Pero, Bertolucci e il caso Fognini: fortuna che il tennis non è il calcio

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Pero, Bertolucci e il caso Fognini: fortuna che il tennis non è il calcio

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TENNIS E TV – Le critiche a Fabio Fognini sono importanti a livello giornalistico. Nel calcio si sarebbe trovata una giustificazione ai suoi comportamenti. Ma per fortuna il tennis non è il calcio.

Napoli e Montecarlo sono esteticamente due posti che si assomigliano molto. Il mare, il sole e spettacolari panorami esaltano queste due splendide città. Ma guai a dire ad un napoletano che Napoli e Montecarlo si assomigliano. Perché ogni partenopeo che si rispetta direbbe che Napoli è una bellezza naturale, mentre Montecarlo è bella si, ma è stata costruita. Anche se il Principato di Monaco è un posto meraviglioso dove si può vedere il tennis a un passo dal mare, c’è il casinò, c’è la possibilità di incrociare ad ogni angolo un cosiddetto vip, e lì si possono ammirare yacht favolosi, da dove tante meravigliose ragazze prendono il sole mentre guardano le formula 1 sfrecciare tra le strette strade del Principato. In pratica un mondo da Yuppies. Protagonista in queste due città è stato il nostro miglior giocatore Fognini.

A Napoli Fabio ha stravinto con Murray ed ha tirato la volata a Seppi, che ha travolto Ward. La qualificazione alle semifinali di Coppa Davis è stata fantastica ed il commento, che da più parti è stato definito troppo di parte, a me non è dispiaciuto. Perché d’altra parte quando gioca la Nazionale, in qualunque tipo di sport, chi commenta si lascia trasportare.  

L’unico appunto lo faccio a Galimberti, che mentre Fognini si avviava a vincere con Murray, forse per esaltare, il nostro numero uno ha detto: “Era impensabile questo risultato, Fabio aveva solo l’1% di probabilità di vittoria.”. L’un percento? Una percentuale irrisoria, che forse nemmeno a Gabashvili o Ramos possiamo dare se sfidano Nadal sulla terra.

A Montecarlo, dove i due svizzeri si sono giocati il titolo e dove Ferrer finalmente è riuscito a battere Nadal sulla terra, Fabio Fognini, con il suo comportamento ha alimentato discussioni consistenti. Del ligure hanno naturalmente parlato anche Elena Pero e Paolo Bertolucci live e poi Meloccaro, nel suo studio, a fine giornata. Tutti e tre hanno tirato le orecchie al nostro miglior giocatore. Fin qui nulla di anormale, perché quando c’è da applaudire si applaude e quando si deve bacchettare si bacchetta.

Ma le critiche che sono state rivolte a Fognini sono importanti a livello giornalistico. Perché nel nostro paese chi parla di calcio, e mi riferisco anche a telecronisti bravi e affermati o a prime firme di quotidiani importanti, spesso tende a giustificare comportamenti che, in alcune occasioni, sono realmente ingiustificabili, possano essere del centravanti del Milan, del portiere della Juve o di un calciatore della Roma, del Napoli o della Fiorentina. E troppo spesso chi tende a giustificare lo fa perché ha poi paura di una ‘ritorsione’ dei club di appartenenza del ‘cattivo di turno’; e per questo poi questi stessi giornalisti hanno un atteggiamento diverso se si parla delle bravate di un bad boy della Premier o delle avventure extraconiugali di un fenomeno della Liga.
Per fortuna il tennis è ancora molto lontano dal calcio.

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