TENNIS ROLAND GARROS – Una irriconoscibile Serena Williams è battuta da Garbine Muguruza per 6-2 6-2. Fuori quindi la campionessa in carica del Roland Garros così come la sorella Venus, battuta da Anna Schmiedlova. Al terzo turno anche Eugenie Bouchard e Maria Sharapova, che soffre nel primo set ma poi chiude facile con la Pironkova. Taylor Townsend, 18 anni, vince in tre set un bellissimo match contro Cornet. Passano anche la Radwanska, la Kerber e la Suarez Navarro
La protagonista della sorpresa del giorno, Garbine Muguruza, aveva già suscitato la curiosità e l’interesse di Ubitennis durante l’Australian Open, quando Ruggero Canevazzi scrisse questo suo profilo.
G. Muguruza b. S. Williams 6-2 6-2 (Giulio Fedele)
Doveva essere un terzo turno Williams contro Williams. Sarà invece Muguruza contro Shmiedlova, con la Sharapova che gongola. Irriconoscibile Serena Williams (a breve la cronaca). Una Garbine Muguruza in stato di grazie annichilisce la campionessa in carica di Parigi, parsa molto nervosa. E’ la prima volta in carriera che Serena Williams non approda alla seconda settimana di uno Slam quando vi ha partecipato da testa di serie numero 1. Non ci sarà quindi derby fra le due sorelle. L’ultima volta che hanno perso assieme nello stesso giorno risale a Wimbledon 2011.
L’avevamo pronosticata come sorpresa del torneo, ma una volta visto il sorteggio nessuno avrebbe creduto che Garbine Muguruza avrebbe potuto realmente compiere l’impresa delle imprese, quella di battere la numero 1 del mondo e detentrice del torneo. Tutti, tranne lei, che evidentemente ci credeva fin dal primo scambio, così come si è visto durante tutto l’arco della partita, nella quale ha mostrato una personalità non minore della sua solidità nei colpi da fondo; il punteggio netto sottolinea questo dato ed aumenta la sorpresa del risultato, che sa quasi di dominio.
“Mi dicevo ‘stai tranquilla, se perdo sarà perché non ce la faccio, non perché non ci sto provando'”, ammetterà la spagnola in conferenza stampa.
Vale la pena di fare un piccolo recap di questa giovane giocatrice: classe 1993, di origine venezuelana (da parte della madre) ma cresciuta in Spagna (il padre è basco). Solida con i colpi da fondo, con una discreta potenza di palla e al servizio (“Il mio tennis è più russo che spagnolo, tiro molto forte”); simile per certi versi ad Ana Ivanovic, con la quale condivide la marca dei completini e l’aspetto fisico, per certi versi. Inizio carriera sfavillante, con i quarti a Miami al suo primo torneo nel circuito maggiore, con sconfitte eccellenti come quelle contro Zvonareva (allora top10) e Flavia Pennetta. Quest’anno la sorpresa agli Australian Open, dove raggiunge gli ottavi di finale. Ed ora, eccola estromettere la testa di serie numero 1 e strafavorita, Serena Williams. “Serena mi ha detto che se continuo a giocare in questo modo potrei vincere il torneo. Non sono continua perché non ho molta esperienza e sono un po’ emotiva”.
Per Serena, al contrario una delle più brutte stagione degli ultimi anni, per il momento, dopo l’eliminazione anticipata agli Australian Open per mano di Ivanovic, la sconfitta a Charleston e a Dubai, ed ora questo disastro al Roland Garros. L’ultima volta che la Williams subì una sconfitta così anticipatamente in uno slam – tolta quella di 2 anni fa, sempre a Parigi, contro la Razzano – risale al 1998, agli esordi della sua carriera. Difficile pensare che il risultato pesante di questo match sia dipeso nella totalità dalla prestazione della Muguruza e che Serena non abbia colpe; di certo ad un crollo di rendimento si è aggiunto anche un crollo psicologico. Si è soliti esaltare la forza mentale della Williams, ma oggi è completamente mancata. A tratti l’americana è stata colpita dalla ‘sindrome del braccino’, a tratti è sembrata fin troppo nervosa – il grunting di inizio secondo set ha ricordato le grida di una donna isterica in crisi di pianto – ed a tratti ancora è sembrata totalmente in soggezione della pressione della spagnola. Garbine d’altro canto, non solo non ha sbagliato quasi nulla, ma ha affrontato la Williams a viso aperto accettando lo scambio e colpendo con la sua potenza di palla. Serena ha conquistato 4 game in totale, 2 per set, a fronte di 29 errori gratuiti e solo 8 vincenti; dall’altra parte la Muguruza ha collezionato 12 vincenti e 18 errori. Nel primo set Garbine ha preso margine a partire dall’1-1, da dove ha infilato due break consecutivi portandosi 5-1. Serena è apparsa come contro Alize Lim, un po’ scarica e decisamente non centrata, e soprattutto sorprendeva il fatto che non riuscisse a mantenere lo scambio e cedeva costantemente per prima. Il Lenglen ha iniziato dalla parte di Garbine, ma poi ha rinunciato a tifare la sfavorita per supportare la campionessa in carica. A nulla sono serviti i ripetuti ‘cmon’ rabbiosi che Serena si ripeteva sul 5-2, la spagnola non ha tremato nell’ottavo game: con un ace si è portata al set point e subito lo ha sfruttato.
Nel secondo ci si sarebbe aspettata la reazione della leonessa, che invece è apparsa ancora più spaesata. Sotto di due break, iniziava a consumarsi lentamente il suo dramma sportivo. E’ stato inutile per Serena riprendere uno dei due break e portarsi 3-1, visto che poi ha riconcesso alla avversaria di strapparle il servizio. A Garbine entrava tutto, alla Williams quasi nulla. Frustrazione, nervosismo e rabbia si mischiavano annebbiandole le idee. Il risultato finale è eloquente: un altro 6-2 nel secondo set. Non si sa se abbia esultato di più la spagnola, che ha accennato un sorriso incredulo e un “I’m very happy!” urlato al microfono a bordo campo, oppure Maria Sharapova, che avrebbe dovuto affrontare Serena ai quarti; sempre che la siberiana ci arrivi, visti le continue sorprese di questo infinito Roland Garros. “Se anche ci fosse qualcosa che impensierisse Serena, di certo non lo direi qui, a voi giornalisti” – ha glissato Venus in conferenza stampa, a match in corso.
T. Townsend b. [20] A. Cornet 6-4 4-6 6-4 (Daniele Vallotto)
Non dà limiti ai propri sogni, Taylor Townsend. E come potrebbe, col sangue statunitense che scorre nelle sue vene? “The sky is the limit” dice al microfono di Fabrice Santoro, la voce quasi rotta dall’emozione dopo aver battuto Alizé Cornet, numero 20 del tabellone e una fama da fighter che dovrebbe spaventare a morte una diciottenne all’esordio negli Slam. Invece Taylor Townsend ha fatto il miracolo, vincendo un match che sembrava andato dopo il secondo set e in procinto di scivolare via una seconda, beffarda volta dopo che Cornet stava per rimontare anche nel set decisivo.
Nel primo set Cornet è quasi sorpresa dall’avvio veemente della sua giovane avversaria. Non riesce a spostarla come vorrebbe e considerati i problemi di Townsend è un aggravante non da poco, vista l’esperienza della francese, classe 1990 ma professionista già da otto anni. Alizé va sotto di un break, lo recupera ma i colpi di Townsend sono troppo potenti e vicini alle righe. La francese prova a recuperare il recuperabile ma Townsend, da ferma, è letale. Taylor sale così 6-4 4-1 e il pubblico del Lenglen mormora quasi incredulo nel vedere una diciottenne giocare un tennis di questo tipo. La spia della benzina, però, comincia a lampeggiare in maniera preoccupante: Townsend si ritrova velocemente sul 4-4 senza poter fare molto. I problemi di mobilità cominciano a farsi sentire in maniera seria e Cornet non deve far altro che infilare il coltello nella piaga. Sostenuta dal Lenglen, Cornet brekka nuovamente l’avversaria sul 5-4 e porta il match al terzo.
A quel punto nessuno, a rigor di logica, potrebbe ipotizzare una vittoria di una Townsend in evidente debito d’ossigeno. Ma la logica non si applica al personaggio Townsend, che non porta gli usuali panni da tennista ma gioca con una naturalezza e una disinvoltura abbacinanti. La statunitense brekka subito, sale 4-1 pesante mettendo a segno dodici vincenti in cinque giochi e quando sale 0-40 sul 5-1 pare davvero che il miracolo sia giunto a compimento. Invece la logica torna a farsi sovvertire, Cornet annulla quattro match point e torna a mettere una pressione che pesa quanto lo stadio Suzanne Lenglen sulle spalle ormai affaticate di Taylor. Che perde uno, due, tre game in un batter d’occhio e quando va a servire una seconda volta per il match, pare non averne più. Il primo errore è accolto da un boato assordante ma il cuore di Townsend è pari al suo immenso talento. Sale 30-15, concede un altro punto ma sul 40-30 non trema. Lei, che ai cambi campo legge su un quaderno alcuni appunti con una concentrazione da top player, batte la quarta top-100, quella con la classifica più alta. Per una volta, vanno lasciate da parte le ovvie considerazioni sui suoi problemi di peso: il fulgore della sua classe è riuscito oggi ad oscurare anche quelli.
M. Sharapova b. T. Pironkova 7-5 6-2 (Laura Guidobaldi)
La Pironkova non ha avuto il destino delle altre outsider in questo slam parigino. No. La bulgara, n. 42 del ranking, nonostante un inizio solido, nulla ha potuto contro la campionessa dell’edizione 2012 del Roland Garros.
Maria Sharapova, tutta di rosa vestita quest’anno a Porte d’Auteuil, comincia il suo secondo turno soffrendo non poco. L’avversaria, Tsvetana Pironkova, una giocatrice che di solito dà il meglio di sé in quel di Wimbledon, invece parte in quarta, cercando di sorprendere l’ex n. 1 del mondo. E per un momento ce la fa. Forse portata dal vento di vittoria delle giovani sorprese (vedi Shmiedlova, Mladenovic e, della vincitrice sulla Cornet, quasi contemporaneamente alla fine del loro match, Taylor Townsend), la Pironkova sale velocemente 4-1, lasciando Maria alquanto frastornata. Ma, lo sappiamo, la siberiana, quando è in svantaggio, è un po’ come una “tigre” ferita che diventa ancora più pericolosa.
E infatti, Masha si fa sentire, in tutti i sensi, ancora di più, e riesce a recuperare piazzando 4 giochi di fila e salire 5-4. Anche se oggi è particolarmente fallosa, sale ancora 6-5 fino ad avere 3 setpoint a disposizione. Ne spreca 2 ma, sul 3°, il nastro le è amico, facendo cadere dolcemente la pallina alla base della rete. La russa fa suo dunque il primo set per 7-5 in 55 minuti mentre la bulgara richiede il fisio al cambio di campo, forse per un fastidio all’anca.
Nel 2° set tutto scorre abbastanza facile per Masha che si porta rapidamente in vantaggio 5-2 per poi chiudere 6-2 la seconda frazione. La Pironkova non è più riuscita a “far male” alla campionessa siberiana che, dopo un attimo di sbandamento, ha preso il largo nel punteggio. Ora per la russa ci sarà la vincente tra Monica Nculesco e Paula Ormaechea.
Le condizioni non erano delle più agevoli in campo, con temperature basse e vento: “Sapevo che sarebbe stato difficile quando fa freddo e tira vento e bisogna essere preparati mentalmente per questo. All’inizio ero un po’ fredda e non muovevo abbastanza i piedi poi ho cominciato a sentirmi più aggressiva e molto più a mio agio con il mio gioco“.
A. Shmiedlova b. V. Williams 2-6 6-3 6-3 (Stefano Gaudino)
Il programma del Day 4 sul campo centrale del Roland Garros si apre con la partita tra Venus Williams ed Anna Schmiedlova, match già andato in scena quest’anno a Miami. Il risultato non è però lo stesso, infatti la più grande delle sorelle Williams deve arrendersi al terzo set e rinunciare così all’idea di trovarsi di nuovo opposta a sua sorella al Roland Garros. Le due sorelle che hanno dominato il tennis femminile nell’ultima era, non si incontrano sulla terra di Parigi dal 2002, un’eternità! Allora era una finale; questa volta sarebbe stato solo un terzo turno. In apertura di match sono i servizi a dettare legge. Sino al 5º game, dove la Williams comincia a trovare la risposta, fa due break consecutivi e in pochi minuti chiude 6-2.
Il secondo parziale invece “anticipa i tempi” nel senso che i servizi tenuti da entrambe le giocatrici sono solo due, già al terzo gioco la Williams si porta avanti di un break, non è però centrata come nel primo set a confermarlo e la sua avversaria resta in scia. Ma non solo, perché proprio mentre il match sembrava in mano a Venus, la tennista slovacca infila una striscia di game consecutivi che la portano 5-2 e servizio, mettendo così in cassaforte il set! Si va al terzo!
L’apertura di terzo set è tutta di marca slovacca, con la tennista meno titolata ad andare 3-0 e servizio. Venus perde fiducia, e di conseguenza profondità, gli errori aumentano e il servizio non è più quello di un set e mezzo. La voglia di incontrare sua sorella è alta, e la mette tutta in campo recuperando uno dei due break di svantaggio. Ci troviamo sul 5-3 e servizio Williams quando la slovacca è avanti 15-40, Venus non molla, e annulla due match point. La slovacca potrebbe crollare, ma non è questo il caso. Infatti, al momento di servire per il match, non trema e chiude 6-3. Sarà quindi la slovacca ad affrontare la vincente di Serena Williams-Muguruza, con la prima che potrebbe “vendicare” la sorella maggiore. La Venere del tennis esce dal Roland Garros salutando il pubblico parigino che tanto l’ha incitata e acclamata quest’oggi, e che l’accompagna da un applauso interminabile mentre la giovanissima ragazzina di Bratislava, coprendosi il volto con le mani, quasi non crede a quello che le è successo oggi.
A. Kerber b. V. Lepchenko 6-2 7-5 (Alberto Prestileo)
Angelique Kerber, dopo un’ora e 38 minuti di gioco, batte Varvara Lepchenko in due set, 6-2 7-5, ma non senza difficoltà.
La testa di serie numero 8 parte però subito molto forte ed il set scivola via con relativa tranquillità. Fatta eccezione per il primo game di battuta, la tedesca appare molto sicura al servizio ed aggressiva nei turni di battuta dell’avversaria che riesce a brekkare in due circostanze, al quinto ed al settimo gioco, chiudendo così il parziale dopo 34′.
Il secondo set è invece tutt’altra roba; la statunitense sembra più concentrata mentre la numero 9 del circuito cala sensibilmente alla battuta, dando così modo alla meno quotata collega di brekkarla nel quarto game. Kerber però non molla e controbrekka Lepchenko nel settimo game; da qui in avanti, però, la partita prende la classica piega dei match femminili, durante i quali i servizi vengono rispettati saltuariamente: l’americana infatti si riporta in avanti di un break nel gioco successivo, salvo poi farsi rimontare subito dopo. Si arriva così al decimo game, il più lungo del match. Al servizio c’è la Kerber che, dopo aver annullato svariati set point, riesce finalmente a portare a casa il “15” decisivo ed arrivare al 5-5. Lepchenko però accusa il colpo e non regge più mentalmente: al turno seguente si fa brekkare, consentendo così all’avversaria di andare a servire per il match. A quest’ultima, però, servono 5 match point prima di riuscire a portare a casa la partita, vinta grazie ad uno splendido passante su di una discesa a rete un po’ fiacca dell’americana.
Vincendo, Kerber approda al terzo turno dove affronterà la vincente tra Daniela Hantuchova e Claire Feuerstein.
Le altre partite
Radwanska b. Pliskova 63 64
Buona prestazione di quella che adesso è diventata la seconda – se non la prima, come classifica vorrebbe – favorita del torneo. Opposta alla ceca Pliskova in una specie di festival del break (3 nel primo set e addirittura 6 nel secondo) la Radwanska non è sembrata patire il nuovo ruolo che la prematura uscita delle prime due del tabellone le ha riservato. Al prossimo turno affronterà, invece che la Vesnina, sopredentemente superata in due set, la giovane Ajla Tomljanovic.
C. Suarez Navarro b. Bacsinzski 75 16 64
Nonostante un pericoloso black out nel secondo set, la spagnola Suarez Navarro si è garantita la possibilità di giocarsi un posto negli ottavi contro la rivelazione Townsend. Partita molto complicata per la Suarez e partita con un numero infinito di break, probabilmente agevolata dalle condizioni del campo, veramente una palude. Alla fine saranno addirittura 18 su 29 (!) soltanto che la svizzera li ha distribuiti molto male, concentrandoli nel secondo parziale.
D. Hantuchova b. C. Feuerstein 61 64
Nessun problema per la slovacca, che ha regolato in modo abbastanza secco la rivale francese. Primo set contrassegnato dal fatto che la Feuerstein non è mai riuscita a brekkare l’avversaria, nonostante ben 8 palle break. Secondo set più equilibrato anche se la Hantuchova, che adesso affronterà la Kerber, non ha mai corso seri pericoli.
S. Stosur b. Y. Meusburger 61 63
Tutto facile per l’ex finalista del 2010 che ha disposto senza problemi dell’austriaca numero 38 del mondo, che ha ormai varcato la trentina. La Stosur ha tolto per tre volte il servizio all’avversaria nel primo set e mentre nel secondo la partita si è fatta più equilibrata con l’austriaca capace di ribattere break su break. Adesso per l’autraliana uno scoglio molto duro, quello rappresentato dalla slovacca Dominika Cibulkova, che ha sconfitto anche lei un’austriaca, Tamira Paszek, in due set.
E. Bouchard b. J. Goerges 2-6 6-2 6-1
Con una super rimonta, vincendo 11 degli ultimi 12 game, Eugenie Bouchard conquista il terzo turno a Parigi battendo per 2-6 6-2 6-1 Julia Goerges.