TENNIS – Dopo gli anni trascorsi ad educare e crescere, fuori e dentro il campo, i due figli Jamie ed Andy, Judy Murray è tornata a fare da allenatrice ai più piccoli, ma partendo da tutt’altra posizione.
L’aver guidato un talento come quello del figlio più piccolo, il quale ha riportato in patria la coppa di Wimbledon dopo 77 anni, le permette adesso di essere in prima fila nell’ideazione di progetti all’interno della struttura federativa britannica. Judy Murray si sta concentrando in particolare su due progetti. Il primo è costituito dall’avvicinamento dei più piccoli al mondo del tennis.
La Gran Bretagna è dotata di ampie strutture, ma la scuola nel suo complesso non produce molti giocatori che possano concorrere a livello internazionale, uno zoccolo duro di atleti che va ad ispirare altri giovani, creando così un circolo virtuoso. A questo scopo, il fine settimana appena trascorso è stato il primo di una serie di appuntamenti denominati Great British Tennis Weekends: in vari luoghi della Regno Unito l’iniziativa vuol dare spazio a questo sport fino alla fine di luglio.
Il secondo progetto a cui si sta dedicando vuol impattare sulle modalità di coaching in ambito femminile, ma con un approccio che parte dalle bambine, con lo scopo di educarle e lasciarle crescere in un ambiente sportivo, quest’ultimo lasciato spesso durante le fasi dell’adolescenza. “Ci servono un maggior numero di allenatrici che comprendano e gestiscano in modo migliore le necessità delle bambine. In genere le ragazzine sono meno competitive dei ragazzi, quindi guardano più all’aspetto sociale del tennis. E’ meglio puntare ad una forma di competizione di gruppo lasciandole libere di allenarsi con gli amici. Spesso entrano in gioco gli esami, le feste, i fidanzati e quello è il momento in cui le ragazze si distraggono e servono donne che facciano da modello per mantenerle all’interno del mondo dello sport”.
