ATP Miami interviste, Djokovic: “Oggi non mi sentivo a mio agio ma ho lottato per vincere”

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ATP Miami interviste, Djokovic: “Oggi non mi sentivo a mio agio ma ho lottato per vincere”

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ATP Miami: N. Djokovic b. A. Dolgopolov 5-7 7-5 6-0. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

Oggi ci sono stati come due match in uno. Cos’è successo fino al 4-1 nel secondo set, come è cambiata la partita?

Di sicuro non ho avuto una grande partenza come nei primi due match. Mi sentivo come se oggi non fosse la mia giornata. Anche nel riscaldamento era uno di quei giorni in cui non ti senti granché mentalmente. Ma ho lottato. Ero frustrato, ho perso la mia compostezza nel primo set perché non mi sentivo a mio agio. Quindi ho solo cercato un modo per rientrare nel match, lui stava giocando bene, ha un gioco molto poco ortodosso, è un avversario pericoloso, cambia spesso ritmo, e può fartelo perdere a te. Ero in difficoltà e per un set e mezzo lui è stato il tennista migliore. Poi ho cominciato a crederci di più, a combattere di più dentro me stesso, è stata questa la battaglia più grande che ho combattuto oggi. Sono rientrato al momento giusto è ho trovato il modo di vincere, questa è la cosa positiva che posso trarre da questo match

Solo una brutta giornata? Nessun problema fisico?

No, semplicemente ho giocato molti match. Ho avuto un grande inizio di anno ma ora mi sta chiedendo una specie di pedaggio mentale. Non mi sento molto fresco sul campo. Ma sono ancora nei quarti del torneo e il giorno di riposo di domani mi servirà per recuperare soprattutto mentalmente, perché fisicamente sto bene. Spero di poter giocare meglio la prossima volta.

La prossima settimana arriverai a 141 settimane al n°1 del mondo, agganciando Rafa al 6°posto di tutti i tempi. Fai attenzione a questi traguardi? E cosa significano per te?

Ovviamente sì. Sono molto orgoglioso di questo traguardo e di essere per così tante settimane al n°1. Mi riporta sempre alla mia infanzia e ai primi giorni della mia carriera quando sognavo di diventare il n°1 del mondo. Non do niente per scontato. Ho dovuto lavorare sodo per arrivare fin qui e ancora di più per rimanerci. Ne sono consapevole e spero di mantenere la costanza e l’autodisciplina e sono sicuro che così i risultati arriveranno.

Sei preoccupato da questa sorta di “fughe alla Houdini”? Perché in tutti e tre i tuoi match qui ti sei trovato in situazioni complicate da cui sei venuto fuori.

Beh, nello scenario ideale, nel mondo perfetto non perdi un set e vinci il torneo, ogni torneo che giochi. Ma questo non è possibile. È così che va nella vita e nello sport. È normale avere alcuni alti e bassi e momenti in cui ti senti più o meno a tuo agio in campo. Anche se qui ho vinto molto e sono il n°1 non è scontato che arrivi facilmente in finale. Ci sono migliaia di giocatori al mondo che lottano per arrivare in questi grandi tornei. Sono più preoccupato delle aspettative che la gente ha su di me, tutti pensano che io possa sempre vincere facile ma sul campo è diverso. Devo meritarmelo e se ho una brutta giornata come oggi posso anche perdere. Sono stato ad un paio di game dalla sconfitta ma sono felice di aver recuperato e questo mi dà tanta fiducia in me stesso. Ora sono nei quarti e cerco di analizzare le cose su cui devo lavorare, soprattutto mentalmente. Devo essere al massimo per battere Ferrer nei quarti.

Quando hai perso il game del 5-4 nel primo set hai rotto la racchetta e sei uscito dal campo, la folla ha fischiato e tu hai alzato le braccia. Cosa volevi dire?

Semplicemente chiedevo scusa per il gesto. Ma come ho detto prima sono sceso in campo e non mi sentivo a mio agio. Non senti bene la palla e hai le gambe pesanti. Ero frustrato. Ma ne sono uscito. Alex ha giocato molto bene a fine del primo e all’inizio del secondo. Il risultato di oggi sarebbe stato diverso se non fossi riuscito a recuperare e giocare alcuni bei colpi. È stato un match strano da cui posso trarre cose positive per il prossimo.

Che cosa hai fatto in particolare per ricomporti? Eri frustrato, nervoso. Ti sei detto qualcosa in particolare o come ti sei calmato?

Ho cercato di calmarmi perchè dentro avevo un gran fuoco (ride). Ho cercato di ritrovare lo stato mentale in cui sono sereno e in controllo, è lì che mi sono concentrato. Non è tanto una questione di gioco ma di superare tutti quegli ostacoli e sfide che ti servono per recuperare.

Pensi che il Novak di qualche anno fa avrebbe perso questa partita?

Probabilmente sì. L’esperienza e il lavoro, capire come migliorare, crescere, diventare un giocatore migliore e una persona più forte mentalmente mi hanno sicuramente aiutato a trovare una soluzione nelle situazioni difficili.

Il prossimo è uno scontro fra veterani con David. Quali sono i tuoi pensieri sul match con Ferrer?

Hai detto due veterani?

Sì.

Ti riferivi a me?

È tanto che sei sul Tour…

Ok, grazie, è la prima volta che me lo dicono.

L’ho detto in senso buono.

No aspetta questo per me è un traguardo, è una cosa fantastica da sentire (ride). Devo riordinare i pensieri. La realtà mi ha appena colpito. Grazie. È tanto che gioco ma non mi avevano mai dato del “veterano”. Ok, giocare con David sarà uno scontro fra veterani e il veterano più giovane vincerà (ride). Scusa non so cosa dire, sono completamente divertito da quello che mi hai detto.

 

Traduzione di Paolo Valente

 

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