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(S)punti Tecnici

ATP Indian Wells: (s)punti tecnici, primo e secondo turno

Last updated: 18/03/2015 14:45
By Luca Baldissera Published 16/03/2015
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7 Min Read

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Poche sorprese all’inizio del primo Masters 1000 della stagione: pur sconfitto, le cose più interessanti le ha fatte vedere Dustin Brown, l’ultimo giocoliere del tennis

Il dritto folle di Dustin

I primi turni del Masters 1000 di Indian Wells, dal punto di vista tecnico, si sono svolti in modo piuttosto standard, senza offrire situazioni di particolare interesse. I migliori del tabellone maschile, con qualche eccezione (Stan Wawrinka sorpreso da Robin Haase), sono andati tutti avanti senza problemi, e il match probabilmente più bello e combattuto (Grigor Dimitrov opposto a Nick Kyrgios, e vittorioso al tie-break decisivo) non ha potuto avere una conclusione ad armi pari, a causa della distorsione alla caviglia destra rimediata dal giovane australiano proprio prima di andare a servire per il match sul 6-5 nel terzo set.

Lo spunto che merita comunque di essere analizzato riguarda uno dei pochissimi giocatori (con lui forse solo Alexandr “The Dog” Dolgopolov, che sta facendo benissimo in California) in grado di offrire spettacolo sempre e comunque, con il suo tennis tanto personale da non poter nemmeno essere inquadrato in una tipologia tecnica: il tedesco di origine giamaicana Dustin Brown. “Dreddy”, questo l’ovvio nickname derivante dalla lunga capigliatura rasta che esibisce, è un autodidatta dotato di talento a dir poco immenso nel colpire la palla, con esecuzioni assolutamente fuori da ogni logica biomeccanica, colpi sferrati di puro braccio (e nemmeno tutto, come vedremo), che ogni volta sembrano “sparati a caso”, pare impossibile che gli stiano dentro, eppure…

I suoi buoni risultati negli ultimi tempi Dustin li ha in ogni caso portati a casa, non è certamente uno da top del ranking – nemmeno da primi 50, se è per quello, migliore classifica 78 ATP – ma quando va in campo lui può sempre succedere di tutto, e Rafa Nadal, ridicolizzato sull’erba di Halle l’anno scorso, ne sa più di qualcosa. Nel torneo di Indian Wells in corso Dreddy è stato sconfitto di misura (7-6 al terzo set) dal kazako Andrey Golubev, un tipo bello solido e non facile da affrontare sul duro: ma per larghi tratti del match il malcapitato Andrey non ci ha letteralmente capito nulla, e ne è uscito solo grazie alla – ovvia – mancanza di continuità dell’avversario.

Il colpo da fondocampo più efficace e contemporaneamente assurdo come esecuzione tecnica di Brown è il dritto. Il servizio è molto buono, mulinello rapido e anticipato, nulla di “strano”, il rovescio bimane è estremamente contratto con preparazione corta in linea e swing brevissimo, un colpo “al limite” e poco fluido, ma anche qui siamo ancora nei confini di una tecnica personale, non del tutto fuori dagli schemi. Quando Dustin lascia andare il dritto, invece, oltre a tirare botte terrificanti, il suo movimento mi lascia esterrefatto ogni singola volta: è semplicemente incredibile che da uno swing del genere escano palle tanto efficaci, senza grande rotazione, e praticamente illeggibili per gli avversari.

Già nella fase di preparazione Dreddy fa tutto a modo suo: gomito alto che si sposta all’indietro trascinando la racchetta, la cui testa è chiusissima, rivolta in basso verso il campo. Dopodichè la conclusione del backswing è in linea come il rovescio, senza nemmeno un accenno di ovalizzazione, e gomito che si porta a contatto del fianco (!) nel momento dell’inizio del movimento a colpire, e da lì non si sposta più (!!), lasciando l’intera fase di accelerazione all’avambraccio, unitamente a una torsione strappatissima del busto-spalle e a una fase di sospensione e avvitamento con le gambe che staccano pur rimanendo rigidissime (!!!). Il tutto si conclude con un follow-through – ammesso che si possa parlare di accompagnamento in questo caso – che porta la testa della racchetta al fianco opposto, sempre con il gomito rasente al torso, salvo un minimo di rilascio ovviamente dovuto all’inerzia. Roba da matti. In breve, se a Dustin legassero il braccio sopra il gomito attaccandoglielo al busto, questo fenomeno giocherebbe il dritto uguale, senza quasi accorgersene.

Da questa esecuzione Brown ricava vincenti su vincenti, qualche volta certo gli scappa il gratuito anche di metri, ma per esempio contro Golubev alcuni “strettini” diagonali, cortissimi e nonostante l’angolo estremamente veloci, sono stati dei capolavori che in tanti anni avevo visto fare solo a un altro giocatore dalla tecnica molto personale, e dotato di talmente tanto talento nel braccio da potersi permettere spesso di usarne solo mezzo (come detto, gomito basso e bloccato, tutta l’azione solo di avambraccio e mano): il signor John McEnroe.

Siamo su pianeti diversi come qualità globale, chiaramente, ma se anche solo ogni tanto, con qualche colpo e nemmeno per tutto un match, il buon Dustin è capace di farmi tornare alla mente “McGenius”, io personalmente gliene sono e sarò sempre più che grato. Giocoliere.

One-Handed Backhand Appreciation Corner

Riprendiamo con colpevole ritardo l’angolo del tifo per i Cavalieri del Bene, gli Illuminati della presa Eastern, in eterna lotta per preservare dall’estinzione la meraviglia tecnica del rovescio a una mano, assediati da ogni parte dalla barbarie delle Nemesi Bimani. Dopo gli Australian Open, deludenti per i Guerrieri della Luce salvo la semifinale conquistata da Stan-The-Man, al primo “mille” americano abbiamo come sempre il Vecchio Jedi Roger, il Giovane Apprendista Bulgaro Grigor, e poco altro: il Talento Transalpino Richard è fuori, Stan-The-Man anche. E’ dura.

Nel tabellone femminile la nostra Giovanna D’Arco, Carla Suarez Navarro, rimane l’unica a portare avanti la bandiera appartenuta a Martina Navratilova, Steffi Graf, Jana Novotna, Gabriela Sabatini, Amelie Mauresmo, Justine Henin e Francesca Schiavone: che rischiano davvero di rimanere le ultime giocatrici nella storia del tennis a vincere Slam lasciando andare libero verso il cielo il finale dei loro fantastici rovesci, senza la deplorevole costrizione della mano opposta. Il buio è sceso definitivamente sul circuito WTA, e sembra che sarà una notte senza fine.


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TAGGED:ATP Indian Wells 2015Dustin Brown
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