US Open pagelle uomini: bravo Cilic, delusione Raonic

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US Open pagelle uomini: bravo Cilic, delusione Raonic

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TENNIS US OPEN – Chiuso l’ultimo Slam della stagione con una grande sorpresa. Promossi e bocciati ma poco per cui entusiasmarsi. Nishikori si ferma sul più bello, minimo sindacale per Djokovic, Federer commovente, Monfils e Murray a tratti incontenibili. Male il nuovo che avanza, Dimitrov e Raonic. Tra gli italiani si salva solo Bolelli

Cilic 10.  Cilic ha messo per circa 4 ore di fila ogni accelerazione di dritto o rovescio, ogni back e ogni prima palla sulle palle break sull’ultimo pezzetto di riga. Ha aggiunto dropshot, volée bloccate e lob di controbalzo. Ha vinto uno Slam fuori dalla top 10. 10, appunto.

Nishikori 8. Molta incertezza, perché Kei ha fatto un torneo meraviglioso per sei partite e poi è entrato con le gambe molli in finale. Perché va bene che Cilic si era trasformato in Goldrake (per evitare di essere blasfemi. O forse per esserlo fino in fondo) ma se perdi tutti i punti sopra i 15 scambi vuol dire che sei anche tu che non stai benissimo.

Djokovic 6. Qui invece è semplice, Djokovic ha fatto il minimo sindacale per un numero 1 del mondo: arrivare in semifinale e perdere onorevolmente con uno che ha giocato meglio di lui. Gran partita contro Murray, anche se lo scozzese alla fine gli ha dato una mano, ma poco altro. E se considerassimo l’intera stagione nordamericana ci sarebbe da mettersi le mani ai capelli. Chissà se anche a lui non convenga staccare e godersi il pargoletto.

Federer 7,5. Poche storie, signore e signori, Federer 2014 è questo: uno dei primi 5 al mondo di questo disgraziato tennistico anno di grazia. E come un top5 a volte vince a volte perde, a volte fa miracoli a volte viene da spegnere la tv. Se cercate il “Re” recuperate vecchi filmati, perché questo è un giocatore che commuove ma che ha poco a che fare con colui che imita.

Wawrinka 7,5. Gioca insieme a Nishikori il match del torneo e questo dovrebbe rendercelo caro, perché Stan stavolta si era preparato bene e forse credeva di potersi giocare meglio le sue carte. Ha avuto la sfortuna di incappare in un Nishikori perfetto e nonostante questo gli ha strappato due set, avendo varie volte la palla break nel quinto, che sarebbe stata decisiva, prima di cedere alla pressione. Se non rientra in depressione, potrebbe dominare quel che resta della stagione.

Monfils 7. Federer racconta spesso che ad un certo punto della sua carriera doveva decidere se farsi ricordare per i suoi risultati o per il suo comportamento. Monfils ha scelto la seconda strada, le sue partite sono sempre uno show che forse maschera una certa angoscia che lo prende nei momenti difficili e sicuramente le enormi difficoltà di rimanere concentrato a lungo. Va a sapere chi mai ci ricorda a noi italiani…

Murray 7. Lo scozzese rimane probabilmente il talento più cristallino, Federer permettendo, della classe post ’85. Ma la continua lotta con fantasmi vari e acciacchi fisici, permette solo di tanto in tanto al quel meraviglioso talento di mostrarsi. Quando succede, come nei primi due set contro Djokovic, o nella vittoria senza discussioni contro Tsonga, rimaniamo tutti a bocca spalancata, ma succede per troppo breve tempo.

Berdych 6. Povero Tomas. Potrà provarci in tutti i modi, arrivare in finale, in semifinale ovunque, perdere ai quarti contro uno che chissà chi era davvero, ma niente: tutti penseranno che è colpa sua, che gioca peggio di quanto non dovrebbe, che è instabile ecc. ecc. Il che fra l’altro è un complimento, visto che stiamo parlando di uno che ha al massimo 5 giocatori davanti. Davvero si pensa che se risolvesse i problemi di testa sarebbe in grado di fare il Grande Slam?

Thiem 7. Lasciate in pace i ragazzini. Thiem arriva alla seconda settimana di uno slam e perde abbastanza nettamente contro un top5, ma ha 21 anni, il tempo è dalla sua parte e il modo con cui ha fatto fuori Feliciano dovrebbe far rizzare le antenne a molti. E il suo rovescio rimane bello tanto quanto quello di Nishikori. C’è vita dopo i Fab.

Kyrgios 6. La grande impresa londinese ha forse illuso un po’ di appassionati. Nick ha 18 anni, è normale e giusto che sia un po’ indietro rispetto a Thiem. A New York ha fatto quello che doveva fare, cioè superare almeno un paio di turni. Ci sta che becchi uno come Robredo e vai fuori, quelli lì fuori non stanno tutti quanti ad aspettare di vedere quanto sei bello e bravo.

Dimitrov 4. Non è ancora il caso di dire “ora basta” però il buon Grigori deve decidersi: o arranca tre metri fuori dal campo – e allora mettiamoci l’animo in pace tutti quanti – o decide di vedere “cosa si prova a liberare la fiducia nelle proprie tentazioni” a costo di fare figure peregrine. Non è possibile restare in mezzo al guado, anche perché poi finisci col perdere persino con Monfils, santo cielo.

Raonic 4,5. Piatti e Ljubicic sono dei fenomeni ma anche loro devono convenire che non bastano le loro qualità per trasformare uno che si muove come un paracarro in uno sprinter. Vero che dopo Cilic qualsiasi cosa è permessa ma Raonic, che magari non è neanche fortunato a beccare sempre l’avversario in stato di grazia, continua a muoversi male e a confidare solo nel servizio. Rispetto a Roma sembra persino aver fatto passi indietro. Eppure il cemento sarebbe la sua superficie ideale. O no?

Tsonga 5. Ahimè non fu vera gloria e non c’è stato neanche bisogno di affidarsi ai posteri per la sentenza. Sono bastate due settimane e un Murray che non aveva voglia di scherzare per far tornare il nostro Jo l’incompiuto che era stato per tutto il 2014. Auguriamogli tanti exploit ma, per quanto le nostre sicurezze siano state scalfite dagli eventi, non crediamo che Tsonga possa arrivare al Master.

Fognini 5. Parliamo di tennis, per una volta. E chiudiamo un po’ gli equivoci, Fognini è un giocatore che merita di gravitare attorno ai primi 20 e che forse raggiunge risultati migliori di quelli che il suo talento gli permetterebbe, grazie al personale modo che ha trovato di smaltire la tensione. Questo non significa che debba perdere da Mannarino, ma neanche che debba porsi obiettivi troppo ambiziosi. E lasci perdere la top10 a meno di non trasformarsi in Cilic.

Seppi 4,5. Anche su Seppi bisognerebbe chiuderla con gli equivoci. Il giocatore ha dato quello che poteva dare, è chiaramente nella sua parabola discendente e non ha nessun senso farlo giocare a Ginevra al posto di Bolelli. Per quanto sia encomiabile la sua serietà e la sua disponibilità e sia impossibile non volergli bene, servirebbe di più qualcuno in grado di servire bene e giocare un dritto più che decente.

Bolelli 6,5. Quando si dice il caso… Simone ha recuperato un tennis più che accettabile e solo la desuetudine ai match importanti – amplificata dal fatto di essere capitato contro uno che non ti molla niente, come Robredo – gli ha fatto perdere la possibilità di giocarsela con Kyrgios. Forse avrebbe perso, chi lo sa, ma Bolelli per un paio d’anni potrebbe essere un giocatore su cui puntare. Speriamo continui così.

 

twitter: @robydoc10

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