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Interviste

Clement: “Jo Tsonga sabato non riusciva più a stringere la racchetta”

Last updated: 27/11/2014 10:43
By Ubaldo Scanagatta Published 27/11/2014
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7 Min Read

TENNIS INTERVISTE – Intervista de l’Equipe al capitano francese Aranud Clement: “Jo Tsonga nel suo incontro con Wawrinka non ha mai detto che aveva male al gomito. Io venerdì sera non lo sapevo…E Roger Federer ha una velocità di gambe impressionante!”

Arnaud Clement è per parecchi francesi sul banco degli imputati, forse soprattutto per aver scelto la terra battuta – “Ma dopo aver consultato i miei giocatori eh!” – e anche per la gestione del weekend, incluse le sue conferenze stampa intrise di piccole grandi bugie.

Quando vi siete resi conto che la finale stava per scapparvi di mano?
Durante il match di Richard con Federer. Ma già sabato sera abbiamo capito che sarebbe stata dura. Puntavamo molto sul doppio. Speravamo di arrivare alla domenica sul 2-1 per noi. Ma quando ho visto come Federer ha affrontato i primi games sulla terra contro Gasquet ho capito che nessuno, salvo Nadal, sarebbe riuscito a contrastarlo.

Vi siete sentiti impotenti?
Con Richard avevamo ben preparato questo match. Il piano di gioco era chiaro. Non volevamo dargli il tempo di farlo colpire di dritto. Ma quando Roger ha cominciato a spingere Richard così indietro, a spingere e a spingere, e i suoi colpi erano così precisi, è diventata quasi una missione impossibile. Richard ci ha provato, ha giocato anche contro natura, lui che vorrebbe giocare in sicurezza. Ma non c’erano altre opzioni. Richard è molto forte nei cambi di ritmo, ma lì era Roger che imponeva il suo ritmo.

Federer vi ha stupito?
Altro che, più che stupito! D’accordo è il più grande tennista di tutti i tempi, ma io ho visto decine di suoi match e lui non gioca tutte le volte così. Soprattutto sulla terra dove può essere impreciso, steccare la palla…Sia nel doppio sia nel singolo contro Richard l’ho visto impressionante anche sul piano fisico. Si conosce la velocità del suo braccio, ma per averlo visto giocare a due metri di distanza vi posso dire che la sua velocità di gambe è stata straordinaria.

Insomma perché avete perso?
Gli svizzeri erano nettamente più forti. Possiamo parlare per ore dell’inizio del terzo set di Jo Tsonga contro Wawrinka o delle cinque palle break del secondo set del doppio, ma non si è perso per una questione fisica o mentale. Si è giocato tutto sulla qualità del tennis praticato. Una semplice questione di livello, di categoria.

Non pensi di aver commesso errori, anche di comunicazione, sabato riguardo al caso Tsonga?
Ammetto che non tutto è stato perfetto. Colpa mia. Bisogna immaginare il contesto. Siamo sotto urgenza e la mia priorità è salvaguardare il gruppo. E non quello che andrò a raccontare alla stampa. Non volevamo dare nessuna indicazione agli svizzeri. Perché avvertirli che Tsonga aveva un problema al gomito? Capisco la frustrazione dei giornalisti in relazione a certe risposte assurde. Mi è costato fare così. Tutto quel che è accaduto con la stampa sabato sera è…mia responsabilità.

Tsonga non sembrava al meglio neppure i giorni precedenti. Era molto nervoso…non hai pensato di escluderlo già venerdì?
No. La sua storia in Coppa Davis, la sua voglia di giocare, la conoscenza che io ho riguardo ai giorni che precedono una finale di Coppa Davis quando tutti i giocatori sono alla ricerca delle sensazioni perfette…tutto quanto mi fa dire che quella opzione non l’ho proprio presa in considerazione.

Eppure sapevi che quel problema al braccio lo angosciava…
Certo, tutto era trasparente. Mi prendo la responsabilità della scelta. Ma era assolutamente impossibile prevedere quel che sarebbe successo. Venerdì sera Jo sente un po’ di indurimento ma non ha dubbi sul fatto che all’indomani, al sabato, sarebbe sceso regolarmente in campo. Tutto è cambiato con il riscaldamento di sabato mattina, non riusciva a stringere la racchetta in mano!

E come ha reagito a quel punto Gasquet?
Beh, era dispiaciuto per il compagno, ma non si è scosso più di tanto. Da giocatore ho vissuto quella stessa situazione ad Alicante nel 2004, ed è dura….Ma non ho avvertito che per Richard fosse un colpo mortale il forfait di Jo. Perché lui ha fiducia anche in Bennetau. Visto poi…forse un effetto indiretto c’è stato.

Siete riusciti a fare un piccolo briefing post-match domenica sera?
No. Ho solo detto loro negli spogliatoi che io ero fiero di loro. Del loro impegno lungo tutto l’anno. C’è un rapporto molto onesto fra noi. Ora lasciamo passare un po’ di tempo, ma riparleremo di tutto, partendo da quanto abbiamo constatato questo weekend: se vogliamo vincere la Coppa Davis bisogna essere ancora migliori.

Clement non ha invece fatto alcun riferimento al fatto che nel 2015 molte squadre super temibili forse non ci saranno. Difficilmente la Svizzera potrà contare su tutti e due i suoi campioni match dopo match, la Spagna è in B, la Repubblica Ceca è un tantino in disarmo per via dell’età di Stepanek, della minor convinzione di Berdych. Gli Stati Uniti non hanno più singolaristi davvero forti e chissà per quanto tempo ancora i gemelli Bryan continueranno ad esibirsi, la Croazia di Cilic e Coric potrebbe far paura, la Serbia ha forse Djokovic ma un Troicki e un Tipsarevic da recuperare, tutte le altre squadre sembrano battibili per la Francia che però…potrebbe anche perdere subito dalla Germania!

 


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