ATP Barcellona: è la terra di Kei Nishikori

ATP

ATP Barcellona: è la terra di Kei Nishikori

Pubblicato

il

 

Testa di serie numero 1 e detentore del torneo, Kei Nishikori fa suo per la seconda volta consecutiva l’ATP di Barcellona. Ad Andujar il merito di averci offerto una finale più equilibrata del previsto in un torneo tutto sommato deludente per molti aspetti

 

[1] K. Nishikori b. P. Andujar 6-4 6-4

Non che qualcuno si aspettasse qualcosa di diverso, ad Andujar non si chiedeva che di offrire una buona resistenza. In fondo lo spagnolo aveva vinto le ultime 3 finali giocate – tra cui quella sin troppo chiacchierata contro Starace – e l’unica volta che aveva incrociato il detentore del torneo sulla terra lo aveva battuto, proprio qui in Spagna, anche se a Madrid. Insomma era giusto che si  potesse completare la sua “settimana da Dio” se non proprio vincendo opponendo una qualche resistenza. Cionostante il modo con cui Nishikori ha fatto quello che ha voluto, per l’intera settimana, rimane sconcertante. Il giapponese, nonostante una svogliatezza che neanche oggi lo ha abbandonato, è apparso di un’altra categoria rispetto a quelli che hanno calcato i sempre meno affollati corridoi del Real Club di Pedralbes, giocatori inclusi ovviamente. E no, non ci stiamo scordando di Rafael Nadal o di Ferrer o vedete voi. È che Kei è come se avesse una marcia in più, che tiene a riposo a lungo per utilizzarla quando serve. Oggi ha avuto un mare di problemi. Poco preciso il servizio, poco reattivo nella risposta, meno affissiante del solito negli scambi. Dall’altra parte un giocatore in grandissima fiducia, che da domani sarà numero 42, che aveva fatto fuori uno dietro l’altro Ramos, Mayer, Feliciano Lopez, Fognini e Ferrer, cioè gente non proprio appena arrivata. E che oggi ha messo subito le cose in chiaro brekkando immediatamente il giapponese, che ha messo una prima su 8 nel suo lento inizio. Ebbene, ogni volta che a Nishi è servito accelerare non ha avuto il minimo problema.

Recuperato immediatamente il break, a zero, Nishikori si è svogliatamente trascinato fino al 5 a 4, regalando un paio di dritti a campo aperto che avrebbero potuto fargli risparmiare un po’ di tempo. Tutto questo mentre Andujar giocava come meglio non poteva, aggredendo ogni volta, tirando dei bellissimi rovesci lungolinea, spingendosi a rete, smorzando. Nel decimo game semplicemente Kei ha alzato la soglia d’attenzione e al primo set point ha chiuso alzando paurosamente la velocità di un rovescio prima e di un dritto poi.

Andujar non si è scomposto mentre come spesso gli succede, Nishikori ha cominciato il secondo set col freno a mano tirato. Salvate due palle break con la collaborazione dello spagnolo – che forse doveva capire che in questi momenti è inutile fare qualcosa di particolare – nella terza è stato costretto ad una seconda troppo leggera, che Pablo ha brutalizzato con un drittone imprendibile. Stavolta Kei non ha recuperato subito, anche se nel quarto game ha avuto due opportunità per portarsi in parità annullate stavolta con pieno merito da Andujar, prima con un rovescio incrociato perfetto e poi con una gran prima. Bisognava aspettare l’ottavo game perché Nishikori decidesse che poteva bastare e al primo break point rintuzzava un improbabile tentativo di S&V di Pablo, che si è trovato immediatamente la palla tra i piedi alle prese con una demivolée troppo complicata forse persino per Edberg. Quando lo spagnolo tornava a servire sul 4 a 5 il cielo diventava ancora più grigio, e sul 30 pari è stato persino crudele il suo primo doppio fallo, quello che portava Nishi al match point. Il torneo finiva qui, perché Pablo non metteva la prima e la seconda era soltanto un assist per la risposta di rovescio lungolinea che regalava al giapponese la seconda vittoria consecutiva sotto il Tibidabo, oggi nascosto da un’insolita foschia.

Si chiude così un torneo francamente deludente, che è stato accompagnato da una curiosa mestizia che deve aver coinvolto, – oltre che il cielo di Barcellona, grigissimo in questi ultimi tre giorni – anche l’organizzazione che è stata tutt’altro che perfetta, soprattutto rispetto agli altri anni, rendendo un po’ oneroso il compito del vostro cronista, che – seppure conscio che in ogni caso sia “sempre meglio che lavorare” – spera di trovare migliore accoglienza ad Istanbul, al netto della cortesia di molti ragazzi di qua.

Ma naturalmente i problemi veri sono stati altrove: il giorno dopo  la sconfitta di Nadal, faceva una certa impressione la sala stampa praticamente vuota, soprattutto considerato che i primi giorni si doveva sgomitare per trovare uno spazio tra gli spagnoli. Ma anche il nostro interesse, dopo la sconfitta di Fognini,  si è un po’ annacquato.

Per fortuna c’è stato Andujar. E Nishikori.

 

nishikandu stats

 

 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement