Lo psicodramma romano di Fabio Fognini al Foro

Editoriali del Direttore

Lo psicodramma romano di Fabio Fognini al Foro

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TENNIS ATP MASTER 1000 ROMA – La più grossa delusione è arrivata dal protagonista più atteso. Novello Neuro Canè? Tanta attesa non gli ha giovato. E’ “balotelli…zzato?” I fischi incompresi da chi…”Ho fatto tanto per l’Italia!”.

Credevo proprio, in tutta sincerità, che Fabio Fognini avrebbe battuto Lukas Rosol e soprattutto non credevo che avrebbe potuto perdere – in caso di concomitante prestazione negativa sua e superpositiva dell’avversario – 63 62 senza conquistare neppure una palla break in un’ora e un quarto. Tempi da match sul cemento veloce, o l’erba dove certo Rosol eccelle maggiormente.
Per questo motivo ho dettato io il titolo dell’articolo firmato da Claudio Giuliani che ha commentato a caldo quanto accaduto sul campo centrale: “Clamoroso k.o. etc. etc.”.

Constato che molti lettori hanno contestato quell’aggettivo sostenendo che in realtà il suo k.o. non sarebbe stato per nulla clamoroso.

Per me resta invece tale, soprattutto con quel risultato. Clamoroso. Come clamorosi sono i fischi per un giocatore capace di esaltare (vedi Napoli) e di deprimere (quale città devo mettere?). A Roma non mi ricordo con chiarezza un altro tennista italiano cui sia successo. Forse Paolino Canè – ribattezzato Neuro da Gianni Clerici – quando perse qui piuttosto malamente da Martin Jaite? Non ci giurerei, se qualche lettore ricorda qualche caso per favore me lo scriva.

Sinceramente Fabio Fognini, a dispetto dell’atteggiamento strafottente e poco professionale in conferenza stampa (ma c’è da capirlo, gli giravano a mille e avrebbe fatto volentieri a meno di venire al cospetto dei giornalisti) mi ha ispirato umana compassione stasera. E non solo perché è stato così poco lui – come ha sottolineato con una sacrosanta domanda il collega Martucci della Gazzetta “Dov’era il vero Fognini, oggi non l’abbiamo visto, non ha nemmeno rotto una racchetta…” – da apparire irriconoscibile, ma perché ovunque avrebbe accettato di perdere male, fuorché forse a Roma (anche se poi ha detto che perdere non gli piace da nessuna parte, ed è ovvio, ma si sa che a casa propria le sconfitte bruciano di più).

Per tutta la settimana tutti i media italiani lo hanno presentato come il giocatore che più di ogni altro avrebbe potuto imitare il cammino di Filippo Volandri, semifinalista qui al Foro quando battè Gasquet, Berdych e Federer prima di cedere a Gonzalez (2007). Difficile che ce la possano fare, adesso, Bolelli (che ora ha Raonic), Seppi che se supera Haas si trova nel quarto di Wawrinka e Berdych, o Cecchinato che se superasse il non irresistibile olandese Sijsling, n.53 del mondo, avrebbe poi proprio il vincente di Haas-Seppi.

Fabio è stato protagonista – o vittima? – di diverse ospitate televisive nei giorni scorsi. Non soltanto nella tv di casa Fit, ma anche a “La vita in diretta” sulla Rai, dove perfino mia moglie Tiziana lo ha trovato “bellissimo” e mia figlia ha esclamato “che bel sorriso e che bei denti bianchi, dovrebbe fare l’attore”, e poi di nuovo a “Quelli che il calcio…”. Ma l’ho visto intervistato anche da Barbara Schett per Eurosport. E altre tv. E tutti a chiedergli se non temesse di sentire troppo la pressione.

E lui a dire “no, no”. Invece, a giudicare da come ha giocato, la risposta giusta – peraltro oggettivamente difficile da dare – era un “Sì, sì, ma non ci posso far nulla”.

Non vorrei far psicologia da supermercato, ma io che credo di conoscere Fognini meglio di tanti che forse lui considera grandi amici. E giuro che gli avrei evitato nel suo interesse tutto questo, sempre se avessi dato priorità a un suo buon risultato piuttosto che ad operazioni di marketing per lui medesimo e per il torneo. Operazioni che poi, quando i risultati non vengono, rischiano di diventare temibilissimi boomerang. Tipo i fischi che lo hanno sommerso all’uscita del campo, complice un pochino anche la ..distrazione della speaker che abituata a fare sempre lo stesso tipo di annuncio di…consolazione per il giocatore sconfitto, ha invitato il pubblico “a fare un bell’applauso a Fabio Fognini!”.
Immaginabile la reazione del pubblico, infastidito dalla resa di Fabio e dall’atteggiamento remissivo. Fognini ha così pensato bene – si fa per dire – di uscire dal campo sollevando polemicamente il pollice (come per dire, “Bravi, che bravi che siete a fischiarmi!” ). Per fortuna non era il medio.

Che Fognini ritenesse immeritati quei fischi lo si è capito chiaramente dalla risposta che ha dato poco più tardi al giornalista che glielo ha chiesto espressamente: “Meritati o immeritati?”. Se leggeste soltanto i transcripts non capireste quale è stato il vero senso della sua risposta. Perché il tono non lo potete intuire…Ma io c’ero. Quando Fabio ha detto “Meritati certo, anche di più…” lo diceva ironizzando nei confronti dei contestatori nei cui confronti aggiungeva: “Ho fatto tanto per l’Italia – sic! (mica si accorge di come parla e di quanto possano suonare presuntuose od arroganti certe sue parole il buon Fabio: è solo gioventù) – ho vinto 5 match su 6 per l’Italia…(ribadiva alludendo agli incontri vinti in Davis)…ma non potrò cambiare la mentalità di tutti i quanti”.

Beh, c’erano più di 5.000 persone che…avevano quella mentalità. In effetti dovrebbe essere più facile cambiare la sua, ma chi ci proverà? Non certo nessuno dei familiari. Perlas? La moglie di Perlas? Flavia Pennetta? Boh…

Può capitare a tutti di avere una brutta giornata. Il fatto è stato che lui l’ha avuta, per l’ennesima volta, qui al Foro Italico. Ricordate quando prese una brutta stesa qui da Andreas Seppi? Quel giorno Fabio aveva problemi al polso. Anche se non molti giorni dopo, dopo aver fatto capire a Barazzutti di non essere pronto e di fatto disponibile per la Davis (“Chi vuole correre questo rischio? E se poi mi faccio male?”), andò poi a giocare singolare e doppio a Belgrado.

Ribadisco che Fognini non ha la maturità sufficiente per capire che se la gente lo esalta quando vince e gioca bene, come è successo a Napoli, poi lo fischia quando gioca male…perché il n.1 d’Italia è un personaggio pubblico. Nel bene e nel male. Con i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Deve imparare a conviverci. Prima o poi, forse, ci riuscirà.

Lui deve e dovrà sempre dare l’impressione di impegnarsi al massimo, di lottare, di schiumare magari rabbia, di reagire (il che non vuol dire spaccare racchette o imprecare contro tutto e tutti).
Invece che sul campo Fabio ha reagito in conferenza stampa quando un giornalista dell’Unità, Marco Bucciantini, si è permesso di rivolgergli una domanda estremamente corretta: “Non credi che i tuoi ultimi avversari ti abbiano studiato, abbiano incominciato a capire che sulla tua seconda di servizio possono aggredirti fin dalla risposta…”

Non c’era nulla di offensivo in questa domanda. Eppure Fognini ha creduto opportuno replicare con una domanda ai più apparsa arrogante: “Scusa… te per che giornale scrivi?”.

Non so se avesse temuto che quel giornalista, che non aveva visto spesso – ma è uno che ha seguito anche le Olimpiadi di Londra – fosse un collaboratore di Ubitennis…Fatto sta che quando Bucciantini, stupito come molti presenti, gli ha detto: “Lavoro per l’Unità”, Fognini gli ha detto allora: “Lei ha visto le mie ultime 3 partite?”.

E Bucciantini: “Ho visto le ultime 50…sono un tuo tifoso”.

Al che Fognini, visibilmente colto in contropiede mentre diversi presenti ridacchiavano più o meno manifestamente, sotto o sopra ai baffi, diceva: “Io sono tranquillo, le ultime tre partite le ho giocate contro avversari che giocano bene a tennis. Sono avversari che possono giocare bene e fare quello che hanno fatto, e avversari che possono giocare talmente male da perdere partite come ha fatto Dolgopolov l’anno scorso che è sceso a n.50, Klizan che è andato a 110 e questo Rosol di oggi. Sono avversari che giocano molto bene, quindi le ultime tre partite pur essendo state diverse tra loro, le ho giocate contro avversari che giocano bene. Ho avuto le mie chances, non le ho sfruttate”.

Oddio grandi chances contro Rosol Fabio non le ha avute visto che non conquistato neppure una pallabreak in tutto il match. Ma si vede che lui si è sentito di averle avute.

Però non aveva torto il collega che ci diceva, post-conferenza, come Fognini si sia recentemente un po’ troppo… “balotellizzato”.

E’ storia recente. Da un opinionista di Sky Balotelli si era sentito dire: “Non sei ancora un giocatore che fa la differenza perchè non aiuti la squadra con i tuoi movimenti…” Al che Balotelli, aggressivo, aveva chiesto, non potendo vedere l’interlocutore: “Chi è che sta parlando?” Dallo studio gli dissero: “Giancarlo Marocchi (ex scudettato con la Juventus)”. E Balo: “Mi muovo poco? Secondo me non capisci di calcio. Te lo dico io, fidati”.

A quella frase Boban aveva replicato: “Non hai detto una bella cosa…”  E Balotelli: “Non mi interessa!”

Vabbè con questi giovani sportivi di successo bisogna avere una gran pazienza. Grande comprensione. E come se fossero al centro di un mondo troppo grande per loro.

Certo è che io avevo scritto dopo gli exploit primaverili di Fabio che, salvo che per la cambiale pesante di Montecarlo (semifinale nel 2013), lui aveva solo da guadagnare punti, avendo fatto primo turno a Madrid e secondo a Roma, quindi mi ero sbilanciato nel dire che il traguardo dei top 10 non era irraggiungibile.

Invece Fabio ha perso negli ottavi a Montecarlo da Tsonga, la famosa partita degli insulti a familiari e clan al completo vista su You Tube in tutto il mondo, poi al primo turno a Barcellona, Madrid e Roma.

Credo certamente a Fognini quando dice. “Aver perso così fa più male a me che ai romani…”.

Certo che sì. Come è certo anche che o lui o qualcuno del suo clan legge attentamente Ubitennis e non solo per il modo in cui reagiscono “i suoi” ma anche perché, dopo che lui si era permesso di chiedere a Madrid ad un collaboratore di Ubitennis, Matteo Gallo, di allontanarsi dall’area di “mixed zone”, perchè appunto collaboratore di Ubitennis, io avevo scritto su questo sito a) che se avesse osato dirlo a me non me ne sarei mai andato b) che uno è padrone di rispondere “no comment” o anche a monosillabi ad un giornalista sgradito (dimenticando di dirgli che non ci fa comunque una gran bella figura).

Così ecco che Fognini a qualunque domanda io facessi ha deciso di rispondere a monosillabi. Sì, no. Divertitissimi nell’assistere a questi siparietti, pur non capendo domande e monosillabi, i colleghi della stampa americana, del New York Times e di Sports Illustrated. Che poi mi hanno chiesto la traduzione di domande e risposte (queste ultime le avevano capite).

Spazio esagerato tutto questo per Fognini? Forse. Ma lui è pur sempre il n.1 italiano, il nostro giocatore qui più atteso. E più deludente, mentre Francesca Schiavone, dodici sconfitte e tre vittorie nel 2014, dava segni di risveglio contro la Bouchard e anche la “fidanzata di Fabio”, Flavia Pennetta, si comportava bene contro la Meusburger.

Nella giornata “italiana” bene Bolelli, ma bene anche Travaglia che ha retto il confronto alla pari fino al tiebreak decisivo, male invece la Knapp che dacché era arrivata a due punti dal battere la Sharapova all’Australian Open è come se…soffrisse di vertigini. Volandri e Lorenzi anche loro a casa.

Insomma di 8 italiani in gara cinque sono andati a casa (ma uno era un derby). E questo martedì gli italiani saranno 7. I miei pronostici: vincono Errani e Vinci. Perdono gli altri, anche se Seppi con Haas potrebbe riscattare Monaco, e la Giorgi contro la Cibulkova sono match equilibrati che i nostri potrebbero volgere anche a loro favore (così come la Makarova, però, non potrà essere sottovalutata dalla Vinci).

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