Palline roventi a Flushing Meadows

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Palline roventi a Flushing Meadows

Le temperature equatoriali di questi giorni provocano anche problemi “tecnici”, alterando il rimbalzo delle palline

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(da New York, Antonio Volpe Pasini)

A Flushing Meadows, in questi giorni sembra quasi di stare in una giungla equatoriale: temperature da forno della pizza e umidità da bagno turco, con giocatori che crollano stroncati dal caldo e spettatori boccheggianti alla disperata ricerca di un po’ d’ombra e di una birra gelata. Ma le alte temperature giocano brutti scherzi anche dal punto di vista “tecnico”, sia per quel che riguarda le accordature che, principalmente, per il “comportamento” delle palline.
Per capire meglio questo secondo problema, il giornalista del Wall Street Journal Andrew Beaton si è affidato alla scienza, contattando un esperto: il professore di fisica alla Ohio State University Michael Lisa, che tiene anche un corso di fisica dello sport.
La teoria del prof. Lisa è che più sale la temperatura, maggiore è il “coefficiente di restituzione” (cioè il “rimbalzo”), fatto dovuto alla legge sui gas che afferma che a maggior temperatura corrisponde maggior pressione.
Lisa però non si è limitato alla teoria, ma ha effettuato un esperimento. Assieme ad un suo studente ha portato una pallina da tennis a tre diverse temperature facendola poi cadere dalla stessa altezza di circa tre metri. A temperatura ambiente (circa 20 gradi) il rimbalzo è stato di 144.7cm, mentre la pallina scaldata a 38 gradi è rimbalzata di 168.7cm (un incremento del 16,5%). Infine Lisa ha messo la pallina per un’ora nel freezer raffreddandola a 2 gradi sottozero ottenendo un rimbalzo minimo: solo 30,9cm.

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