Novak Djokovic: "Jo è stato il migliore"

Interviste

Novak Djokovic: “Jo è stato il migliore”

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TENNIS ATP TORONTO – Incontro di terzo turno. J Tsonga b. N. Djokovic 6-2, 6-2. L’intervista del dopo partita

Cosa è successo secondo te?

Beh, prima di tutto, congratulazioni a Jo. Ha giocato un gran tennis. Ha servito molto bene. Era nettamente il migliore oggi in campo. io d’altra parte non ho ero neanche vicino a quello che volevo fare prima di scendere in campo. Non ha funzionato niente. Il gioco da fondo, il servizio, la risposta. Quindi in generale è stata una brutta giornata, una performance davvero deludente. Ma non potevo fare di più.

Nelle ultime 24 ore hai giocato molto. Credi che la fatica abbia influito oggi?

No, non mi sono sentito stanco o altro, se ti riferisci alle partite giocate nei giorni scorsi. È che, anche nella partita di ieri non mi sentivo completamente a mio agio in campo. Non riuscivo a colpire la palla in maniera pulita e ho fatto molti gratuiti. Forse è stata la mancanza di partite su questa superficie, ci vuole tempo. Posso dire che andrà meglio, ne sono sicuro. Non può andare peggio. Mi allenerò nei prossimi giorni il più possibile sul campo e cercherò di essere pronto per Cincinnati. Ovviamente sono deluso di aver perso così presto, ma ho anche avuto un tabellone difficile. Tsonga ha giocato ad un livello molto alto, proponendo degli ottimi colpi, quello che posso dire è bravo e io devo guardare avanti.

Quanto sei preoccupato dalle partite contro Gael e da quella contro Jo di oggi?

Beh, è ancora presto. Sono deluso e sto cercando di capire cosa ho sbagliato. Nei prossimi giorni analizzerò le partite, parlerò con il team e cercherò di migliorare. La fiducia è la cosa più difficile da ottenere e la più facile da perdere. Partite come queste posso lasciare degli strascichi. Ma alla fine non è il primo né l’ultimo match che ho perso nella mia carriera. Sono consapevole del prossimo passo da fare e di cosa ho bisogno. So che domani è un altro giorno e devo dimenticare quello che è successo e andare avanti.

Prima di arrivare a Toronto eri consapevole che forse la tua preparazione non era buona come avresti voluto?

Beh, mi sono preparato per due settimana. Ho giocato molto su questa superficie e sono arrivato prima qui. Toronto è la stessa ogni anno. Non voglio cercare una scusa come la mancanza di preparazione, andiamo avanti. Credo di aver fatto dei buoni allenamenti con ottimi giocatori prima del torneo, ma sono cose che succedono. Non posso continuare a cercare quella piccola ragione per cui ho perso. È solo una giornata storta. A volte riesci a trovare il modo di superarla; altre non ci riesci. Oggi era una di quelle giornate.

In quale momento nel match hai capito che non funzionava?

Molto presto. Voglio dire, quando ho perso il servizio nel primo set e poi sull’1-1, ho fatto un paio di errori gratuiti, e ho avuto solo un break point. Nell’ultimo gioco lui ha fatto degli ace. Quindi mi sono sentito così fin da subito, l’unico game in cui ho sentito di giocare bene è stato il primo della partita. Quindi cercherò di prendere quello ad esempio nei prossimi giorni (sorride).

Come ti fa sentire la prima sconfitta da uomo sposato?

Beh, ho una vittoria ed una sconfitta, non è male, un 50% di successo (ride).

Ti ha sorpreso non essere riuscito a recuperare e a far girare il match dalla tua parte?

Beh, ho sperato di riuscirci dopo il primo set. Mi sono incoraggiato anche quando ero sotto 2-5 e lui stava servendo per il match. Ho lottato. È la competizione, sono qui per questo. Sono sceso in campo per dare del mio meglio e il mio meglio cambia giorno dopo giorno in base a come ci si sente, e non puoi essere sempre al top, al massimo delle tue capacità. Oggi è andata così. Ho cercato di recuperare e di giocare il mio miglior tennis, ma lui ha neutralizzato i miei colpi. Ha giocato tatticamente molto bene, con molta potenza nel servizio e nel rovescio, non potevo fare nulla.

Sei preoccupato dal n.1 del mondo e dal dover difendere i punti o dal doverne guadagnare in vista dello US Open?

No, non ci penso.

 

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