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Editoriali del Direttore

Nel giorno in cui Sara Errani esalta Fabio Fognini invece ci deprime

Last updated: 30/08/2014 8:40
By Ubaldo Scanagatta Published 30/08/2014
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9 Min Read

TENNIS US OPEN – Con il k.o. della Halep già quattro delle prime otto favorite sono a casa. Fra gli uomini solo 2 teste di serie su 16 sono fuori, Gulbis e Fognini. Di 10 azzurri solo Errani e Pennetta le superstiti.

NEW YORK -Dopo 4 giorni di poco o niente oggi finalmente è successo abbastanza.

Ladies first, se non altro perché dopo la sconfitta al secondo turno di tutti e quattro i nostri “maschietti”, con il tenace Lorenzi e l’inguardabile Fognini arresisi a Gasquet e Mannarino, l’Italia si ritrova rappresentata ancora una volta da due ragazze, Sara Errani e Flavia Pennetta (oggi alle prese con l’americanina Nicole Gibbs).

Nella giornata ci sono state quattro protagoniste di storie interessanti:
Sara Errani che vendica tre “stese” e rimonta da 3-5 al terzo set una Venus Williams che dopo 3 US open deludenti pareva tornata in grande forma (e n.20 del mondo dopo aver chiuso il 2011 fuori alle top-100, n.103).
Mirjana Lucic che dopo 15 anni dalla semifinale di Wimbledon raggiunta diciassettenne, spunta dalle qualificazioni e battendo Muguruza, Peer e la favorita n.2 del torneo Halep, raggiunge la seconda settimana di uno Slam.
Belinda Bencic, diciassettenne svizzera che non soffrirà mai quanto ha sofferto la Lucic (prima vittima del padre fino a ritrovarsi costretta a fuggire con la madre e il fratello di nascosto e rifugiarsi in America) ed ha sorpreso la tedesca Kerber che qualcuno ricorderà vittoriosa sulla Pennetta nei quarti del 2011.
Shuai Peng, ottima doppista e grande rivale delle nostre Cichis -l’anno prossimo non giocherà più il doppio con la Hsieh, ma forse con la Hlavackova – discontinua singolarista che è stata anche n.13 del mondo ma oggi è n.39 e chiude ogni anno intorno alla quarantesima posizione mondiale per oscuri motivi. Infatti gioca proprio bene. Oggi ha battuto una Vinci che non ha giocato male salvo che, purtroppo per lei, i punti importanti. “Un anno fa questa partita l’avrei vinta”, ha detto Roberta.
Insomma quattro delle prime otto teste di serie sono già saltate (Halep, Radwanska, Kerber e Ivanovic) e non sono poche. E se agli ottavi della parte bassa del tabellone sono già approdate nel torneo femminile tre outsider, Bencic,Peng e Lucic, con Maria Sharapova unica delle prime otto favorite ancora in gara, nella parte alta – che è un turno indietro, si devono giocare ancora i terzi turni – ce ne sono tre: nel primo quarto Serena Williams dove in teoria l’avversaria più titolata è la nostra Pennetta; nel secondo quarto Kvitova (con mina vagante Azarenka nel suo “ottavo”); e nel terzo Bouchard (che può temere la Makarova).
Williams-Pennetta, Kvitova-Bouchard, Jankovic-Safarova, Sharapova-Errani secondo me sono i quarti a questo punto più probabili.

Veniamo agli uomini, dove le storie sono un po’ meno interessanti per il fatto che tutte le prime 10 teste di serie sono ancora in lizza. Di fatto delle prime sedici due sole sono saltate, la n.11 Ernests Gulbis e la n.15, Fabio Fognini.
Gulbis era avanti per due set a zero con il …compagno della scuderia Bresnik, Thiem, ma si è infortunato sul più bello e ha finito per perdere al quinto mancando l’ennesima opportunità per fare un bel cammino in uno Slam perché al prossimo turno avrebbe incontrato Feliciano Lopez e probabilmente Berdych negli ottavi.

Su Fabio Fognini non so più cosa dire. Mi cadono le braccia. Come suggerisce un apprezzato collaboratore di Ubitennis, Roberto Salerno, è sempre più triste non poter parlare di tennis quando c’è di mezzo Fognini.
Nessuno, dico nessuno fra i professionisti del circuito, si comporta come lui. Quella collanina con su scritta NMM, che sta per “Non mollare mai”, diventa una boutade ironica, o autoironica che nemmeno Gene Gnocchi nel Rompipallone della Gazza o il nostro Trebbi trascurerebbero.
Non solo il suo atteggiamento è assolutamente indisponente, oltre che incomprensibile, non solo ha troppo spesso tutta l’aria di mollare games, set e match in partite che non sono arrivate neppure a metà – oggi con il mediocre francese Mannarino, n.89 Atp (74 posti più giù del suo) dopo un set e mezzo si era già capito come sarebbe andata a finire – ma sentirlo insultare l’arbitro “E’ uno stupido!” rivolgendosi ad un Supervisor del torneo, indigna chiunque abbia un minimo senso dell’educazione. Senza essere bacchettoni anche le bestemmie dovrebbero essere sanzionate, forse addirittura più delle racchette fracassate con sciocca incomprensibile determinazione. A Miami e Montecarlo (e non ricordo dove altro in questo momento) Fabio era uscito fra i fischi del pubblico e questo almeno dovrebbe farlo riflettere. Gli spettatori del tennis non sono gli Ultrà delle curve degli stadi di calcio. Se arrivano a fischiare un tennista che perde, anziché mostrare la consueta simpatica solidarietà per lo sconfitto, significa che quel tennista l’ha fatta grossa.
Marat Safin, John McEnroe, Jimmy Connors, si sono spesso comportati male sul campo, ma nemmeno a loro capitava di uscire dal campo fra i fischi.
In questo Fabio Fognini è decisamente unico. Io non penso che lo faccia apposta, né che se ne renda conto, come probabilmente non se ne rende conto Balotelli. Nè Balotelli né Fognini calcolano i loro atteggiamenti insopportabili con l’obiettivo di… essere più personaggi. Anche se così facendo attirano sempre più attenzione di tanti che si comportano bene. E Balotelli ogni anno guadagna più dell’anno precedente.
Balotelli ha 24 anni e Fognini ne ha tre di più, 27. Il tempo passa, il ragazzo purtroppo non matura. Fuori dal campo è pure simpatico, così come mi dicono calciatori che conoscono Balotelli che SuperMario sia un bravissimo ragazzo (al di fuori e al di là di varie note intemperanze).
Quando un anno fa Fabio vinse i due tornei tedeschi di Stoccarda e Amburgo, fece poi finale ad Umago, tanti scrissero e ringraziarono – io compreso – Josip Perlas per aver dato una svolta alla sua carriera, per averlo finalmente fatto crescere, sia pure con un bel po’ di ritardo a confronto con i suoi coetanei ed ex avversari da junior, Novak Djokovic e Andy Murray.
Purtroppo non era così. E’ vero che Fognini è diventato n.13 del mondo, primo italiano top15 dai tempi di Panatta e Barazzutti, ma il ragazzo non è cambiato. Può giocare benissimo, ma può anche fare partite disastrose. Se facesse queste ultime senza sclerare, senza insultare a destra e manca chiunque gli capiti a tiro, perfino i parenti più stretti, beh sarebbero problemi suoi.
Così però è imbarazzante. E se è vero che il tennis degli Slam è sport individuale, io mi domando se qualcuno della nostra Federtennis potrebbe ogni tanto far sentire la propria voce e, perché no, prendere anche qualche provvedimento “educativo”. Che potrebbe servire da monito non tanto a Fognini, ormai difficilmente recuperabile vista la età, quanto a qualche ragazzino italiano che oggi comincia a giocare a livello agonistico; bisogna far qualcosa di più che semplicemente augurarsi che non segua il suo esempio.


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