ATP Roma interviste, Djokovic: "Da 10 giorni non sento dolore, sono pronto per giocare"

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ATP Roma interviste, Djokovic: “Da 10 giorni non sento dolore, sono pronto per giocare”

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TENNIS ATP MASTER 1000 ROMA – Internazionali BNL d’Italia, conferenza di presentazione. Intervista a Novak Djokovic.

D. E’ stato difficile accettare il fatto di non poter partecipare al torneo Master 1000 di Madrid?
R. E’ stata una decisione difficile non andare a Madrid ma io considero tutti i rischi che avrei corso se avessi deciso di andare compromettendo non solo Madrid e Roma ma di sicuro anche il Roland Garros e Wimbledon se il problema si fosse ripresentato. Anche perché questo genere di infortuni, la seconda volta che si ripresentano diventano cronici e il polso è proprio quel genere di infortunio che un giocatore di tennis non vuole avere. Tennisti come Del Potro e Davydenko ne sono la prova: hanno bisogno di essere operati e di stare fuori dal circuito per 9 mesi circa. Il mio team di medici mi ha avvisato che quella non era la mia miglior opzione e, a volte, devi ascoltare il loro consiglio.

D. Hai detto che alcuni giorni prima di Madrid, hai iniziato a non avere più problemi. Perciò, sono 10 giorni oggi che non hai nessun problema, è corretto?
R. Esattamente. Mi sono allenato e ho monitorato la situazione con il mio team di esperti: dottori, fisioterapisti e ho cercato di sentire il maggior numero di opinioni possibili. Certamente seguendo il programma di allenamento e aumentando gradualmente l’intensità man mano che mi avvicinavo a Roma. Adesso so che sono più pronto a giocare rispetto a quanto lo ero prima del torneo di Madrid.

D. Bello allenarsi ai Pietrangeli con duemila persone che ti guardano? ( Domanda in italiano)
R. (Novak risponde in italiano) Uno spettacolo, una grande soddisfazione essere di nuovo qui a Roma perché mi sento come a casa. Quando sono arrivato ieri prima dell’allenamento, sono entrato nel Centrale e ho visto duemila spettatori che erano venuti a vedere un allenamento. Sono grato per questo  per questo appoggio che mi danno i tifosi ed è per questo che mi dà gioia ritornare qui.

D. Rafa oggi è in finale a Madrid, ma ha perso ai quarti di finale a Barcellona e a Monte Carlo. Pensi che adesso sia più vulnerabile?
R. Non penso che lui sia cambiato molto. La gente si aspettava vincesse Monte Carlo, Barcellona e tutti i tornei sulla terra che gioca ogni anno. Perdere ai quarti di finale contro dei bravi giocatori può dare agli altri giocatori un po’ più di fiducia rispetto al fatto che possano vincere contro di lui e nei grandi tornei.

D. Giocherai il tuo primo match contro Stepanek, che ha 35 anni. Riesci a immaginare di giocare ancora a 35 anni?
R. Lui è un giocatore di tocco e ha talento: stile, palle piatte e viene a rete. Ha una grande varietà su tutte le superfici. Prestò compirò 27 anni, mancano ancora molti anni prima di arrivare a 35. Non so se sarò in grado di giocare ad alto livello quando avrò 35 anni, ma, lo spero. Decisamente.

D. Non giocare per una settimana, può in un certo senso “ricaricare un po’ le batterie” o forse ti avvantaggia leggermente?
R. Avrei desiderato che fosse un piccolo vantaggio ma alla fine non mi piace essermi perso un grande torneo come Madrid. Ho un programma che è molto buono per me. Negli ultimi cinque anni, gli infortuni mi hanno lasciato in pace e questa volta invece questo problema al polso mi ha impedito di giocare a Madrid. Ma, da una parte, questo potrebbe influenzare negativamente il mio primo match qui e il mio essere competitivo perché non ho giocato molti match sulla terra in questa stagione e ci stiamo avvicinando al Roland Garros.  Dall’altra parte invece, spero che questa freschezza in questo periodo di stagione, possa darmi quel vantaggio.

Traduzione di Yelena Apebe

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