Diciannove anni fa hai raggiunto la semifinale qui a Wimbledon e oggi hai vinto al primo turno del doppio. Che effetto ti fa?
Quest’anno non gioco il singolare. Ho perso nelle qualificazioni, quindi sono un po’ delusa, non posso giocare sul campo dei Championships. Ma sono ancora nel doppio e mi piace trovarmi nel tabellone principale. Finalmente non sento più dolore, perché da gennaio ho avuto molti problemi: prima al gomito, poi la spalla, l’anca, un po’ dappertutto.
Per tanti mesi non mi sono allenata come avrei voluto, e anche mentalmente è stato difficile perché non potevo giocare a tennis. Ora invece, sono molto, molto felice pur non giocando il singolare, perché non devo più preoccuparmi per le mie condiziioni fisiche. La mia classifica è scesa a 200, ma l’importante è tornare a lottare per scalare le posizioni e posso farlo perché sto bene.
Ti ho vista giocare la settimana scorsa e data la tua classifica, ora sei costretta a giocare le qualificazioni per entrare nei tornei Slam. Sei felice alla tua età di continuare a giocare le qualificazioni per andare avanti?
Pochi anni fa, pensavo che dover giocare le qualificazioni Slam forse avrebbe diminuito la mia motivazione. Ma quest’anno le ho giocate sia al Roland Garros che qui e mi sento bene. Ovviamente le condizioni sono diverse, in particolare sull’erba. Ma continuo ad essere motivata. La cosa più importante è salvaguardare il mio corpo, se lui è ok, anche la condizione mentale migliora. Così va bene.
Il prossimo appuntamento è forse con Martina Hingis. Come ci si sente ad incontrare una giocatrice che si conosce da tanto tempo?
Sì, quando ho visto il sorteggio, ho pensato: devo superare il primo turno così poi posso giocare con Hingis. Loro sono n.1 del seeding, n.1 e n.2 in classifica e sarà interessante giocare insieme. Anche la Hingis è tornata due, tre volte, non so (sorride). Ma l’età in questi casi fa una grande differenza. La mia ultima partita contro Martina è stata al Madison Square Garden. Affrontarla di nuovo, adesso, sarà interessante per me (sorride), a quell’epoca credo avesse 16 anni.
Traduzione di Maria Cristina Graziosi
