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L’erba favorisce i “big server”: mito da sfatare o pura realtà?
Sull’erba di oggi, è ancora così importante avere un servizio al fulmicotone oppure la risposta ha finito per avere un peso equivalente se non maggiore? Analizziamo le sconfitte a Wimbledon di Federer, Nadal e Djokovic e le prestazioni di bombardieri come Karlovic, Isner e Raonic, per capire quale dei due fondamentali conta di più
I BOMBARDIERI CONTEMPORANEI A WIMBLEDON
Osserviamo ora come si sono comportati i tre maggiori bombardieri del circuito, come detto Isner, Karlovic e Raonic.
JOHN ISNER [5 vittorie, 6 sconfitte]
IN RISPOSTA conta complessivamente il 24% dei punti vinti quando toccava a lui rispondere, una prestazione pessima: in 8 partite su 11 non ha vinto più del 27% di punti in risposta (in cinque casi su 11 non è andato oltre il 21,4%, ossia un punto vinto su cinque quando non serviva lui).
AL SERVIZIO vanta il 72% di prime in campo, il 79% di punti fatti con la prima e il 61% con la seconda: un rendimento ottimo, nel dettaglio sempre sopra il 74% dei punti vinti con la prima (tranne che nella debacle contro De Bakker nel secodno turno del 2010, quando ha pagato a caro prezzo (6-0 6-3 6-2) la 3 giorni del match più lungo della storia contro Mahut) e sopra il 60% 6 volte su 11.
Il risultato si esplica in 2 primi turni, 3 secondi e un terzo turno, per un misero bottino di 5 vittorie e 6 sconfitte.
IVO KARLOVIC [11 vittorie, 10 sconfitte]
IN RISPOSTA non va oltre un deludente 27% di punti vinti: in 10 match su 21 non ha superato il 22%, vincendo il match solo in due occasioni.
AL SERVIZIO ha il 69% di prime in campo, l’85% di prime trasformate e il 54% con la seconda: una prestazione di grande livello. Solo 2 volte è sceso sotto il 75% di punti vinti con la prima, contro Federer nel 2004 (sconfitta in tre set ,ma con due tie-break) e contro il qualificato Kubot nel 2011 (quando perse in tre set, il primo al tie-break)
Risultato: un quarto e un ottavo di finale, 5 primi turni, due secondi e un terzo turno. Il suo miglior anno, il 2009 quando centrò i quarti di finale, è stato devastante al servizio (72-89-64) e non certo irresistibile in risposta (26.4 % di punti vinti), ma è indicativo che nella sconfitta contro Federer in 3 set con due tie-break ha confermato un ottimo rendimento al servizio a fronte di un crollo nei turni di risposta, raccogliendo un misero 13% di punti conquistati.
MILOS RAONIC [8 vittorie, 4 sconfitte]
IN RISPOSTA porta a casa il 33% dei punti in risposta: un risultato certamente buono, confermato dal fatto che nelle 4 partite su 12 in cui non ha vinto più del 29% di punti alla risposta ha perso 3 volte; 7 delle 8 vittorie le ha colte quando ha portato a casa almeno il 34% di punti in risposta.
AL SERVIZIO il suo ruolino di marcia dice 67% di prime in campo, 85% dei punti con la prima e 61% con la seconda: una prestazione eccellente.
Il risultato di tutto questo sono 3 secondi turni e una semifinale l’anno scorso, persa contro Federer 6-4 6-4 6-4. In merito all’exploit dell’anno scorso, fino alla semifinale persa con Federer, Milos si è sempre attestato sopra il 65% di prime in campo, sopra l’85% di punti portati a casa con la prima e almeno col 60% di punti con la seconda (a parte il 50% del primo turno con l’australiano Matthew Ebden, dominato in tre facili set), mentre con Roger la percentuale di prime in campo è crollata al 55% e i punti fatti con la seconda al 50%. In risposta, ha sempre vinto almeno il 34% di punti (a parte il 27,5% del terzo turno contro Kubot, vinto in tre set con due tie-break), per poi crollare al 24% contro Federer. Insomma, non solo l’eccellente servizio ma anche la buona risposta spiegano una significativa parte del grande Wimbledon disputato l’anno scorso dal canadese.
In definitiva, sui prati inglesi a Karlovic e Isner non è mai bastato il loro proverbiale servizio devastante, mentre Raonic vanta risultati migliori proprio perché è stato in grado di affiancare alla battuta ottime prestazioni in risposta. Certamente, il rimbalzo sull’erba di oggi è meno imprevedibile che in passato, ma è comunque più basso che sul cemento o sulla terra, pertanto i giocatori molto alti fanno fatica se non sono supportati da una grande mobilità, dote in possesso di Milos e non attribuibili al croato e all’americano. Questo aspetto aiuta a capire il miglior rendimento in risposta del primo rispetto agli altri due.
Sempre in merito a questo confronto erbivoro tra servizio e risposta, è eloquente il fatto che negli ultimi anni giocatori che non hanno mai sparato missili alla battuta hanno vinto tornei, come a ‘s-Hertgenbosch Bautista Agut (2014) e Ferrer (due volte, 2008 e 2012) e a Eastbourne Seppi (2011), peraltro fresco finalista ad Halle dove per lunghi tratti ha giocato alla pari di un ottimo Federer, anche se va detto che i sopra citati Karlovic e Isner si sono imposti rispettivamente a Nottingham (nel 2007 e 2008) e a Newport (nel 2011 e 2012).
Allo scopo di differenziare il gioco di oggi da quello di 20-25 anni fa, le foto seguenti mostrano il campo durante la finale del 1992 tra Agassi e Ivanisevic e durante quella dell’anno scorso tra Djokovic e Federer. Dopo 14 giorni di partite, salta immediatamente agli occhi come allora ci fosse una predominanza di terra anche al centro delle due metà campo, mentre oggi la terra è solo nei pressi delle linea di fondo, a dimostrare come il servizio sia meno dominante: si gioca di più dal fondo e si fa molto meno serve&volley.
Finale Wimbledon 1992: Agassi vs Ivanisevic
Finale Wimbledon 2014: Djokovic vs Federer
Arrivando alle conclusioni, possiamo osservare che:
• Una buona parte delle sconfitte di Federer, Nadal e Djokovic sono imputabili più a una giornata deludente in risposta che al servizio, anche se l’evidenza dei numeri non è così lampante. Per i Fab Four, servizio e risposta restano ovviamente fondamentali ma non sono tutto, l’allungamento degli scambi e la quasi scomparsa del serve & volley stanno lì a dimostrarlo. Federer ha vinto Wimbledon 2009 dopo una maratona con Roddick con grande fatica, facendo leva su un ottimo servizio ma anche perché Roddick non ha mai avuto una risposta efficacissima.
• I bombardieri statici non vanno da nessuna parte, la mobilità e una risposta efficace sono imprescindibili anche sull’erba per andare lontano, anche solo alla seconda settimana.
• L’erba di oggi favorisce un gioco più basato sullo scambio dal fondo che sul gioco di volo e questo è una diretta conseguenza della maggiore efficacia della risposta rispetto al passato.
In definitiva, questo articolo voleva porre l’accento sul fatto che ormai la risposta ha raggiunto – e forse superato – il servizio come colpo fondamentale per vincere sull’erba, ma i numeri sopra, come sempre del resto, dicono sempre solo una parte di una o più prestazioni tennistiche: per la statistica e il computer, una risposta vincente giocata sotto 40-0 vale tanto quanto una realizzata in occasione di un break-point, mentre sappiamo bene l’enorme differenza che corre tra questi due momenti di un match. Sempre su questa linea, i numeri non potranno mai tenere conto dell’aspetto mentale del tennis, risvolto fondamentale e alla base di questo sport persino più di tecnica e talento.
In pratica, pur difendendo l’assunto qui sostenuto, sarebbe interessante conoscere l’opinione di voi lettori, considerando numeri, aspetti tecnici di colpi e superficie e tutto il resto. Voi da che parte state? Sull’erba di oggi contano di più il servizio o la risposta?