger. Ma se i due giocano sulla diagonale dei rovesci Wawrinka può spuntarla. Premesso che io avrei sbagliato il pronostico fra Ferrer e Wawrinka, perchè pensavo che lo spagnolo potesse prevalere – e mi conforta il fatto che anche Paolo Bertolucci la pensasse più o meno così _ e che quindi vi consiglio di non seguire il mio pronostico ma di azzardarne uno vostro, forse oggi sarei tentato di puntare un franco svizzero su Wawrinka. E voi?

Ubaldo Scanagatta commenta la settima giornata del Montecarlo Rolex Masters

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