ATP Nizza: Thiem vince la maratona con Mayer e conquista il suo primo titolo (Audio esclusivo)

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ATP Nizza: Thiem vince la maratona con Mayer e conquista il suo primo titolo (Audio esclusivo)

Bellissima ed estenuante finale in terra francese, alla fine la spunta l’austriaco dopo quasi 3 ore di gioco con il punteggio di 6-7(8) 7-5 7-6(2). Per Thiem primo successo nel circuito in carriera

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ATP 250 Nizza, Finale

D. Thiem b. [4] L. Mayer 6-7(8) 7-5 7-6(2)

Non saranno, come si poteva pensare alla vigilia del torneo, o come quanto meno suggeriva il tabellone, John Isner e Gilles Simon a sfidarsi in finale quest’oggi al Nice Lawn (perché lawn? Di erba non c’è nemmeno l’ombra!) Tennis Club. Simon, testa di serie numero 1, non ha nemmeno giocato. Troppo rischioso in vista del Roland Garros imminente, meglio fermarsi e ascoltare quei piccoli campanelli d’allarme del proprio corpo e poco male se ciò significa deludere i suoi concittadini nizzardi . Isner invece, numero 2 del tabellone, ha prima arrancato e faticato con Johnson e Lajovic e poi perso in semifinale dove aveva anche ritrovato il suo temibile servizio ma non è bastato contro quel diavolo di Thiem. E la testa di serie numero 3? Già, Gulbis, il campione uscente. Beh, per il lettone bisogna accontentarsi del ritorno alla vittoria, la seconda di un 2015 orribile. Pochissimo direte voi ma averlo comunque rivisto con le braccia esultanti al cielo e col sorriso non è cosa da poco, mi ha fatto sentire un privilegiato. Finale dunque abbastanza inattesa tra Thiem e Mayer. Ci sono anche due precedenti e tutti e due risalenti all’anno scorso: il primo, a Madrid, ha visto imporsi l’austriaco in due set, il secondo proprio a Nizza dove invece ha vinto Leo in 3 set.

Entrambi hanno avuto un cammino immacolato arrivando all’incontro valido per il titolo di oggi senza perdere nemmeno un set e soffrendo lo stretto indispensabile. L’argentino sommando tutti e tre i match giocati è stato in campo poco più di 3 ore e mezza e viaggia con una media di 1 ora e 10 a incontro. Tutto molto facile per lui fin qui. Thiem invece supera di una manciata di minuti le 4 ore ma ha giocato un match in più contro Burgos nei sedicesimi, anche se subito dopo ha sfruttato il ritiro di Kyrgios in ottavi. Insomma sia l’uno che l’altro hanno vinto e convinto ma forse è l’austriaco quello che tra i due ha maggiormente impressionato e arriva in finale con più certezze visto anche il tabellone insidioso che ha dovuto affrontare. Per Mayer quella di oggi è la terza finale in carriera. Le altre due le ha giocate entrambe l’anno scorso ed entrambe, da buon sudamericano, sul mattone rosso. La prima l’ha persa e anche nettamente in Cile dal nostro Fognini, nell’altra ad Amburgo ha vinto e così ha messo in bacheca anche il suo primo e unico (fin qui) titolo ATP. L’argentino è un classe ’87, non più giovanissimo ormai. Ha sempre brancolato nel limbo tennistico, invischiato in posizioni del ranking che vanno dalla 45 alla 90. Uno che sopravvive che magari lotta e gioca anche benino ma che non riesce mai a fare il salto di qualità tanto atteso. Questo fino all’anno scorso, quando non solo disputa le due finali già citate ma inanella anche una serie di risultati positivi come il quarto turno a Wimbledon( dove perse con Dimitrov) e tre quarti di finale in tornei 250 ( uno proprio qui a Nizza), risultati che gli consentono di risalire la classifica e piazzarsi fino alla 24esima posizione. E poi tutti sicuramente ricorderete il primo turno a Shanghai contro Federer: la storia del nastro nel tie-break decisivo, le lacrime di Mayer all’uscita dal campo e non devo aggiungere altro. Nel 2015 però, complice anche alcuni infortuni, Leo si è di nuovo perso. Vanta uno score non di certo esaltante di 12 partite vinte contro 11 perse. Questo significa che ad ogni torneo dell’anno disputato succede questo: Leo arriva, saluta l’organizzazione, vince il primo turno(o il match di qualificazione), il giorno dopo perde, risaluta tutti (ci sta che questo in realtà nemmeno lo faccia!) e va a recitare lo stesso copione al torneo successivo, qualunque esso sia. Non a Nizza però, dove sembra esser ritornato in versione 2014. Dall’altra parte della rete c’è Thiem.

L’austriaco gioca la sua seconda finale in carriera dopo quella persa contro Goffin a Kitzbuhel, ma la cosa non sembra troppo preoccuparlo come mi ha confermato ieri in sala stampa dopo la bella vittoria contro Isner. Dovesse portare a casa il suo primo titolo in carriera, non sarei di fronte a un caso di precocità. Infatti, come ho potuto velocemente appurare stamani, quasi tutti i giocatori attualmente più importanti hanno vinto il loro primo trofeo chi addirittura diciottenne o chi comunque ventenne e Dominic ha quasi 22 anni. Una maturazione forse non velocissima ma andrebbero considerati troppi fattori, come ad esempio il tennis attuale fatto di potenza e muscoli dove uno come lui fa inevitabilmente più fatica ad imporsi, ma il discorso sarebbe  lungo e ve lo risparmio. Sento la musica assordante e allora è ora di andare per l’ultima volta sul centrale, quasi sento già la nostalgia. C’è il pienone per la prima volta nella settimana e devo quasi sgomitare per trovare la mia sedia preferita.

Thiem parte un po’ contratto commettendo qualche errore di troppo. Mayer sembra entrato meglio in partita ma nel terzo game già le cose sembrano cambiare. L’argentino commette il primo gratuito del match, poi è bravissimo l’austriaco prima a imbucare con un passante lungolinea e poi a tenere la diagonale di rovescio in uno scambio duro. Tre palle break tutte di seguito. Mayer si conferma un “annulla-palle break” di professione e come nel match di ieri contro Coric, si salva con il servizio. Inizia una lunga serie di vantaggi. Thiem avrà altre tre palle break, ma non avrà possibilità di recriminare perché Mayer quando il punto si fa importante non sbaglia mai. Nel game successivo tocca stavolta all’austriaco salvare due palle break ma anche lui è bravo ad annullarle. Da questo momento in poi la partita si assesta su binari più tranquilli e regolari. Non ci saranno più occasioni per chi riceve. Thiem da l’impressione di dominare da fondo ogni qual volta lo scambio si allunga e delizia il pubblico con il suo elegantissimo rovescio con passanti o drop-shot. Mayer serve benissimo e qualora la prima non bastasse ci pensa il suo dritto profondo a trovare angoli nascosti. La partita è bellissima. Si va al tie-break. È l’argentino che subito ottiene un mini-break con una splendida risposta in allungo di puro istinto su una prima esterna. Mayer conserva il vantaggio fino al 5-3 quando lo restituisce con un brutto errore di dritto salvo poi ritrovarlo nuovamente quando appena dopo anche Thiem affossa una palla non impossibile. Mayer serve per il set: prima esterna violenta, L’austriaco mette il braccio di riflesso e ne esce un passante vincente che spolvera la linea di fondo con Mayer che guarda sconsolato la palla superarlo. Si procede a oltranza fino all’8-8 quando Thiem prima mal calibra un drop-shot che gli romane sul piatto corde e poi subisce uno splendido passante di rovescio lungolinea. Primo set di qualità davvero elevata.

Nel secondo set Mayer inizia dove aveva finito: passante di rovescio lungolinea ma questa volta in corsa e due palle break che potrebbero significare fine del match. L’austriaco però tiene e si mantiene aggrappato al match. La partita se nel primo set è stata straordinaria ora diventa ordinaria. Gli scambi diminuiscono, gli errori aumentano. Nel settimo game ci sono ancora due palle break per l’argentino che sbaglia però due rovesci non proprio impossibili. Si segue la regola dei servizi, sul 5-4 Mayer concede la prima palla break che annulla con una seconda profonda e al corpo. Ma sul 6-5 Thiem l’argentino è di nuovo costretto a difendersi, il suo dritto si inceppa e allora arriva il break che vuol dire set per Thiem, è il primo servizio concesso da Mayer in tutto il torneo e gli costa molto caro. Il pubblico è in piedi ed applaude: voleva un gran match e lo sta avendo.

Il terzo parziale ricalca il secondo ma con potagonisti invertiti: la sensazione è che Thiem potrebbe breakkare da un momento all’altro e portare a casa la coppa. Infatti l’austriaco ha due palle break nel quarto game ma non riesce a trovare la zampata. L’argentino non molla, è ancora lì che lotta anche se non è più quello eccezionale ammirato nel primo parziale, è diventato umano mentre Thiem è restato costante nel livello di gioco in tutta la partita. Sarà di nuovo tie-break. Non ci sarà lotta stavolta. L’austriaco trova subito il mini-break su un tentativo di serve and volley di Mayer che si ritrova la palla nei piedi, impossibile tirarla su. Leo non avrà la forza di recuperare, anzi concederà un altro mini-break per il 7-2 conclusivo. Finisce dopo quasi 3 ore una bellissima partita con il boato del pubblico (nettamente schierato dalla parte dell’austriaco) e Thiem trepidante di gioia allungato sulla terra rossa.

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