Diyas, prossima "Zarina " del tennis mondiale?

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Diyas, prossima “Zarina ” del tennis mondiale?

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TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Scopriamo qualcosa in più su una delle giovani tenniste più in forma del momento: la kazaka Zarina Diyas, infatti, si è qualificata per gli ottavi di finale del torneo di Wimbledon.

 

 

D’altronde è anche questione di Dna e di destino: se ti chiami Zarina e giochi a tennis, non puoi non provare un’emozione particolare quando giochi nello slam più “reale” al mondo, ossia Wimbledon. 
Ed è stato proprio così anche per la kazaka Diyas, ventuno anni ad ottobre, che proprio ai Championships ha colto il risultato più importante della sua giovanissima, ma già buonissima carriera: quest’oggi affronterà negli ottavi di finale la n.3 del ranking Wta, Simona Halep, ma la sua ascesa è oramai costante a prescindere da come andrà oggi.
Zarina è una delle più giovani rappresentanti del tennis kazako, diventato una realtà di primo piano del tennis mondiale. Ma la Diyas è solo di nascita kazaka, dal momento che ha vissuto in Repubblica Ceca con la sua famiglia dall’età di 6 anni, alla corte di coach Jaroslav Jandus, suo primo mentore.
La sua carriera nei junior è stata intensa, con l’ingresso tra le top20, ma abbastanza breve, considerando che già nel 2009 prese parte, grazie ad una wild card, al torneo WTA di Praga, per lei un po’ il torneo di casa, visti i trascorsi con i suoi familiari. A 16 anni non ancora compiuti, la tennista nativa di Almaty, sulla scorta anche degli ottimi risultati raggiunti a livello challenger, non risentì minimamente dell’emozione della prima volta, battendo  Mladenovic e poi Kvitova, prima di arrendersi ai quarti di finale a Iveta Benesova.
Un battesimo davvero ben augurante per la kazaka,oramai lanciatissima anche nel circuito Wta: a fine 2009 occupava già la posizione n.249 del mondo, ad appena 16 anni e 2 mesi.
Però, purtroppo per lei, non è un caso che sia rimasta nell’orbita delle 200 del mondo più o meno per tre anni, riuscendo a muovere davvero poco la sua classifica, tant’è che dopo un piccolo balzo in avanti verso la metà del 2011, a fine anno venne di nuovo risucchiata oltre le top 200: un infortunio alla spalla risalente agli albori del 2010, infatti, le ha prima procurato
uno stop a causa dell’operazione, che pure è stata tardiva, e poi ha minato alla base la sua fiducia e le sue certezze; così, nemmeno diciottenne, e come spesso sta accadendo a tantissimi giovani atleti, Zarina si è ritrovata a dover ricominciare quasi tutto da capo, e soprattutto a ricercare quelle sensazioni e quei risultati che le avevano consentito di attirare su di sé gli sguardi degli appassionati e degli addetti ai lavori di questo sport.
Urgeva un cambiamento, una svolta, e bisognava avere anche il coraggio di farlo: per questo motivo, Zarina lascia Praga per approdare a Guangzhou, questa volta per essere allenata da Alan Ma, che aveva fatto la fortuna di Shuai Peng. Siamo già alla metà del 2013, e la Diyas con la sua classifica non riesce sempre ad entrare nei main draw dei tornei Wta, per cui spesso deve accontentarsi deti tornei del circuito Itf. Ma si sa, è il prezzo da pagare quando si ricomincia, ed è tutto meno difficile  se e si hanno le persone giuste alle spalle con cui farlo: oltre ad Alan Ma, la kazaka assume nel suo staff un preparatore atletico che si sta rivelando davvero importante per la sua carriera, ossia l’italiano Stefano Baraldo, storico preparatore atletico in passato di Federico Luzzi e Potito Starace, senza contare le collaborazioni con Kleybanova e Pennetta. Il rapporto di Baraldo con la Diyas è in corso da circa un anno, ma possiamo tranquillamente affermare che il  lavoro atletico fatto con Zarina sia stato determinante per la  sua definitiva consacrazione tra le Top 100. E sia negli ultimi mesi del 2013, ma soprattutto all’inizio di questo 2014, Zarina ha cominciato nuovamente ad ingranare e a giocarsela ad alti livelli: dopo aver fallito le qualificazioni agli Us Open 2013, perdendo al secondo turno da Michelle Larcher De Brito, la Diyas partecipa ad alcuni tornei ITF in Asia, riuscendo a vincere il 25.000 dollari di Makinohara, battendo tra l’altro in finale Belinda Bencic,e perdendo in finale a Taipei da Paula Kania, dopo aver sconfitto in semifinale la belga Van Uytvanck, all’epoca n.133 del mondo. A fine anno, Zarina Dyas è risalita al n.163 del ranking Wta.
Ma il lavoro svolto a Guangzhou con Alan Ma e Stefano Baraldo ha cominciato a produrre risultati importanti a gennaio 2014: dapprima è giunta in finale all’Itf di Hong Kong, poi ha tentato per l’ennesima volta le qualificazioni dell’Australian Open, precedentemente sempre fallite. Ha vinto 5 partite (tre di qualificazione e due nel main draw) battendo nell’ordine Krunic, Mitu, Dubois, Siniakova ed Erakovic, e impattando solo contro la romena Halep, autrice a sua volta di una rincorsa ai vertici Wta davvero senza soste.
A fine Australian Open, la kazaka ha ovviamente raggiunto il suo best ranking, n.112 del mondo, e per tutta la stagione invernale, e poi primaverile, proprio grazie a questo è riuscita a ritrovare anche una certa continuità di risultati: da segnalare sopratutto la vittoria al ricco challengher di Quanzhou, il secondo turno al Premier Mandatory di Miami (partendo dalle qualificazioni),dove ha sconfitto tenniste di un certo peso come Camila Giorgi e Alexandra Cadantu, i quarti ai Wta di Kuala Lumpur (battuta 6-4 dalla Cibulkova al terzo) e Strasburgo, dove addirittura ai primi turni ha sconfitto Flipkens e Tomljanovic.
E’ arrivata a Wimbledon toccando il suo best ranking (n.70),grazie alla finale a Nottingham contro Kristyna Plyskova e al primo turno a Birmigham, sconfitta però da Coco Vandeweghe, che sull’erba ha dimostrato di sapersi adattare molto bene avendo vinto il Wta di S’Hertongebosch.
Proprio sull’erba proverà a giocarsi i quarti di finale ai Championships contro Simona Halep, in quella che è la replica dell’incontro del terzo turno di Melbourne: a gennaio venne sconfitta 6-1 6-4, oggi la kazaka proverà ad invertire il pronostico per continuare la sua scalata all’olimpo del tennis; ma qualsiasi fosse il risultato, possiamo tranquillamente dire che è solo l’inizio e Zarina Diyas potrebbe sorprenderci.

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