Roger Federer è uno dei più grandi giocatori di sempre. E come i più grandi, lo svizzero è amato da tutti, o quasi. Attira l’attenzione anche di chi segue il tennis sporadicamente, perché lo conosce attraverso gli spot televisivi o le inserzioni pubblicitarie sui giornali. Roger Federer non ha quindi dei tifosi normali: lui ha un’autentica falange pronta a sostenerlo e difenderlo contro tutti. A volte però questi tifosi risultano spudoratamente parziali. Proviamo quindi a stilare un compendio delle varie sfaccettature del tifoso medio di Federer, e dei suoi argomenti “da battaglia”.
I tifosi di Federer sono quelli che “Federer è il tennis”. Colpire con meno tospin degli altri non significa essere il tennis. Sicuramente lo svizzero è il tennista fra i primi in classifica che adotta uno stile di gioco più pulito, e che più di altri ricorda quello di qualche decennio fa. Lo dichiara lui stesso. Ma il tennis inteso come contrapposizione di stile è anche quello più divertente dal punto di vista dello spettacolo. Che ci sia stata una uniformazione di stile nel tennis moderno è senz’altro vero (ma ne hanno responsabilità anche magari i gestori del mondo tennistico, no? Quelli che hanno uniformato e rallentato le superfici, o no?) ma vogliamo forse dire che Rafael Nadal non è un campione con un tasso tecnico elevato? Inoltre, la tecnica di gioco è solo una parte dell’insieme delle caratteristiche che compongono un tennista. E siamo tutti d’accordo nel sostenere che RF colpisca benissimo. Non è un caso che alcune sue fotografie dei suoi impatti sono scatti bellissimi, oppure che la sua biomeccanica sia studiata in video analisi nelle scuole tennis. Ma si studia anche Nadal, o Djokovic tanto per nominare i suoi diretti rivali. Lo svizzero è un giocatore d’attacco moderno come lo sono in tanti, perché Federer non è mai stato un tennista alla Edberg o alla Becker; passa per essere considerato “il tennis” dai suoi tifosi solo perché i gesti sono più “puliti” e più “bianchi” di altri. Ha colpi straordinari, alcuni unici, e ci ha fatto vedere delle cose magnifiche sui campi da tennis. Ma anche gli altri non hanno fatto poco eh.
Il tifoso di Federer si considera parte di una casta. Federer è il tennista più chic in circolazione. Ha sponsor per classi sociali elevate come Moet & Chandon e Rolex ed è quello che meno desta la nostra sorpresa quando lo ammiriamo vestito in giacca e cravatta. Ha una sua fondazione di beneficienza, quattro figli, gira il circuito con la famiglia ed è amico dei campioni dello sport. “What else” direbbe George Clooney. Anche quindi solo tifarlo, vestendo il cappellino con il logo che la Nike gli ha appositamente disegnato, o indossando la sua maglietta che anche se non eccezionale come i prodotti americani di una volta non abbandona mai il colletto, ultimo baluardo di quella poca eleganza nei completi da tennis fluorescenti di questi tempi, fa sentire anche il tennista di quarta categoria più elegante, migliore.
Il tifoso di Federer ha un nemico giurato. La falange dei Federeriani combatte da sempre contro quella dei Nadaliani. Gli argomenti (poveri) che si contrappongono le fazioni sono i soliti. “Roger è il GOAT”. “Nadal è un pallettaro”. “23 a 10”, la cifra degli scontri diretti in favore dello spagnolo e un po’ imbarazzante da interpretare. “E allora 17 a 14”, il numero dei tornei degli Slam vinti dai due con lo svizzero in vantaggio (ma a secco da Wimbledon 2012) con lo spagnolo però di cinque anni più giovane (1986 contro 1981). In genere una volta che sono finiti questi argomenti si scende su discussioni da bar nominando la parola doping, accostandola vilmente a Nadal. Un discorso totalmente infondato che vorrebbe lo spagnolo usare chissà cosa per quelle sue mostruose prestazioni atletico-tennistiche, come se invece Roger Federer non fosse uno straordinario atleta capace di danzare sul campo e reggere sulla lunga distanza come tutti gli altri in questo sport.
I tifosi di Federer hanno sempre i giornalisti di riferimento. Anche scrivere delle gesta del campione richiede un approccio ben preciso. Una partita dello svizzero si vive in contemplazione perché trascende i normali sensi impiegati per la visione del Sommo, uditivi e visivi. Una partita di RF è èpos, e come tale va narrata. Il riferimento è Wallace e le sue cronache da Wimbledon 2006. “Roger Federer come esperienza religiosa”. C’è altro da aggiungere? Se qualcuno osa scrivere in maniera critica, o pensate: acritica, su un match di RF, allora si è in malafede. O tifosi di Nadal, ovviamente.
I tifosi di Federer non perdono mai perché lui “gli ha fatto vedere come si gioca a Tennis”. Magari in una delle storiche sconfitte contro Rafa Nadal, che lo svizzero pensava di domare giocando il tennis alla sua maniera mentre avrebbe dovuto e potuto fare tutt’altro per invertire una imbarazzante sequenza di sconfitte contro il maiorchino. Ma un rovescio lungolinea anticipato di piatto nel tennis vale forse più di due arrotate che non tornano nella propria metà campo? Una volée stoppata vale più di un ace? Purtroppo in questo sport un punto bello vale sempre come uno brutto (anche perché, altrimenti, Henri Leconte avrebbe vinto qualcosina, giusto per dire).
I tifosi di Federer sono quelli che “Federer è il GOAT, il più grande di tutti in tempi”. Castroneria. Lungi da noi l’idea di riproporre per l’ennesima volta la questione GOAT, argomento cui si ci confronta come un credente e un agnostico parlerebbero di Dio, possiamo dire senza dubbio che Roger Federer è il GOAT degli autografi. Non dei figli però, record che detiene Ivan Lendl (andando a memoria). Roger però potrà staccarlo negli anni a venire, ma intanto è il GOAT…degli autografi.
Il tifoso di Federer è quello che c’è sempre l’attenuante se RF perde. La sconfitta con Cilic non consente interpretazioni: Roger ha perso bene. “Eh ma lui ha 33 anni”. Ecco. Ora il problema è questo. Se un anno fa c’erano gli infortuni a inficiare le sue disastrose prestazioni, quest’anno abbiamo potuto riammirare il miglior Federer, ancora molto competitivo anche se a secco di Slam da Wimbledon 2012. Infatti, su di lui non c’è niente da dire quest’anno: vincitore di Master 1000, semifinale a Melbourne, ottavi a Parigi, finale a Londra e semifinale a New York. Massimo rispetto per un tennista che fa questi risultati a 33 anni. Ma niente attenuanti sulle sconfitte. Si perdono e si vincono partite con matchpoint contro e a favore, si perdono partite perché fisicamente non si è retto sulla distanza o perché si è sbagliata la strategia di gioco. Insomma: si perde e si vince come perdono e vincono tutti quanti gli altri.
Il tifoso di Federer presidia i Social Network a difesa del divino. Azzardatevi a scrivere un tweet irriverente verso lo svizzero e vedrete cosa succederà. Perderete follower ben che vi vada. C’è gente che risponde direttamente in malo modo, altri che invece linkano dei pezzi dove si lodano sperticatamente le gesta del campione elvetico che smentiscono quanto appena scritto. Insomma: i Federeriani controllano e monitorano anche la rete.
Il tifoso di Federer ha sempre la coda di paglia. Se Serena Williams arriva a 18 Slam superando Federer a quota 17, a parte commentare crossgender il tennis, si imputa questo risultato alla mancanza di avversari nel femminile. È un esempio di straw man argument, l’argomento dell’uomo di paglia. Confutare l’argomento riproponendolo in maniera simile ma errata, distogliendo la discussione dalla tesi iniziale. Provate voi a dire lo stesso sulle vittorie di Roger, a contestare qualche vittoria avvenuta quando gli avversari erano Hewitt, Nalbandian, Safin e Roddick, e vedrete cosa avrete in risposta dalla falange. Sono dei “rosiconi”, prendono esempio dal proprio amato, giocatore che quando perde si rabbuia in volto e scaglia le palle verso i raccattapalle con fastidio, invece che con la consueta dolcezza propria di quando va tutto bene.
Facendo della sociologia spiccia riteniamo che il tifoso del campione svizzero sia quello meno obiettivo, quello che ritiene e giudica GOAT il suo beniamino sull’onda dell’entusiasmo attuale, visto che Federer è ancora attivo. Insomma: la Juventus del tennis. Ovviamente sono considerazioni sommarie, perché ci sono tifosi capaci anche di criticarlo, sia chiaro. Ad ogni modo, esaurita questa analisi che sicuramente verrà recepita come affronto, concludiamo con un’ultima precisazione. Roger ci ha dato tanto da scrivere. Sono stati scritti articoli bellissimi per le sue vittorie e anche per le sue sconfitte. C’è chi dice che dopo il suo ritiro anche scrivere di tennis ad una certa maniera finirà. Noi ricordiamo che anche sull’eclissi politica di Berlusconi si diceva la stessa cosa, ovvero che molti giornalisti non avrebbero più avuto di che scrivere. Oggi, pare che si scriva ancora di politica. Dovremmo quindi sopravvivere anche a Roger Federer (ma si giocherà meno bene a tennis, ovviamente, no?).