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Interviste

ATP Miami, Djokovic:”Sono un po’ stanco ma spero di giocare il mio tennis migliore”

Last updated: 03/04/2015 18:23
By Redazione Published 03/04/2015
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8 Min Read

ATP Miami: N. Djokovic b. D. Ferrer 7‑5, 7‑5. L’intervista del dopo partita Novak Djokovic

Novak, ripensando al match, quanto è stato cruciale il gioco del 4-2 nel primo set?
Beh, è sempre un momento cruciale quello del contro break, soprattutto verso la fine del set. Lui ha cominciato molto bene; non ha fatto troppi errori ed è riuscito a ottenere il break. Io invece, all’inizio, non sentivo bene la palla. Ma sapevo che avrei avuto le mie chances rimanendo concentrato e continuando ad  impegnarmi. Ma li ho dovuti guadagnare i miei punti. Ho dovuto combattere per tutto quello che ho ottenuto stasera in campo, perché certo lui non stava regalando niente.  Questo si vedeva in campo.  Lo so che è un grande competitore, uno che macina molto e che cerca sempre di farti giocare un colpo supplementare. Per questo è uno dei top 10 da tanti anni ed è così duro da battere.

Qualche pensiero sulla semifinale?
Sarà una partita diversa da quella di stasera. John è probabilmente il miglior servitore che abbiamo attualmente. A 6’10” può colpire qualsiasi angolo con quel servizio. Ha vinto contro Dimitrov, Raonic e Nishikori negli ultimi tre match, quindi merita molto rispetto. Gioca molto sicuro qui. Oggi ha giocato alla grande contro Nishikori. Penso che abbia migliorato il suo gioco da fondo campo. Lui ovviamente si appoggia molto sul suo servizio, ma ora è anche bravo a rimettere bene la palla.  Gli piace ruotare sul suo rovescio e colpire poi con il diritto. Questo è il suo colpo favorito, quindi so cosa aspettarmi.  Ha il suo modello di gioco, come ognuno di noi.  Proverò ad analizzare il suo gioco, a ricordarmi le cose che ho fatto bene a Indian Wells due settimane fa e cercherò di vincere ovviamente. Spero di giocare la sera così le condizioni saranno un po’ più lente, questo potrà forse aiutarmi a conquistare qualche punto in risposta, anche se so che sarà un match serrato.

Il fatto che tu lo abbia battuto da poco, credi che condizionerà l’andatura del match?
Beh, questo è un torneo diverso, con condizioni differenti. Penso che domani si sentirà più sicuro perché ha battuto uno dopo l’altro giocatori del top 10. Sono sicuro che questo gli stia dando un vantaggio mentale. Cercherà di essere aggressivo. Proverà a prendere le sue occasioni, so che farà questo. Ha poco da perdere e molto guadagnare.  Ed è questo il modo in cui giocherà.  Proverà a prendere dei rischi, a tentare dei colpi vincenti. È un giocatore molto pericoloso. Inoltre, come ho accennato prima, con il servizio che ha, può giocare bene su tutte le superfici. Può mettere tanta pressione sul servizio dell’avversario. Ecco perché per me è importante rimanere calmo e concentrato, sperando di sfruttare le occasioni quando si presenteranno.

Dopo l’ultima volta che abbiamo discusso preferisco non definirti “veterano”, ma tu, comunque, conosci bene queste situazioni. Come riesci, invece, a trovare un equilibrio tra la paternità, la programmazione rigorosa e la partecipazione a tutti questi tornei dove quasi sempre raggiungi la finale o la semifinale?
Nella vita niente è facile, ma io sto godendo di questo momento. È un nuovo capitolo della mia vita.  Diventare padre mi ha portato gioia e felicità.  Naturalmente è una responsabilità e ne sono consapevole. Mia moglie ed io stiamo imparando.  È una cosa nuova che stiamo sperimentando.  Non siamo stati mai genitori prima, quindi cresciamo insieme come coppia e insieme al nostro bambino. Sto provando a prendere soltanto le cose positive dell’essere padre. E questo si riflette anche sui buoni risultati in campo. E’ il mio nuovo modo di vivere: una volta uscito dal campo comincio il mestiere del genitore, che naturalmente è il mio ruolo e mi rende felice.

Puoi raccontarci che cosa ricordi della tua prima partita contro Ferrer nel 2004 e qualcosa su quel torneo che è stato così importante per te.
Sì, Bucarest, in Romania. Mi ero qualificato e quello è stato, credo, il primo ATP della mia vita.  Ho vinto contro Clement e perso al primo turno da Ferrer in tre set sulla terra rossa. Me lo ricordo molto bene perché è stato il primo ATP. Una grande esperienza. La Romania è un paese limitrofo, quindi ero vicino casa e ho avuto un buon sostegno del pubblico. E’ stato uno dei tornei che hanno fatto da trampolino alla mia carriera.

Ancora una cosa sulla paternità, che cosa ti ha sorpreso di più o una cosa a cui non avevi pensato, legata all’arrivo di un bambino?
Ogni cosa mi sorprende. Non avevo particolari aspettative e non sapevo cosa avrei dovuto aspettarmi.  E’ la prima volta che sono padre e per mia moglie è lo stesso. Naturalmente ne abbiamo parlato con altre persone e abbiamo provato a preparci mentalmente.  E’ una responsabilità, devi organizzare te stesso e la tua vita, perché è una nuova vita che nasce e devi prendertene cura. Un figlio è la priorità assoluta. Non c’è dubbio. Ogni singolo giorno mi regala qualcosa di nuovo, una nuova luce, un nuovo capitolo da cui impariamo, qualcosa che ci aspettiamo, da accogliere e custodire. Ci rende semplicemente felici. Veramente. E come ogni genitore al mondo, desideriamo il meglio per il nostro bambino. Proviamo a dargli tutto l’amore e l’attenzione possibili.

L’altro giorno hai detto che ti senti mentalmente un po’ stanco.  Forse ora lo stai superando?
Oggi in effetti è andata meglio, questo è sicuro.  Mi sono sentito abbastanza bene fisicamente.  Mentalmente è ancora un po’ dura. Sono riuscito a recuperare la mia capacità di resistenza perché ho avuto un giorno di riposo, che sapevo mi avrebbe fatto bene. Ora gioco di nuovo domani sera, sarà una sfida mentale enorme per me. Ma aspetto questo appuntamento. E’ la fase finale di un grande evento e questo è il motivo per cui sono venuto qui, per giocare le partite importanti. Spero di poter giocare il mio tennis migliore.

 

Traduzione a cura di Maria Cristina Graziosi


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