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Rassegna stampa

Spareggio di Fed Cup: povera Italia, non starai… Serena! (Martucci). Il ritorno a Indian Wells: Serena perdona i razzisti (Clerici)

Last updated: 11/02/2015 14:19
By Alberto Giorni Published 11/02/2015
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8 Min Read


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Spareggio di Fed Cup: povera Italia, non starai… Serena! (Vincenzo Martucci, Gazzetta dello Sport)

Piove sul bagnato. Dopo il crollo di Genova da 2-0 contro la Francia, il sorteggio dei playoff per restare nel gruppo mondiale impone alle azzurre di Fed Cup gli Stati Uniti, e quindi l’avversario peggiore possibile. Di più: un ostacolo forse insuperabile se tutte e due le sorellone Williams, o anche solo Serena, decideranno di partecipare. Il campo, sicuramente la terra rossa, sicuramente in Italia — magari a Milano, da sempre preferito a Roma dalle ragazze di Corrado Barazzutti, ma purtroppo anche dalle Williams —, può solo attutire, al momento, l’impatto dello sbarco americano. Che sarà presumibilmente in massa per la norma Itf che pretende tre presenze alla Coppa in due anni per l’eleggibilità all’ambitissima Olimpiade di Rio de Janeiro 2016. E, nella scia delle Williams, attirerà nella squadra di Maty Jo Fernandez anche la picchiatrice Madison Keys, appena esplosa agli Australian Open.

CONTRACCOLPO Errani e compagne si stanno leccando le ferite dopo la batosta con Mladenovic e Garcia, più sorprendente nel modo — da 2-0, e poi con la Caporetto delle numero 1 del mondo di doppio — che nella sconfitta in sé contro le due belle atlete tele-guidate al 105 Stadium da capitan Amelie Mauresmo. I tornei sulla terra in Sud America e quelli sul cemento in Asia dovranno ridare fiducia in vista dei mega test di Indian Wells e Miami, perché le italiane arrivino trasformate ad aprile e quindi alla stagione sul rosso europeo. Per reagire, saranno fondamentali, come sempre, lo straordinario spirito di squadra, l’orgoglio e la voglia di rivincita delle piccole-grandi donne del nostro tennis cui il destino, dopo qualche sorteggio favorevole — due Fed Cup vinte su America II senza le Williams —, presenta il conto con gli interessi, minacciando una clamorosa retrocessione in serie B della nazione-leader dell’ultimo decennio, con 4 titoli in 5 finali.

PENNETTA L’eroina di Coppa che ha marcato visita per concentrarsi su Dubai e Doha, è stata molto vicina al gruppo. E quasi sicuramente, appena vedrà le compagne (a Indian Wells?), darà la disponibilità a capitan Barazzutti. Che nicchia: «Ho troppo rispetto per quanto ha fatto in nazionale, deciderà lei». Sicuro però della reazione del gruppo: «E’ formato da giocatrici che hanno dimostrato di essere delle campionesse con un grandissimo carattere, reagiranno anche stavolta per girare al 120 per cento e affrontare a viso aperto, motivatissime, le avversarie molto molto difficili che ci aspettano». In questi giorni, il capitano ha sentito Sara e compagnia: «Stanno anche peggio di me, ci tengono tanto, ce la mettono sempre tutta, ma nello sport succede anche di non rendere, com’è successo purtroppo sul 2-0 di Genova (…)

—————————————–

Il ritorno a Indian Wells: Serena perdona i razzisti (Gianni Clerici, La Repubblica)

NON c’ero, 14 anni fa, a lndian Wells, un torneo organizzato dal mio amico Charlie Pasarell, un tennista portoricano che arrivò n. 1 yankee nel ’67, e poi si diede al business. Non c’ero, ma chiesi al collega Bud Collins cos’era davvero accaduto, quando il pubblico aveva preso a fischiare, diremmo noi, ma in realtà a fare buu-buu, l’equivalente Usa dei fischi a qualcosa o qualcuno che si disapprova vivamente, un atteggiamento negativo, nei casi estremi simile all’insulto. Oggetto del buu, spesso intriso di razzismo, erano state le sorelle Williams, una il giorno della semifinale, l’altra in finale. Le due Williams, allora n. 3 Venus e 6 Serena, avrebbero dovuto incontrarsi tra loro ma, pochi minuti prima della semifinale, Venus annunciò di soffrire di tendinite a un ginocchio. Il pubblico ritenne che l’improvvisa tendinite fosse stata decisa dal padre-padrone Richard, che allora manovrava le figlie come burattine. Due giorni dopo, quando Serena scese in campo contro Kim Cljisters, e il supposto regista e Venus giunsero in tribuna, ci furono altri buu, tanto insistenti che Richard mostrò l’indice agli spettatori che continuarono, a tratti, le riprova-zioni sonore durante il match, terminato peraltro con la vittoria di Serena 4-6, 6-4, 6-2. Ora, dopo 14 anni, Serena ha annunciato l’intenzione di rigiocare quello che molti definiscono il 5° Slam, un torneo misto, uno dei 4 che la Wta ritiene obbligatori.

«Indian Wells ha un posto speciale nel mio cuore— ha detto Serena — è il luogo in cui ho vinto il mio primo match da prof, ma ho anche smarrito un pezzo di me stessa. Per tanti anni non ho immaginato di poter rivisitare uno dei momenti più tragici della mia carriera. Ma, al tempo stesso, sono tremendamente cresciuta come tennista e, quel che è più importante, come essere umano». Dopo simili dichiarazioni molti si sono chiesti se, il 9 marzo, Serena andrà in campo sola o seguita dalla sorella maggiore, e l’agente di Venus, Carlos Fleming, ha risposto diplomaticamente «Venus non me ne ha ancora parlato». Il direttore, Raymond Moore, ha dichiarato che il suo torneo aveva pronti due inviti per entrambe le sorelle che non si erano iscritte nei termini previsti, e anche la prima presidente afroamericana della Usta, Katrina Adams, si è palesata con una mail facendo sapere che .il passato è storia, il presente un dono».

II mio amico Chris Cleary, del New York Times, ha scritto che Serena già si era iscritta l’anno passato, per poi ritirarsi, e Raymond Moore ha detto di ritenere che le discussioni in famiglia l’avessero scoraggiata, il che mi sembra equivalga a sospettare che il padre, seppur meno padrone, non si fosse ancora quietato. In simile storia, in cui mi pare emerga, insieme a un aspetto umano, un altro aspetto variegato, si insinua poi la presenza dell’acquirente del torneo che appartenne al sovracitato Pasarell, LarryJ. Ellison, uno degli uomini più ricchi del mondo, cofondatore di Oracle, ora semipensionato e proprietario di giocattoli da grandi. Dopo l’uscita sul Times, Serena ha rifiutato, durante il match di Fed Cup con l’Argentina, di accennare a Indian Wells. Ma non si è risparmiata dichiarazioni che, con un minimo di logica, non mi sentirei di dissociare con le intenzioni, peraltro positive, della nuova presidentessa Usta, che l’etnologo Berlusconi definirebbe abbronzata. Non solo le Williams hanno sommerso le ragazze argentine, ma si preparano ad una sorta di esibizione agonistica della quale saremo privilegiati spettatori noi italiani (…)


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