TENNIS – Mentre il tabellone per il primo Master 1000 nordamericano si andava delineando, il n.1 del mondo si faceva via via più preoccupato. Viene comunque da un periodo che ha definito “Il mese migliore della mia vita, non posso chiedere di più”. Da Toronto

Era un Djokovic rilassato, quello che si è presentato ieri nel Palazzo Legislativo di Queen’s Park, circondato da un bel parco nel cuore di Toronto. Il sole splendeva, e lui non ha lesinato sorrisi e battute col direttore del torneo Karl Hale, il Governatore della provincia dell’Ontario David C. Onley e le varie personalità presenti.

Quando però si è visto comparire il nome di Andy Murray nel suo quarto di tabellone, ha commentato subito a chi lo aveva estratto “Grazie mille!”. Poi si è aggiunto Tsonga, e ha fatto un gesto con la mano come a dire “Andiamo bene…”. Finito il posizionamento delle teste di serie, è stata la volta degli altri nomi: Stepanek (“Diventa sempre meglio!”) e poi Monfils, al che Nole è crollato sul tavolo.

E’ seguita poi la conferenza stampa, in cui si è parlato più di vita personale che di tennis: tra Wimbledon, il matrimonio e il bimbo in arrivo, Djokovic sta vivendo infatti un periodo favoloso. Quando gli è stato chiesto che consigli potesse dare a Raonic, che aspira a diventare n.1 come lui, ha sorriso: “Dovrebbe aspettare che abbia finito io, non aver fretta di arrivarci prima!”. Ne ha comunque esaltato le qualità, dicendo che sono buoni amici anche per comunanza liguistica, e naturalmente gli augura il meglio.

Alla conclusione, c’è stato il momento della foto con la stretta di mano al direttore del torneo. Nole si è raccomandato con i fotografi: “Fate bene questa foto, perché è l’ultima volta che partecipo a un sorteggio!”. Per la stampa è seguito il momento dei cocktail nell’ambiente molto elegante e formale dell’alta politica canadese, ma poi all’uscita anche il cielo era concorde con Djokovic e prometteva tempesta.