Il campione scozzese è convolato a nozze con la sua storica fidanzata Kim Sears nella Cattedrale di Dunblane, in una giornata di grande festa per tutta la Scozia
Andy Murray si è sposato in queste ore con la compagna di sempre Kim Sears, nella Cattedrale di Dunblane, paese natale dello scozzese n.3 del mondo. Il campione di Wimbledon 2013 ha incontrato e conosciuto la sua attuale compagna (la coppia viene da nove anni di fidanzamento), artista laureata in letteratura nata nel Sussex, quando erano entrambi teenagers in un circolo di tennis (circostanza non sorprendente se si ricorda che Kim è la figlia dell’allenatore di tennis Nigel Sears).
La cerimonia, officiata dal reverendo Colin Renwick, è iniziata alle 16 locali (le 17 in Italia), sotto un acquazzone primaverile tipicamente scozzese. Il tempo, a partire dall’arrivo dello sposo in rigoroso kilt scozzese, è stato estremamente variabile: pioggia, sole, di nuovo pioggia mista a grandine: “Grandine, meraviglioso!” ha esclamato un’emozionata Judy Murray, che incurante di ogni regola di galateo e tradizione, si è presentata vestita di bianco, con buona pace della sposa, ormai nuora e come tale da far soffrire sin dall’inizio del loro rapporto famigliare …
Sono tre i testimoni dello sposo: il fratello Jamie e gli amici Ross Hutchins e Carlos Mier, mentre sono ben quattro le damigelle di Kim.
Un gran numero di fan erano attesi e si sono accalcati lungo le strade che hanno condotto gli sposi, naturalmente separati, verso la Cattedrale, nel tentativo di salutarli e festeggiarli. La stessa Dunblane, cittadina di 9000 abitanti situata nel centro-sud della Scozia, si è alacremente preparata all’evento. La strada principale è stata decorata ad hoc, con molti negozi che hanno allestito le loro vetrine in tema con l’evento, attirando l’attenzione di diversi turisti e visitatori. Una macelleria ha mostrato e venduto orgogliosa hamburger a forma di cuore (“ci stiamo sbizzarrendo con salsicce, hamburger e torte, è un evento molto positivo per la nostra cittadina, ci permette di mostrarci al mondo e attirare turismo”). Gli addobbi e le decorazioni s’incontravano dovunque, un negozio che vende abiti nuziali alcune settimane fa ha inviato in omaggio a Kim Sears una giarrettiera su misura con cuciture incastonate di cristallo e con ricamate sopra le iniziali della coppia, la data di nozze e il luogo, Dunblane appunto. Qualche giorno più tardi ha ricevuto una lettera di ringraziamento. “Non vedo l’ora” – dice Lesley Ann Anderson, la proprietaria del negozio – “penso sia il sogno di ogni bambina, il luogo è incantevole e tutti aspettiamo di vedere come sarà Kim col suo abito!”
Una volontaria del museo della città, tale Betty Cameron, esclama entusiasta: “La gente che era qui a visitare il museo nei giorni scorsi parlava continuamente degli orari dei treni che collegano Edimburgo a qui. Alcune persone possono trovare la loro città troppo affollata, ma le persone che hanno vissuto a lungo a Dunblane conoscono Andy e la sua famiglia: è come un qualsiasi ragazzo del tuo paese che convola a nozze: la gente del posto è felice e sorridente per questo e ciò è davvero bello!”. Già, esattamente come un ragazzo qualsiasi, che celebra le nozze e poi riceve gli invitati nel suo lussuosissimo albergo prima di tornare a calcare i campi da tennis più importanti del pianeta…
Tra i pochi vip invitati, l’attore e autore televisivo britannico James Corden, ma soprattutto non poteva mancare Tim Henman, colui che a cavallo degli anni 2000 ha tenacemente ma inutilmente tentato di regalare il trionfo ai suoi connazionali durante il regno di Pete Sampras (7 titoli vinti dall’americano a Wimbledon tra il 1993 e il 2000 con la sola eccezione del 1996, quando ad imporsi fu l’olandese Richard Krajcek), al quale è stata affettuosamente intitolata la collina del parco di Wimbledon dalla quale un’impressionante moltitudine di tifosi sprovvisti di biglietto seguono accampati i match del torneo (collina che negli ultimi anni è stata ribattezzata, ça va sans dire, Murray Hill).
“Ce l’ho con gli inglesi? Ma se ne sto per sposare una!”
Un rapporto a due facce quello con l’Inghilterra e la Corona. In effetti, dalla vittoria di Wimbledon 2013, primo britannico a riuscire nell’impresa 77 anni dopo Fred Perry, Murray ha vissuto un’intensa luna di miele con tutto il Regno Unito, anche se gli inglesi si sono molto risentiti quando lo scozzese, alla vigilia del referendum dello scorso Settembre sull’indipendenza della Scozia poi vinto da chi era contro, si schierò, sebbene molto timidamente, a favore dei sì. D’altra parte, gli inglesi hanno tutte le ragioni per abbracciare senza se e senza ma un figlio di Scozia che ha restituito loro il trionfo sui leggendari prati dell’All England Lawn Tennis & Croquet Club, costringendo molti detrattori del tennis inglese a limitare le loro critiche (celebre una frase di Rino Tommasi che suonò come una sentenza di fronte all’ennesimo tentativo fallito, a cavallo del 2000, da Tim Henman di riportare a casa il trofeo: “Gli inglesi hanno inventato il tennis e sperano di tornare protagonisti, ma la verità è che lo giocano poco e male!”).
Ruggero Canevazzi e Luca De Gaspari
