L'erba favorisce i "big server": mito da sfatare o pura realtà?

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L’erba favorisce i “big server”: mito da sfatare o pura realtà?

Sull’erba di oggi, è ancora così importante avere un servizio al fulmicotone oppure la risposta ha finito per avere un peso equivalente se non maggiore? Analizziamo le sconfitte a Wimbledon di Federer, Nadal e Djokovic e le prestazioni di bombardieri come Karlovic, Isner e Raonic, per capire quale dei due fondamentali conta di più

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Fino agli Anni ’90, giocare sull’erba avendo tra le proprie armi un servizio potente ed affidabile era un ottimo viatico per fare bene e arrivare lontano. Dalla fine di quella decade, il rallentamento della superficie, ribattezzata poi “terba” o “erba battuta” in seguito alle affermazioni di Nadal e in generale alle buone prestazioni dei giocatori più avvezzi al rosso, ha cambiato l’evoluzione del gioco. Gli scambi rapidi fatti di combinazioni servizio-dritto oppure di serve & volley sono diventati sempre meno frequenti, a vantaggio di un gioco più spostato sullo scambio da fondo, sia pure senza perdere del tutto (e meno male!) il gioco di volo.

In questo contesto, è ancora così dominante il servizio sull’erba oppure la capacità di saper rispondere bene ha un peso equivalente, se non addirittura superiore? Potrà esserci in futuro un nuovo Ivanisevic oppure le vittorie di giocatori dal servizio ottimo ma non esplosivo, dotati invece di una grande risposta, saranno la norma?

In termini tecnici, dal 2000 ad oggi il servizio non ha avuto alcun significativo miglioramento (Sampras serviva attorno ai 200 all’ora e ancora oggi la velocità media sulla prima è questa), a fronte invece di un sensibile miglioramento della risposta (non solo Nadal e Djokovic, ma anche molti altri giocatori come ad esempio Ferrer e, in minor misura, Troicki sono quasi sempre in grado di costringere chi serve a giocare lo scambio). La crescita della qualità in risposta si è registrata su tutte le superfici, erba compresa.

Qual è allora il fondamentale d’inizio scambio più decisivo sull’erba, il servizio o la risposta? Vediamo di analizzare, dati alla mano, i rendimenti globali di chi ha dominato Wimbledon nell’ultimo decennio, ossia Federer (7 titoli, dal 2003 al 2007, poi 2009 e 2012 e altre due finali, 2008 e 2014), Nadal (2 titoli, 2008 e 2010, e altre tre finali, 2006, 2007 e 2011) e Djokovic (due titoli, 2011 e 2014), per poi scendere nel dettaglio di alcune prestazioni negative per capire se siano attribuibili più a un rendimento deficitario al servizio oppure alla risposta. Successivamente, analizzeremo i dati di tre bombardieri contemporanei, i navigati Ivo Karlovic e John Isner e l’emergente Milos Raonic.

L’analisi è condotta attingendo ai dati di www.tennisabstract.com (approssimando i dati che seguono al valore intero, senza cifre decimali, arrotondando lo 0,5 all’intero inferiore) e si basa sui seguenti indicatori:
• percentuale di prime di servizio in campo, percentuale di punti ottenuti con la prima e percentuale di punti ottenuti con la seconda, per giudicare il rendimento nei turni di battuta
• percentuale di punti ottenuti alla risposta, per valutare la prestazione nei turni di risposta

Considereremo indicativi di una buona prestazione al servizio una combinazione di 65% di prime in campo,  75-80% di punti fatti con la prima e 55% di punti fatti con la seconda, mentre un valore di soglia indicativo di una convincente prova in risposta si può attestare sul 32-33%, anche se diversi addetti ai lavori considerano il 35% dei punti giocati vinti alla risposta come soglia minima per un Top10.

In termini globali, ossia mettendo insieme tutte le partite disputate a Church Road da Federer, Nadal e Djokovic, non abbiamo altro che una prevedibile conferma della loro grande efficacia in entrambi i fondamentali:

Roger Federer [73 vittorie, 9 sconfitte]
Al servizio: 65% di prime in campo – 79% di punti con la prima – 60% di punti con la seconda
In risposta: 39% (ovvero su 100 punti giocati in risposta ne ha vinti 39)

Rafael Nadal [39 vittorie, 8 sconfitte]
Al servizio: 70% di prime in campo – 76% di punti con la prima – 59% di punti con la seconda
In risposta: 37%

Novak Djokovic [45 vittorie, 8 sconfitte]
Al servizio: 66% di prime in campo – 77% di punti con la prima – 59% di punti con la seconda
In risposta: 39%

Come si vede, l’equilibrio fra i tre è totale e spiega buona parte del loro dominio ai Championships, con servizi e risposte di altissimo livello. Entriamo dunque nel dettaglio delle prestazioni negative.

PARTITE PERSE DA NADAL
Si esclude dall’analisi l’acerbo Rafa del 2003, che perse al terzo turno in tre set dall’allora n.12 Srichaphan.

2014, ottavi di finale: N.Kyrgios b. R.Nadal 7-6(5) 5-7 7-6(5) 6-3
Prestazione al servizio: 73% di prime in campo, 77% di punti con la prima, 59% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 26% di punti conquistati
Si registra una buona prestazione al servizio a fronte di una risposta molto deludente.

2013, primo turno: S.Darcis b. R. Nadal 7-6(4) 7-6 (8) 6-4
Prestazione al servizio: 67% di prime in campo, 65% di punti con la prima, 54% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 33% di punti conquistati
In questo caso Rafa ha servito non molto bene mentre in risposta è stato nella media.

2012, secondo turno: L.Rosol b. R.Nadal 6-7(9) 6-4 6-4 2-6 6-4
Prestazione al servizio: 67% di prime in campo, 78% di punti con la prima, 63% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 25% di punti conquistati
La conclusione è identica al match contro Kyrgios, bene alla battuta, male in risposta.

2011, finale: N.Djokovic b. R. Nadal 6-4 6-1 1-6 6-3
Prestazione al servizio: 78% di prime in campo, 67% di punti con la prima, 44% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 33% di punti conquistati
La sconfitta si spiega pertanto perché è stato più deficitario al servizio (specie con la seconda), piuttosto che alla risposta, anche se contro quel Djokovic capace di vincere 3 Slam su 4 ci voleva probabilmente non meno del 40% di punti vinti in risposta

2007, finale: R.Federer b. R. Nadal 7-6(7) 4-6 7-6(3) 2-6 6-2
Prestazione al servizio: 71% di prime in campo, 69% di punti con la prima, 57% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 31% di punti conquistati
Ha servito e risposto decentemente, ma per battere un Federer d’annata avrebbe dovuto opporre una risposta degna del miglior Nadal. Partita che non contribuisce all’analisi in oggetto.

2006, finale: R.Federer b. Nadal 6-0 7-6(5) 6-7(2) 6-3
Prestazione al servizio: 74% di prime in campo, 68% di punti con la prima, 42% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 29% di punti conquistati
Una seconda deludente e una risposta sotto il 30% non potevano sperare di superare uno dei migliori Federer di sempre: anche qui è difficile attribuire maggiori responsabilità all’uno o all’altro colpo.

2005, secondo turno: G.Muller b. R.Nadal 6-4 4-6 6-3 6-4
Prestazione al servizio: 65% di prime in campo, 71% di punti con la prima, 59% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 28% di punti conquistati
Il servizio non è stato ineccepibile ma comunque sufficiente, dove lo spagnolo è mancato è stato proprio nel suo colpo migliore, la risposta.

Registriamo dunque 3 sconfitte (Kyrgios, Rosol e Muller) dove la risposta ha pesato di più del servizio e altre due (Darcis e Djokovic) dove, sebbene in minor misura, il colpo più deficitario dei due è stata la battuta.

PARTITE PERSE DA DJOKOVIC
Considerando l’esplosione più tardiva di Nole rispetto a Rafa, è più opportuno concentrarsi sugli ultimi anni del serbo a Wimbledon.

2013, finale: A.Murray b. N.Djokovic 6-4 7-5 6-4
Prestazione al servizio: 65% di prime in campo, 59% di punti con la prima, 41% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 39% di punti conquistati
In questo caso la risposta di Djokovic è stata ineccepibile, la partita l’ha persa al servizio e contro un Murray versione muro imperforabile.

2012, semifinale: R.Federer b. Djokovic 6-3 3-6 6-4 6-3
Prestazione al servizio: 63% di prime in campo, 71% di punti con la prima, 57% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 26% di punti conquistati
Poco da appuntare a Nole nei turni di battuta, mentre alla risposta il serbo è clamorosamente mancato.

2009, quarti di finale: T. Haas b. N. Djokovic 7-5 7-6(6) 4-6 6-3
Prestazione al servizio: 59% di prime in campo, 79% di punti con la prima, 55% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 27% di punti conquistati
La battuta è stata all’altezza mentre la risposta molto deludente, non degna di Novak Djokovic

2010, semifinale: T. Berdych b. N.Djokovic 6-3 7-6(9) 6-3
Prestazione al servizio: 73% di prime in campo, 73% di punti con la prima, 42% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 26% di punti conquistati
Il servizio è stato sufficiente (a parte la seconda), ma anche qui è la risposta a essere stata molto al di sotto dello standard: tra seconda di servizio e risposta la sconfitta è stata netta.

In definitiva, in 3 casi su 4 (Federer, Berdych e Haas) la risposta è stata fortemente deficitaria e ha contribuito più della battuta a determinare la sconfitta.

PARTITE PERSE DA FEDERER

2014, finale: N.Djokovic b. R.Federer 6-7(7) 6-4 7-6(4) 5-7 6-4
Prestazione al servizio: 69% di prime in campo, 77% di punti con la prima, 44% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 30% di punti conquistati
Difficile da questi due dati capire se abbia pesato di più una risposta inadeguata per superare il n.1 del mondo oppure una seconda che ha fruttato solo 44 punti su 100, sicuramente figli della migliore risposta del circuito, quella di Djokovic, che in quel match ha chiuso con 56 punti su 100 vinti quando serviva Roger.

2013, secondo turno: S.Stakhovsky b. R.Federer 6-7(5) 7-6(5) 7-5 7-6(5)
Prestazione al servizio: 72% di prime in campo, 80% di punti con la prima, 54% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 28% di punti conquistati
Una risposta assolutamente non all’altezza ha permesso a Stakhovsy di vincere il terzo set 7-5 e portare tutti gli altri set al tie-break, ma questo match merita probabilmente storia a sé per un Federer troppo brutto per essere vero, servizio e risposta a parte.

2011, quarti di finale: J.W.Tsonga b. R.Federer 3-6 6-7(3) 6-4 6-4 6-4
Prestazione al servizio: 75% di prime in campo, 78% di punti con la prima, 71% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 29% di punti conquistati
Anche qui, buona parte della sconfitta di Federer si spiega con la risposta fortemente al di sotto del necessario, anche in un match in cui il rendimento globale al servizio è stato efficacissimo. Dopo aver vinto i primi due set, infatti, Tsonga è stato perfetto nell’approfittare del calo alla risposta dello svizzero, strappandogli il servizio una volta in ognuno dei successivi tre parziali.

2010, quarti di finale: T.Berdych b. R.Federer 6-4 3-6 6-1 6-4
Prestazione al servizio: 68% di prime in campo, 69,5% di punti con la prima, 49% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 34% di punti conquistati
In questo caso a fronte di una risposta sufficiente ma non ottima contro un top10, l’aspetto più deficitario dei due fondamentali è stata la risposta

2008, finale: R.Nadal b. R.Federer 6-4 6-4 6-7(5) 6-7(8) 9-7
Prestazione al servizio: 62% di prime in campo, 72% di punti con la prima, 57% di punti con la seconda
Prestazione in risposta: 33% di punti conquistati
I dati di servizio e risposta di Roger non sono né pessimi nè esaltanti, in generale spiegano poco della sconfitta contro Rafa in quella da molti ricordata come la partita più bella di tutti i tempi. Al limite si può rilevare come contro quello che è stato forse il miglior Nadal di sempre (di sicuro a Wimbledon) era necessario opporre una risposta più efficace (nel quinto set infatti, prima dell’epilogo finale, fu Rafa ad andare più vicino al break di Roger nei diversi giochi del parziale decisivo).

Riguardo a Federer, si riscontrano due sconfitte figlie più di una brutta risposta che di un deludente servizio (Tsonga e Stakhovsky, con quest’ultima come detto sopra poco rilevante) e una (contro Berdych), in cui Roger è mancato soprattutto in battuta, mentre le sconfitte nelle finali con Nadal e Djokovic difficilmente possono contribuire a questo tipo di analisi. Nel complesso, pertanto, le sconfitte del vincitore di 7 Wimbledon non danno dunque indicazioni chiare in questa direzione.

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