Auguri a Nalbandian, "el Rey" della racchetta

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Auguri a Nalbandian, “el Rey” della racchetta

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Oggi, 1° gennaio, David Nalbandian compie 33 anni. Ripercorriamo brevemente la carriera di uno dei tennisti più talentuosi e abili degli anni 2000, ma troppo spesso tradito da un fisico fragile e dal temperamento emotivo

Purtroppo una delle ultime immagini di David Nalbandian su un campo da tennis è legata a un episodio alquanto increscioso e infelice. La scena si svolge nel 2012, durante la finale del torneo del Queen’s, uno dei “templi” del tennis per tradizione e bon ton. E, proprio qui, il talentuosissimo ex tennista argentino infrange quelle regole tanto care agli organizzatori e frequentatori del celebre Club londinese, sopraffatto dall’ “ira funesta” per aver subìto il break nel secondo set dall’avversario Marin Cilic.

Dopo aver vinto il primo parziale per 7-6, David si trova sotto 3-4 e, persa la calma, sferra un violento e malauguratissimo calcio al pannello pubblicitario di legno posizionato davanti alla sedia di un giudice di linea. Il pannello si spezza ferendo il giudice che si ritrova con la tibia insanguinata.

Per Nalbandian la finale finisce lì.

Viene squalificato e Cilic si ritrova improvvisamente con il trofeo tra le mani, un po’ imbarazzato e forse anche un po’ dispiaciuto per come si è conclusa la sua prima finale sull’erba.

Certo, per l’argentino era una grandissima occasione. Dopo un ritorno alla grande a seguito dell’ennesimo infortunio, all’età di 30 anni, Nalbandian aveva raggiunto la sua 23esima finale, la seconda sull’erba ma, soprattutto, non aveva più vinto un torneo dal 2010, a Washington.

David Nalbandian era anche questo. Un temperamento a volte irrequieto ed emotivo che gli impediva di trovare quella costanza e concentrazione in campo e in allenamento, necessarie per attuare exploit eccelsi e ripetuti nel tempo che solo pochi riescono a realizzare.

Ma, al di là di questo, va sottolineato quanto David sia stato “torturato” dagli innumerevoli infortuni che ne hanno minato il fisico nel corso degli anni, impedendogli così di raggiungere quella “perfezione” riservata in particolare ai tennisti estremamente competitivi dal punto di vista fisico. Addominali, anca, spalla, ernia: insomma, il povero David si trova ad affrontare problemi fisici di ogni tipo.

Nonostante questo, però, il tennista di Cordoba – di origine italo-armena – riesce comunque a perseguire una carriera invidiabile, costellata di successi e premiata con la 3a posizione mondiale raggiunta nel 2006. Ma non solo. Nalbandian finisce l’anno nei Top 10 per 5 volte.

L’argentino conquista 11 titoli Atp, tra cui 2 Master 1000 nel 2007 (a Madrid e Paris-Bercy) e, soprattutto, la Tennis Masters Cup a Shanghai nel 2005, sconfiggendo Roger Federer al 5° set dopo aver perso i primi due al tie-break. Raggiunge inoltre la finale a Wimbledon nel 2002 battuto nettamente da Lleyton Hewitt, nonché la semifinale in tutti e quatto gli slam.

El Rey David“, come veniva chiamato, è stato appunto uno dei grandi avversari del campionissimo svizzero, avendo ottenuto contro di lui 8 vittorie a fronte delle 11 sconfitte. La prima vittoria degna di nota su Federer la ottiene da junior, in finale allo US Open nel 1998.

Un unico neo, se così possiamo definirlo, nel bel percorso tennistico dell’argentino, è certamente quello di non aver conquistato un titolo dello slam e, per questo, egli resta uno degli ex-giocatori più abili e talentuosi ad aver mancato questo ambitissimo traguardo.

Un altro successo rincorso con passione è stato senza dubbio la conquista della Coppa Davis, successo mancato in finale nel 2004, nel 2008 e nel 2011. Nel 2008, in particolare, la delusione è cocente più che mai: l‘Argentina perde inaspettatamente in casa contro la Spagna priva di Rafael  Nadal, dopo la vittoria dello stesso Nalbandian su Ferrer. Tennista dal carattere affermato, si troverà poi spesso in contrasto con il compagno di squadra Juan Martin Del Potro che rifiuterà più tardi la convocazione in Davis.

Dopo l’ennesimo infortunio, questa volta alla spalla, nel 2013 David decide di mettere fine alle competizioniLa mia spalla non mi permette di continuare a competere ad alto livello” dichiara l’ex n. 3 del mondo, “è difficile annunciare il ritiro da uno sport che mi ha dato così tanto, gli sono davvero grato“.

Dotato allo stesso tempo di potenza e tocco, Nalbandian sapeva dosare perfettamente cambi di velocità variazione e precisione. Celebre per l’abilità con cui metteva a segno le smorzate, l’argentino rimane uno dei tennisti più completi e dotati tecnicamente del circuito.

Insomma, se il tennis gli ha dato tanto, anche “el Rey”, ha dato tanto al tennis e, di certo, nell’attesa magari di vederlo un giorno sulle tribune nei panni di coach – perché no, non si sa mai ! – le sue “battaglie” con i più grandi Federer, Nadal & Co. ci mancheranno ancora a lungo…

Ma intanto, in questo 1° gennaio 2015, i nostri migliori auguri di buon compleanno ad un grande artista della racchetta

 

 

 

 

 

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