Andrey Rublev: “L'Italia è più forte, ma noi non abbiamo niente da perdere”

Interviste

Andrey Rublev: “L’Italia è più forte, ma noi non abbiamo niente da perdere”

Intervista esclusiva ad Umago alla grande promessa del tennis russo Andrey Rublev, prossimo avversario dell’Italia in Davis. Il 17enne moscovita ci ha parlato della prossima sfida contro gli azzurri e degli aspetti su cui deve lavorare per raggiungere il livello dei grandi

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(da Umago, Laura Guidobaldi e Ilvio Vidovich)

Ce lo avevano descritto insicuro nell’inglese, invece la giovane speranza russa Andrey Rublev si è fatto capire benissimo nell’intervista esclusiva che ha rilasciato ad Ubitennis a margine del torneo di Umago, dove è stato eliminato al primo turno dallo sloveno Kavcic. Ma nonostante la sconfitta il 17enne russo ha comunque impressionato pubblico e addetti ai lavori ad Umago. Grande velocità di braccio, entrambi i fondamentali da fondocampo già molti solidi ed efficaci, specie il dritto, con cui accelera benissimo, e il servizio, che già adesso raggiunge i 200 km/h. Se si irrobustirà fisicamente – per capirci, assomiglia un po’ al Murray prima maniera, somiglianza accentuata dai capelli rossicci – oltre ovviamente ad eliminare certe ingenuità tattiche tipiche della giovane età, è probabile che sentiremo parlare spesso di lui. Inoltre, l’attuale n. 190 del ranking è arrivato in Croazia abbastanza affaticato, dato che che era reduce dalla sfida di Davis contro la Spagna nel weekend precedente, dove era stato protagonista dalla clamorosa vittoria in tre set su Andujar nel match decisivo del tie. Vittoria che ha permesso alla squadra russa di qualificarsi per i playoff di setttembre, dove affronterà in casa l’Italia. E, nell’intervista, si è parlato proprio della prossima sfida contro i ragazzi di Barazzutti.

Per prima cosa un commento sul match di ieri. E’ stato un match duro, decisosi al terzo. Probabilmente la differenza l’ha fatta il primo set perso al tie-break, dopo che avevi avuto un set point.
Il problema era che sono arrivato molto stanco dopo la Coppa Davis. Ho giocato domenica un match molto duro, lunedì ho viaggiato per 14 ore in aereo e martedì mi sono allenato un po’ e poi ieri (mercoledì, ndr) ho giocato. Passare dal veloce indoor alla terra all’aperto, con questo caldo, ha fatto sì che il primo set per me sia stato durissimo, in alcuni momenti mi sembrava di svenire. In alcuni scambi c’erano dei momenti in cui veramente non riuscivo a correre per arrivare sulla palla.
Poi, nel secondo set sono stato un po’ fortunato e, non so come, sono riuscito a vincerlo. Nel terzo mi sentivo meglio, ho giocato anche diversi vincenti, ma lui stava meglio di me e ha giocato alcuni ottimi punti.

A settembre affronterete l’Italia nei playoff del World Group di Coppa Davis. Qual è il tuo parere sul team italiano?
L’Italia ha dei giocatori molto forti: Fognini , Seppi, Bolelli. Sono sicuramente migliori e più forti di noi. Ma non abbiamo niente da perdere e cercheremo di fare del nostro meglio.

Su quale superficie credi sceglierete di giocare?
Credo che giocheremo sulla stessa superficie degli ultimi match (sintetico indoor, ndr) ma è ancora presto per parlarne.

Sei reduce dalla magnifica vittoria contro Andujar, n. 32 ATP.  Qual è stata a tuo avviso la chiave che ti ha permesso, anche se così giovane, di battere un giocatore esperto come lo spagnolo in un match decisivo di Davis?
Devo ammettere che ho anche avuto fortuna in quel match. Andujar non ha giocato al suo livello. Ha sbagliato alcune palle facili, che di solito non sbaglia, mentre in diverse occasioni i miei colpi hanno preso la riga. E lui, che sicuramente è un giocatore migliore di me, si è innervosito. Aggiungiamoci che lui non era al massimo della forma, mentre io ero in ottime condizioni. Capita: un giorno ti senti in ottima forma, un altro meno. L’importante è scendere in campo e fare del proprio meglio.

Sei la grande speranza del tennis russo. I grandi campioni del passato come Safin e Davydenko o una campionessa attuale come la Sharapova ti danno dei consigli?
Chi mi dà dei consigli è Igor Kunitsyn (l’ex giocatore russo ritiratosi a fine 2013, best ranking n. 35 ATP, ndr). Con gli altri ci conosciamo, ci salutiamo, ma niente di più.

A livello ATP nel 2015 hai attualmente un bilancio di 7 vittorie e 7 sconfitte, sicuramente buono. Come intendi approcciare il resto della stagione?
Per me la cosa principale in questo momento è concentrarmi sulle cose che devo fare per migliorarmi. Devo concentrarmi sul lavoro di ogni giorno, devo continuare a lavorare e ad imparare.

E quale ritieni sia l’aspetto che devi migliorare per essere competitivo ad alto livello?
Devo migliorare fisicamente. E’ l’aspetto principale. Devo essere in grado, come fanno gli altri giocatori, di reggere fisicamente i match consecutivi le trasferte tra un torneo e l’altro. I giocatori migliori arrivano in fondo ad un torneo e la settimana, dovunque sia il torneo, dopo sono pronti per il torneo successivo. Non importa come si sentono, ma sono pronti a giocare e non perdono al primo turno.
Io ho il gioco per stare a questo livello, ma fisicamente non sono ancora pronto.

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