Novak Djokovic: "Non mi sento invincibile, tutto questo potrebbe finire velocemente"

Interviste

Novak Djokovic: “Non mi sento invincibile, tutto questo potrebbe finire velocemente”

Novak Djokovic si presenta in sala stampa e dichiara di non sentirsi invincibile, e che questo periodo potrebbe finire anche rapidamente. Nole è felice e con la testa già a Parigi in quella che per lui è un’annata anche migliore del 2011, fin qui

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A chi dedichi questa vittoria?
Alla mia famiglia, mia moglie e mio figlio, ai miei parenti che erano qui e a mio fratello. Non ci vediamo spesso ed è stato bello vederli qui attorno a me questa settimana. Staremo ancora assieme qualche giorno prima di andare a Parigi.

Sull’episodio della bottiglia di Champagne in campo, stappando la quale Novak si è tirato il tappo sul naso sfiorando l’occhio.
Sono molto fortunato ad avere ancora l’occhio. Io e Mr Champagne abbiamo avuto una discussione (ride ndR). Forse proprio perché non bevo champagne lui se ne è risentito e mi ha colpito nel naso.

Come hai fatto a far svoltare la partita in tuo favore?
Sono stato capace di trovare la via della partita nel momento in cui sono riuscito a rispondere bene. Poi ho iniziato a muovere bene Roger per il campo. Anche la risposta vincente sul 30-30 sul 5 a 4 del primo set. Sono momenti in cui capisci che stai giocando bene.

Una domanda filosofica: cosa significa per te essere un campione? Cos’è un campione per te?
Non penso che per definirsi campione servano solo i risultati. Per definirti campione devi avere tante altre qualità: devi essere responsabile, dentro e fuori dal campo, e devi essere grato alle opportunità che ti si presentano giorno dopo giorno. Per quanto mi riguarda questa è la definizione di campione.

Sei da molto tempo al numero 1 ATP. Senti la pressione di perdere questa posizione?
Durante gli anni sono riuscito a capire come gestire la paura. Non penso che scansare la paura funzioni: meglio affrontarla. Prima fallivo sotto la pressione, poi ho imparato da questi fallimenti, che mi hanno rinforzato e mi hanno consentito di arrivare dove sono oggi. È molto importante credere in sé stessi e superare la paura. Delle volte la paura e la pressione hanno la meglio su di noi.

Dopo questa ennesima striscia di match vinti consecutivamente, e il titolo Master 1000 numero 24, com’è quest’anno rispetto al 2011? Cosa hai imparato da quell’anno?
Il fatto di aver vinto tanti incontri di fila è una cosa che inconsciamente mi porta a poterlo fare ancora una volta. Io continuerò ad andare avanti finché ce la faccio. Non voglio pensare alla paura, non voglio che questa interrompa la mia striscia. Cerco di fare il meglio che posso. Non so cosa mi riserverà il futuro ma l’importante è farsi trovare nella giusta posizione per influenzarlo, il futuro.

Sul lavoro che c’è dietro le sue vittorie e anche su alcune sue sconfitte.
Ho perso molte finali nella mia vita. Non ricordo il numero esatto di finali perso, ricordo meglio le vittorie. Ma le vittorie non arrivano facilmente. Bisogna lavorare per far sì che si verifichino.

Novak, ti senti invincibile?
Non mi sento invincibile. Il fatto che sto vincendo molti incontri mi aiuta mentalmente contro i miei avversari. Mi sento forte mentalmente. Ma capisco anche la sicurezza che ho trovato deriva dal lavoro duro e può essere persa in una settimana o due. Bisogna continuare con questa dedizione al lavoro perché tutto potrebbe svanire.

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