In principio fu l'erba: Wimbledon, Roland Garros e US Open, stessa palla ma superfici proprio diverse

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In principio fu l’erba: Wimbledon, Roland Garros e US Open, stessa palla ma superfici proprio diverse

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TENNIS RACCONTI – Origini storiche e sviluppo delle superfici dei Majors. Dal maggiore Clopton Wingflield e la sua “green grass” ai mousqetaires francesi Lacoste, Cochet, Borotra e Brugnon che con i loro successi stimolano la creazione del Roland Garros sulla “red clay”, fino all’avvento dell’HAR-TRU. Sapevate che HAR sta per le iniziali dell’importatore che trasforma la terra rossa in terra verde?  di NoMercy

La leggenda narra che nel lontano 1873 Walter Clopton Wingfield, ispirandosi al Real Tennis tanto in voga tra i nobili francesi e inglesi, organizzi per i suoi invitati nella sua tenuta a Nantclwyd Hall in Galles un’esibizione di quel gioco che ben presto si trasformerà in quello sport meraviglioso che noi oggi conosciamo e per il quale palpitiamo. Certo che era coraggioso il Maggiore Wingfield, anche perché quel party fu tenuto in dicembre e il clima gallese non doveva essere così clemente in quel periodo dell’anno. Il Real Tennis si giocava al chiuso ma il maggiore aveva a disposizione dei verdi prati e fu quindi naturale utilizzare quello spazio per far divertire i propri ospiti. Non sappiamo quale sia il confine tra leggenda e realtà, quel che è sicuro è che nel 1874 Wingfield brevettò alla camera dei mestieri di Londra questo nuovo gioco. Il nome? Lawn (prato) Tennis, cos’altro?

Il Lawn tennis, venne giocato su un campo a forma di clessidra, molto più corto di quello attuale, e con la rete in mezzo al campo decisamente più alta, per l’esattezza 4 piedi e 8 pollici (poco più di 142 centimetri). Visto che l’idea era quello di giocarlo all’aperto perché non sfruttare i numerosi campi di cricket presenti in Inghilterra? Diffusi in larga scala sul suolo britannico, questi furono non solo la soluzione più vantaggiosa e comoda, ma si adattarono perfettamente alle caratteristiche del nuovo gioco, data la morbidità della superficie. È così che nasce l’indissolubile legame tra erba e tennis.

Nel 1875 il Lawn Tennis divenne parte delle attività presenti al Marylebone Cricket Club, il primo circolo sportivo a utilizzare le regole proposte da Wingfield. L’anno dopo, nel 1876, un altro club a sud est di Londra decide di adottare quel nuovo gioco. Si chiama “All England Croquet Club”. Il gioco piaceva molto ai sussieguosi membri dei club, tanto che si pensò di provare ad organizzare un torneo. Ma prima, due membri del Marylebone Cricket Club, John Moyer Heathcote e Julian Marshall, si incontrarono con Henry Jones dell’All England Croquet Club e decisero di portare qualche cambiamento alla versione originale di Wingfield. Queste nuove regole resteranno praticamente immutate fino ai giorni nostri, 138 anni dopo. L’entusiasmo è tale che l’esclusivo club dall’altra parte del Tamigi, cambia nome e diventa All England Lawn Tennis and Croquet Club. È il 1877, l’anno zero, del tennis: sono nati i “Championships”.

Dopo Wimbledon i tornei si moltiplicarono. In rapida successione nacquero l’Irish Open (1879) e il Northen Lawn Tennis Tournament (1880). Questi tre tornei potrebbero essere considerati gli antesignani dei tornei dello Slam odierni, a tutti gli effetti i Majors del XIX secolo, i tornei più importanti del mondo. Il tennis è ormai uno sport diffuso. Tanto che i fratelli Renshaw, futuri campioni di Wimbledon, non riescono a farne a meno e durante le loro vacanze estive sulla riviera francese, a Beau Site, un quartiere di Cannes, decidono di costruirsi dei campi. Naturalmente in erba. Ma i due non avevano fatto i conti col fatto che una cosa è la dolce estate britannica, altra la torrida estate del sud francese e ben presto i campi in erba si rovinarono.
Indispettiti dalle condizioni in cui ben presto si riducevano i campi, un paio d’anni dopo ai due fratelli venne un’idea: ricoprirono i campi in erba con una polvere ricavata da vasi di terracotta prodotti in una vicina fabbrica di Vallauris, dove erano soliti comprare i loro vasi ornamentali. La soluzione fu così brillante che i campi non si rovinarono più e ben presto proliferarono tra i vicini. Il successo mise in crisi la povera fabbrica di vasi di terracotta, che non riusciva più a star dietro a quel rapido incremento di richieste. E fu per questo che ci si rivolse alla polvere di mattore tritato.

Bisognerà però aspettare una trentina d’anni per la nascita della mescola ufficiale che noi tutti conosciamo. Nel 1909 la compagnia inglese “En tout case”, riuscì a produrne in grandi quantità e diventò esportatore a livello mondiale del nuovo materiale terroso.

Nel frattempo la nuova superficie aveva fatto proseliti anche tra gli organizzatori dei tornei. Nel 1891 erano nati i Championnat de France (torneo all’epoca aperto solo ai giocatori membri di club francesi, e che 34 anni dopo diventeranno gli Internazionali di Francia) che si svolgevano alternativamente alla Ile de Puteaux e al Racing Club de France fino al 1908. La superficie del Racing Club è la Red Clay creata dai fratelli Renshaw 12 anni prima. Tanti altri tornei vennero organizzati sul rosso, soprattutto nella Costa Azzurra: a Nizza a Montecarlo, a Cannes; e anche la Homburg Cup in Germania, adotta la stessa superficie. Le Olimpiadi parigine del 1900 si disputano sulla terra rossa così come quelle del 1924. Nel 1913 la prima edizione del World Hard Court Championships viene riconosciuta dalla federazione internazionale, diventa il primo vero Major su red clay e lo resterà fino al 1923. Nel 1928 gli internazionali di Francia si giocando allo Stade de Roland Garros. Il tempio della terra battuta non cambierà mai più sede.

Nel frattempo dall’altra parte dell’oceano si gioca su erba. Gli US National Championships a Newport, si inaugurano nel 1881 e ben presto diventeranno la risposta americana a Wimbledon.  Ma i campi in terra si svilupparono fin da subito anche sul suolo americano, soprattutto sulla costa Ovest dove il clima era più inclemente per i campi in erba. All’inizio vennero usate mescole tese ad imitare l’invenzione dei Renshaw, ma dal 1909 la nuova versione “en tout case” importata dall’Inghilterra diventò anche qui la più diffusa. Fino al 1928 quando un importatore dell’epoca, tale Horace Robinson, comincia a cercare una formula diversa per evitare di rivolgersi ad un fornitore così lontano e necessariamente così costoso.  Il nostro Robinson, venuto a conoscenza di una roccia di colore verdastro, usata dalla Funkhouser Company della Pennsylvania per costruire i tetti, la unisce alla mescola europea: è nata la Har-Tru. Har perché erano le iniziali del suo nome (Henry Alexander Robinson); tru perché gli ricordava il “true color” dei campi verdi in erba. L’Har-Tru ha un successo clamoroso e ben presto diventa la terra più usata per i campi nordamericani. Tutti i tornei che utilizzavano la Red Clay europea passarono ben presto alla nuova green clay: dallo US Clay Court Championships, al torneo di Cincinnati fino al Canadian Open (tanto per citare due tornei tanto in voga oggigiorno). La Har-Tru raggiunge l’apice del proprio successo nel 1975 quando gli US Open abbandonano l’erba e decidono di sostituirla proprio con l’invenzione del signor Robinson. Nessuno si sarebbe aspettato che questo fosse l’inizio della fine. L’avvento del cemento avrà come effetto la sparizione di una superficie che sembrava non dovesse cambiare mai più. Gli Us Open tengono l’Har Tru per appena 3 anni, fino al 1977. Quando il torneo si sposta a Flushing Meadow, nel 1978, è già tempo di cemento.

NoMercy

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