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Interviste

Andy Murray: “L’abilità tecnica di Nadal è incredibile”

Last updated: 07/05/2014 10:42
By Francesco Ciaccia Published 07/05/2014
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6 Min Read
Andy Murray, Coppa Davis 2014 Napoli (foto by VINCENZO ARTIANO)

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TENNIS – Lo scozzese è al suo ritorno ai campi proprio al torneo di Madrid. Intervistato da El Pais, ha parlato delle pressioni prima e durante Wimbledon, il referendum sull’indipendenza della Scozia e su cosa cerca nel prossimo allenatore. Riportiamo di seguito traduzione dell’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo.

Dopo la sua operazione alla schiena nello scorso settembre, il rientro di Murray non è stato sinora all’altezza delle aspettative. Quarti finali agli Australian Open, semifinali ad Acapulco, ottavi di finale a Indian Wells e quarti di finali a Miami. Il tennista torna in gara a Madrid.

Quando hai sentito più paura nella tua vita?
E’ stato proprio due settimane fa. L’aereo in cui viaggiavo è stato colpito due volte dai fulmini. Due volte in venti secondi! Due giorni prima in un altro volo c’è stata un avaria al motore costringendo l’aereo a ritornare indietro. Non potevo crederci. In questi casi non si sa mai se il pilota stia dicendo la verità. Il mio primo pensiero è andato alla mia famiglia e ai miei amici. Coi fulmini, la prima cosa che ho fatto è stato afferrare con le mani al sedile.

Molti giornalisti sapevano della tensione che hai avuto l’anno della vittoria di Wimbledon. Invece di saltare sull’erba, la prima cosa che hai fatto è fissarli come se stessi dicendo “E’ ora?”
E’ vero. Dopo aver guardato il pubblico mi sono volto a loro. L’ultimo gioco della finale è stato molto intenso. Non ero preparato in questa situazione. E’ stato molto stressante essere al centro dell’attenzione; una condizione che può in qualche modo influenzare la crescita di un giocatore. E’ importante tenere in mente che nella tua carriera devi continuare ad apprendere e migliorare. Per me non importava vincere o perdere. Non so però cresciuto in un ambiente dove in caso di sconfitta veniva detto “avrà imparato comunque qualcosa”. No. E’ stato molto difficile. Nel Regno Unito ci sono diverse riviste specializzate e i loro giornalisti sono presenti ai grandi tornei. Non abbiamo 10 o 12 giocatori come in Spagna. Tutte le domande e le critiche erano rivolte a me. Se vinci tutto ok ma se perdi è terribile. Tutto questo comporta una pressione smisurata.

Nella finale di Wimbledon erano presenti il primo ministro inglese David Cameron e Alex Salmond, sostenitore dell’indipendenza della Scozia che durante la partita sventolò la bandiera. Cosa ne pensa del fatto che questo episodio venga usato come pretesto politico in vista del referendum del 18 Settembre?
E’ una vergogna. Una vergogna. Non so informato di politica perché non la seguo. Io gioco solo a tennis perché quello che più amo e non ha nulla a che vedere con il paese da dove provengo. Non posso accettarlo che politici facciano questo. Cosa potrei fare altrimenti?

In Scozia non ci sono altri giocatori del suo livello. Com’è stato trasferirsi a Barcellona da bambino?
All’inizio mi sentivo molto solo. E’ stato difficile sebbene necessario. Non avevo nessuno con cui allenarmi in Scozia. Nadal a 13 anni aveva Moya. Se volevo diventare un tennista, non avevo un’altra decisione da prendere. Separarmi dalla mia famiglia è stato tremendo, ancora adesso. Non ho trascorso molto tempo in Scozia. Mi sono trasferito dopo a Miami, ho trascorso molto tempo a Londra. E’ stato l’unico sacrifico che ho fatto per il tennis perché mi piace viaggiare e vedere il mondo.

In cosa differisce mentalmente da Nadal?
L’abilità tecnica di Nadal è incredibile. Forse tra i primi 50 al mondo c’è qualcuno che ha la stessa tenuta mentale ma semplicemente non ha la stessa abilità tecnica. Quello che ho sbagliato nell’ultimo anno è concentrarmi solo su grandi obiettivi, non essendo mentalmente forte in tutto il tempo. Rafa, in ogni partita, ogni settimana, ogni torneo è stato sempre mentalmente costante. Gioca ogni partita come fosse la finale di uno slam. Questo è un altro aspetto diverso tra noi due.

Molti giocatori hanno problemi di concentrazione. Nel 2012 nella finale degli US Open, prima d’iniziare il quinto set siete andati prima in bagno….
Avevamo bevuto molto! Eravamo in campo da oltre 4 ore!

Sul piano tecnico cosa ha imparato da Corretja e cosa cerca nel nuovo allenatore?
Alex è stato di grande aiuto. E’ una bravissima persona. Chiede molto negli allenamenti ed è molto simpatico. E’ rispettato negli spogliatoi per il tipo di persona che è. Non l’ho mai visto adirato, sempre pacato e in nessuna situazione ha perso le staffe. Aspetto fondamentale per me. Tutti i giocatori cercano un allenatore perché su un lungo periodo è importante avere un team, una pianificazione e qualcuno che controlli e vigili in quello che fai. Come per Guardiola ora al Bayer Monaco. Doveva cambiare approccio? Solo per una sconfitta? Ha vinto molto facendo giocare secondo il suo stile. E’ importante che si creda in un progetto a lunga scadenza e che le persone intorno a te credano nel progetto.


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TAGGED:Andy MurrayATP Madrid
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