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Reading: WTA Miami, Serena: “Mi ritirerò quando sentirò di non riuscire più a giocare bene”
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Interviste

WTA Miami, Serena: “Mi ritirerò quando sentirò di non riuscire più a giocare bene”

Last updated: 06/04/2015 9:48
By Redazione Published 05/04/2015
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9 Min Read
Foto by Art Seitz

WTA Miami, Finale. S. Williams b. C. Suarez Navarro 6-2 6-0. L’intervista del dopo partita a Serena Williams

Ben fatto oggi. Complimenti. Ottavo titolo. Come ci si sente?

È molto bello. Non posso dire che sono arrivata qui pensando di vincere l’ottavo titolo. Mi sento un po’ strana. Sicuramente sono felice comunque di essere riuscita ad ottenerlo.

Com’è questo rispetto agli altri 7?

Tutti i titoli sono speciali. Alcune finali sono state lunghe, altre più corte. Ma non conta. Alla fine dietro ognuno di questi titoli c’è tanto lavoro. Quello che è importante e arrivare alla fine della settimana con il trofeo in mano.

Nelle ultime settimane hai avuto dei problemi al ginocchio, non eri sicura di giocare. L’esultanza al momento della vittoria è stata piuttosto contenuta. È stato perché l’hai battuta così nettamente?

Oggi ero molto concentrata e pronta. Quando stai vincendo 5-0 40-0, non è una sorpresa vincere. Di solito hai già accettato il fatto che tu stia per vincere. Per cui, non so, secondo me non è carino essere avanti 5-0, vincere ed esultare clamorosamente, saltando e cose così. Quando sei sul 5-5 è diverso, non sai come finirà.

Hai dedicato questa vittoria a tuo padre. Sta bene di salute? Come mai non è qui a Palm Beach?

No, sta bene. Aveva delle cose da fare. Negli ultimi tre giorni era molto arrabbiato perché non riusciva a venire. Ma sì, per il resto sta bene. Gli volevo far sapere che penso a lui. Gli porterò il trofeo a casa.

La terra rossa europea si sta avvicinando. Come ti preparerai?

Sì, voglio essere costante e migliorare un po’ fisicamente. Sulla terra giochi partite più lunghe, sempre, quindi mi ci devo preparare. Sono pronta, anche a divertirmi.

Giovedì hai detto che avevi bisogno sia di riposarti che di allenarti nel giorno di pausa. Hai allenato qualcosa nello specifico che ti ha aiutato a giocare così bene oggi, o è stato il riposo a fare la differenza?

Credo sia stato riposare e recuperare la fiducia nei miei colpi. Ho giocato un paio di partite in cui ho fatto quasi 60 errori gratuiti, quindi dovevo riacquistare la concentrazione e dire, Serena, normalmente non giochi così, quindi vai in campo e gioca come sai.

Il 2001 è stato l’ultimo anno in cui qualcuno vinse consecutivamente Australian Open e Roland Garros; in quel caso fu Jennifer (Capriati). È ovviamente molto difficile da fare. Perché è così difficile secondo te?

Non so perché succeda così raramente. E non so se io sia in grado di riuscirci, non l’ho mai fatto prima quindi… Non so se sia davvero così difficile, è solo che a volte sbagli e sbagli nel momento sbagliato. Succede.

Qual è la tua programmazione per il Roland Garros?

Giocherò in Fed Cup e Madrid.

Martina (Navratilova) ha vinto dodici volte un torneo, a Chicago se non sbaglio. Credi di poter vincere Miami 12 volte?

Spero proprio di no. Vorrebbe dire che starò ancora giocando.. quanti anni avrei?

No, speriamo che non ci arrivi a 12.

Nelle tue partite precedenti hai detto che non eri soddisfatta del servizio e che facevi fatica. Dicci oggi come ti sei sentita e a che livello eri con quel colpo.

Sì, come ho detto, ho dovuto improvvisare in molte delle mie partite. Francamente, oggi ho tolto un po’ di velocità perché non riuscivo a servire come al solito. Normalmente faccio tanti aces, e tutti molto forti, veloci.

Non in questo torneo. Guardandola da un’altra prospettiva, è positivo sapere che posso vincere facendo affidamento solo sui colpi da fondo. Non è solo un colpo che fa la differenza, ho un gioco a tutto campo. È consolante, ma allo stesso tempo voglio sicuramente tornare ad avere il mio solito servizio. Semplicemente non ho avuto tempo per allenarlo. Ho avuto un po’ di infortuni, e quando mi alleno più che servire palleggio da fondo.

In questo momento è come se fossi in territori un po’ inesplorati: hai 33 anni, sei numero 1 al mondo da due, ed hai fatto capire che ad un certo momento arriverà il ritiro. Per quanto a lungo pensi di poter dominare il tennis femminile in questo modo?

Non lo so. Sto facendo il meglio che posso. Ogni giorno mi sveglio, gioco e mi rendo conto che riesco ancora a giocare bene. Fin quando sarà così probabilmente continuerò. Nessuno può dire quanto tempo sia.

Lei ha uno dei più bei rovesci ad una mano del circuito. All’inizio della partita è stato come se tu glielo avessi tolto. Qual era il tuo piano, era una tattica anche per colpirla psicologicamente?

No, non ci ho proprio pensato.

Cercavi di tirare più da quella parte?

No, non in particolar modo. Non avevo in mente né di mirare al rovescio né di tirare sul dritto. Non è mai la mia tattica, non riesco a farlo, finisco per peggiorare le cose. Cerco solo di giocare il mio gioco, non sono il tipo di giocatrice che dice: oh, ha un dritto debole, tirerò il 100% delle volte lì. Io non riesco a farlo.

Quest’anno non hai ancora perso. Credi che questo possa essere l’anno per il Grande Slam?

No. Cioè, non lo so. Non posso rispondere ad una domanda del genere. Ovviamente chiunque vinca gli Australian Open pensa poi al Grande Slam. Io ho vinto in Australia sei volte e non ci sono mai riuscita. Non voglio dire che questo sarà l’anno, ma anche che non lo sarà. Chi lo sa..

Hai un mantra o qualcosa che ti dici per riacquistare fiducia? Qualcosa che ti tiene motivata?

Mi dico sempre di essere concentrata e di giocare un punto per volta. Anche se sono molto avanti o molto indietro nel punteggio, penso sempre un punto alla volta. Non penso mai più in la di uno o due punti. È una mentalità che mi aiuta tanto.

Credi di capire meglio il tennis ora rispetto a qualche anno fa, in termini di tattiche, gioco, e tutto il resto?

Sì, sicuramente sì. Penso di riuscire a leggere il gioco delle mie avversarie meglio. Quando gioco contro qualcuno, dopo 3 games mi dico: okay, ora so dove mi tirerai. So che proverai a fare questo o quello, o ad esempio quando chiamano l’allenatore in campo so cosa proveranno a cambiare del loro gioco.

Prima non credo ci riuscissi. È questione di esperienza ed età. Non sto dicendo che un diciottenne non ci riesca, ma per me c’è voluto più tempo. Comunque ora riesco a capire ciò che succede molto in fretta.

Tu e Martina ridevate parecchio alla presentazione. Di cosa parlavate?

Le ho detto, ancora tu? Perché mi consegna sempre lei i trofei ultimamente. Lei è una grande, è sempre una fonte di ispirazione, e vederla mi rende felice.

Traduzione di Lorenzo Dicandia


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