Australian Open: (s)punti tecnici da bordocampo, due giorni al via

(S)punti Tecnici

Australian Open: (s)punti tecnici da bordocampo, due giorni al via

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A quarantotto ore dal via, gli ultimi allenamenti sono molto interessanti: Eugenie Bouchard picchia, Feliciano Lopez affetta, Venus Williams tentenna e Rafael Nadal va stranamente di fretta

Osservare il tennis al massimo livello da vicinissimo, a due metri dagli atleti, in una situazione di calma e senza l’assillo del pubblico di appassionati e fan che normalmente prende d’assalto le sessioni di allenamento dei campioni, è uno dei piaceri e dei privilegi concessi ai fortunati che ne hanno la possibilità grazie ai “media pass”, i quali consentono un accesso anticipato ai “courts” rispetto agli spettatori di giornata.

Il mio primo “Australian Open day”, sabato 17 gennaio, è coinciso con il turno decisivo delle qualificazioni – per noi italiani molto amare, vista l’eliminazione in tre set di Andrea Arnaboldi, come ha raccontato il collega Roberto Cappuccio, che ha sofferto insieme a me e a coach Fabrizio Albani al campo 11 durante la sfortunata partita contro il giovane picchiatore francese Laurent Lokoli.

Gli “spunti tecnici da bordocampo” più interessanti di oggi, però, sono stati offerti dagli allenamenti della mattina presto. Sul campo 21 è andata in scena una “training session” sulla carta molto intrigante, protagoniste Eugenie Bouchard e Daniela Hantuchova. Non avendo mai visto prima dal vivo, figurarsi da così vicino, l’emergente più gettonata del circuito WTA, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione.

Le mie speranze di vedere qualche progresso in termini di variazioni e tagli da parte di “Genie”, però, magari da provare e perfezionare proprio al di fuori delle competizioni, sono state deluse da subito. La canadese, non appena concluso il riscaldamento da metà campo, ha immediatamente cominciato a tirare mazzate a tutto braccio su ogni singola palla, talmente a freddo da andare spesso fuori giri, sbagliando parecchio, e mettendo addirittura in difficoltà e fuori ritmo la malcapitata Daniela, che un paio di malcelate occhiatacce alla “ragazzina terribile” le ha scoccate anche se in modo scherzoso. Non so se, a questo punto, la Bouchard sarà mai capace di evolvere il suo gioco: detto questo, quando le entrano tre botte di fila sono convinto che farebbe punto anche a molti uomini.

Dopo un po’, hanno iniziato a entrare a Melbourne Park le frotte di bambini diretti alla festa e all’animazione a sfondo tennistico del “kid’s day”: come era prevedibile, in pochi minuti il campo a maggior tasso di avvenenza del giorno è stato circondato, e mi sono rivolto così alle mie spalle, court 23, attratto da un suono di palleggio alquanto singolare: schiocchi potenti alternati a fruscii quasi impercettibili. Ciò che mi sono trovato davanti, dal punto di vista tennistico puro, è stato uno spettacolo notevole, sotto forma di Juan “Pico” Monaco e Feliciano Lopez impegnati sulla diagonale destra: topponi violentissimi dell’argentino con il dritto, incontrati e addomesticati uno dopo l’altro da rasoiate con lo slice di rovescio dello spagnolo. Una meraviglia tecnica, colpo dopo colpo, che ha perfino finito per rivaleggiare, richiamando un po’ di osservatori, con il fascino di Daniela e Genie.

In conclusione, due ultimi appunti “dietro le quinte”, che possono anche non avere grandi significati, ma che ritengo meritevoli di segnalazione: il primo, Venus Williams ha interrotto spesso il suo allenamento, scuotendo la testa, provando piegamenti e stretching, e parlottando con lo sparring. Ripeto, può essere stata semplice stanchezza, ma dal campo non l’ho vista affatto convinta e determinata.

Il secondo, Rafa Nadal durante il match play (la “partitella” di fine allenamento) con Richard Gasquet, di cui ho visto solo la fine, andava a mille all’ora: non con i colpi, che mi sono sembrati i soliti, ma con i tempi. Più rapido di Agassi, faceva due palleggi a terra e via il servizio, tra l’altro tirato sempre a fare ace. Nessun tic, nessun rituale, nessuna pausa di concentrazione: una botta dopo l’altra e basta. Era la prima volta che vedevo Rafa in allenamento, può essere che gli capiti di fare così senza ragioni particolari, ma certamente – come a chiunque sia abituato a vederlo in partita – la differenza mi è saltata all’occhio subito.

Domani, per tutti i protagonisti, ultimi ritocchi e soste ai box: da lunedì si fa sul serio, e come tutti gli appassionati non vedo l’ora di assistere allo spettacolo, sperando di riuscire a trasmettere ai lettori di Ubitennis almeno una parte del fascino e della magia del major più allegro, rilassato e ben organizzato di tutti. “Happy Slam”, nel senso più letterale del termine.

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