US Open interviste, Serena Williams: “Se non gioco bene non sono felice, anche se vinco”

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US Open interviste, Serena Williams: “Se non gioco bene non sono felice, anche se vinco”

US Open, secondo turno, S. Williams b. K. Bertens 7-6(5), 6-3. L’intervista del dopo partita a Serena Williams

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Ti abbiamo visto sul campo d’allenamento dopo la partita. Nel primo set il servizio non è andato troppo bene. Cos’hai pensato a proposito di tutti quei doppi falli?
Pensavo solo a mettere dentro la seconda. Ho provato solo a tenere duro e a continuare a lottare.

Hai lavorato su quello quando sei tornata ad allenarti?
Patrick ha notato alcune cose su cui pensava dovessi lavorare un po’ per migliorarle e affrontare meglio la prossima partita.

Fai spesso questi allenamenti post-partita durante uno Slam?
Qualche volta mi è capitato di farli, non è una novità per me.

 

Quale pensi che sia il tuo punto di forza, quello che ti permette di rientrare bene in partita a prescindere dal modo in cui hai giocato il primo set?
Non so. Oggi, per esempio, ho solo cominciato a ripetermi ‘Un punto alla volta’. Di solito, quando vado in svantaggio, cerco di rilassarmi e poi comincio a giocare meglio. Forse il punto di forza è proprio prendere momento per momento.

Quanto è stato diverso questo match rispetto a quello del primo turno in cui non hai dovuto lottare molto? Pensi di essere entrata nel torneo un po’ più a freddo rispetto al solito?
In effetti la sensazione è che fossi entrata un po’ a freddo, ma ho giocato a Cincinnati, ho giocato a Toronto, mi sono allenata ogni giorno, quindi non ho scuse. Ora comunque sto bene.

È anche per questo motivo che hai detto di sentirti un po’ tesa oggi?
L’altro giorno non mi sentivo tesa, oggi sì. Penso che farò qualcosa di diverso, lavorerò su me stessa e sarò a posto per la prossima partita.

Conosci il gioco di Bethanie molto bene, così come lei conosce il tuo. Questo ti fa stare tranquilla?
Sapere che lei è capace di grandi prestazioni mi fa stare tranquilla perché so come affronterà la partita e so cosa aspettarmi da lei. Darà il 300% perché è una gran combattente e ha un gran gioco. Questo mi aiuterà, so che dovrò partire molto forte, se voglio restare nel torneo; altrimenti, me ne andrò in vacanza.

Ti crea ansia giocare con qualcuno che non hai mai affrontato?
No, mi succede spesso di giocare con qualcuna che non ho mai affrontato prima. Quando scendi in campo devi essere in grado di capire subito il gioco della tua avversaria, e devi farlo al massimo nei primi due giochi.

Cosa ti piace di più dello stile di Bethanie, sia come giocatrice che come persona?
Mi piace la sua personalità, e questo suo carattere si riflette anche nel suo modo di vestire. Mi piace il suo spirito; ha avuto molti alti e bassi durante la carriera, ma è sempre rimasta estremamente positiva. Questo aspetto mi piace molto, è un’ispirazione per una come me. Inoltre ha un gioco molto aggressivo. Credo che non ci sia nessuna nel circuito che possa dire ‘Non mi piace Bethanie Mattek’. Neanche una.

Perché dici che una persona come lei è d’ispirazione per una come te?
Perché ambedue abbiamo attraversato determinate situazioni. Ha avuto molti alti e bassi durante la sua carriera, come me. È bello vedere un’altra persona, un’altra donna, essere così forte e continuare a tornare, continuare a far bene e guardare le avversarie negli occhi e giocare al meglio delle sue possibilità.

Parlando di doppio, prevedi di giocare con Venus prima delle Olimpiadi?
Sì. Quando questo torneo sarà finito giocherò singolare e doppio in ogni torneo.

Alla fine della partita sembravi piuttosto arrabbiata con te stessa. Questo ti farà essere più determinata? Qual è il tuo stato d’animo?
Sicuramente sono determinata a fare meglio di quanto abbia fatto oggi. So che posso giocare meglio e di certo non è stato un momento dei più felici. Non credo che si debba essere contenti solo perché si è vinto; forse altri lo sono, ma io no, cerco sempre di fare meglio. Se non gioco bene non riesco a essere felice, anche se ho vinto.

 

Traduzione di Alessia Gentile

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Etcheverry: “Due settimane che mi hanno cambiato la vita. Da lassù mia sorella mi ha aiutato”

“Alexander è un top ten, io ero emozionato. Qui ho festeggiato con i nonni”

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Tomas Etcheverry - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Il ragazzo di La Plata, sconfitto oggi da Zverev, riconosce il valore dell’avversario e dichiara la propria felicità per il risultato ottenuto, parlando di particolari toccanti legati alla famiglia.

D: Oggi è andata male Thomas, però è stata comunque una bellissima esperienza per te, non è vero?

Etcheverry: “sì, queste due settimane hanno cambiato la mia vita. Oggi è stata un’esperienza straordinaria giocare sul Philippe Chatrier. Certo Alexander ha giocato benissimo e presto parlerò col mio staff per capire come è andata. Ma è stato tutto positivo e incredibilmente bello”.

 

D: nel risultato di oggi quanto è dovuto al fatto che per te era la prima volta su un palcoscenico così importante? Quanto ha fatto lui di buono e per quante di queste cose tu non eri pronto?

Etcheverry. “Alexander è un top ten. Ha giocato qui la semifinale, quest’anno è di nuovo tra i migliori quattro. In effetti all’inizio io ero un po’ contratto ed emozionato e solo nel terzo set ho cominciato a raggiungere il livello di gioco che avevo tenuto nel resto della settimana. È andata così”.

Poche parole per lui. Nelle ultime ore ne aveva spese alcune per ricordare la sorella maggiore Magalì, deceduta per un tumore al seno lo scorso settembre. Su Twitter, Relevant Tennis aveva riportato il pensiero che Thomas le aveva dedicato subito dopo la vittoria con Nishioka, raccontando di averle chiesto aiuto in un certo momento del match e di aver giocato un ace subito dopo.

Tutto vissuto in semplicità, dunque, compresi – continua Relevant Tennis – “I festeggiamenti con i nonni Eduardo e Ana e l’allegro latrare da casa del cane, che manco a dirlo pare si chiami Roland Garros (ma in famiglia per tutti è Rola)”.

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Roland Garros, Zverev: “Ricordare quanto fossi forte prima dell’incidente mi ha aiutato molto”

“Mi chiedi quanto sia grande il mio cuore? Meno male, credevo mi chiedessi quanto fosse grande un’altra cosa…”

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Alexander Zverev - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Un punto è senza dubbio ben chiaro nella mente del semifinalista di Roland Garros 2023: l’incidente di un anno fa è oramai storia. Un capitolo chiuso da dove Sascha vuole ripartire per raggiungere quanto gli è sinora sfuggito. È tranquillo e disteso, al punto di approfittare di una domanda per divertirsi con un gioco di parole velatamente osceno…

D: congratulazioni Sascha. Considerando tutto quello che è successo possiamo dire che questa semifinale è un po’ più dolce di quelle che hai già raggiunto a livello di Grande Slam?

Zverev: “Forse sì, considerando quello che è successo negli ultimi 12 mesi. In realtà una semifinale Slam è sempre un grande risultato e io preferisco considerare il vero traguardo la vittoria dei prossimi due match”.

 

D: oggi hai lottato per più di tre ore come un leone: hai dimostrato forza e cuore. Ma quanto è grande il tuo cuore?

Zverev:“Sono contento che mi stai chiedendo quanto è grande il mio cuore e non qualcos’altro” (ride).

D: come vedi i due rivali di questa sera? Chi sarà secondo te il tuo avversario in semifinale?

Zverev: “Ruud ha giocato la finale qui l’anno scorso; sa come si fa, sa cosa ci vuole per arrivare. Rune è molto giovane, è appena arrivato tra i migliori e sta giocando benissimo, specialmente sulla terra rossa. Ha giocato la finale a Montecarlo e a Roma”.

D: dal punto di vista mentale, ci sono differenze tra l’approccio a una semifinale Slam e a una di un altro torneo? E in ogni caso per questa semifinale in particolare c’è qualcosa di diverso vista la storia degli ultimi 12 mesi?

Zverev: “No, non sto affatto pensando a quello che è successo un anno fa, sono qui per vincere match di tennis. Capisco sia normale che noi ne stiamo parlando oggi, ognuno fa il suo lavoro. In ogni caso ovviamente il Grande Slam è un capitolo a parte, è diverso. E questo vale anche per le Olimpiadi”.

D: con un infortunio così grave hai dovuto in un certo senso reinventare il tuo gioco o sei semplicemente rientrato come se nulla fosse accaduto?

Zverev: “Dopo l’infortunio non ho giocato per 7 mesi e per i successivi 3 ho giocato sentendo dolore. È stato difficile ma mi sono aiutato anche pensando a che giocatore io fossi prima dell’incidente e che tipo di match riuscissi a vincere. Ora non ritorno più del tutto al passato”.

D: quali sono stati i momenti in cui hai capito che il tuo tennis stava tornando, che sarebbe tornato al top?

Zverev: “Quando ho smesso di sentire dolore. In Australia ho giocato su una gamba sola, avevo ancora dolore a Indian Wells e a Miami. Quando ho sentito che la gamba davvero non aveva più problemi a muoversi sul campo, sicuramente quello è stato un bel momento. Ma ripeto, non ci sto pensando più”.

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Roland Garros, Gauff contenta dei progressi: “Passi avanti a livello mentale. Adesso il doppio e poi Wimbledon”

Coco Gauff parla del match che l’ha vista uscire ancora una volta sconfitta contro Iga Swiatek

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Cori Gauff - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Sei vittorie di fila rappresentano una certezza: per Coco Gauff, Iga Swiatek, al momento, è uno scoglio insormontabile. Non è una questione di superficie perché i sei confronti sono avvenuti tre sulla terra battuta e altrettanti sul cemento, bensì di difficoltà a dare fastidio con i propri colpi all’avversaria. Qualcosa l’ha variata quest’oggi nella gara che conduceva alla semifinale del Roland Garros, ma evidentemente non ha funzionato come avrebbe voluto per sua stessa ammissione.

Rispetto alla finale della passata edizione, in questi quarti di finale la Regina di Parigi in carica le ha concesso due game in più. La chiave di volta della partita è stato il nono gioco del primo parziale quando, sul 30-30, le è mancato il coraggio per portare dalla sua parte l’inerzia.  

Mai come in questa occasione è stata vicina a mettere in difficoltà la polacca: “Sono stata a un passo in diverse occasioni dal break point decisivo per il set. Sono dettagli sui quali devo lavorare e fare ancora meglio, perché nel primo set la differenza è stata davvero in pochi punti”.

 

Cosa ha cambiato Gauff in questa circostanza? “Non lo svelo, anche perché non ho vinto. Ma è una modifica al mio modo di giocare che nel complesso mi ha aiutato”. Ha spinto molto con il dritto trovando molta profondità: “Ho lottato molto seguendo un mio piano di gioco, ma ovviamente devi concentrarti sulla tua parte del campo e anche su quella opposta. Ho cercato di trovare grande equilibrio e assicurarmi di continuare a fare le cose in cui mi trovo a mio agio, costringendola a colpire in maniera non comoda per lei”.

Poi riflette sui suoi errori: “Ho perso tanti punti a causa di alcuni dettagli e poi ci sono i miei errori, come quando sono salita 40-15 sul suo servizio, ma ho sbagliato due risposte”.

Incidente diplomatico nel secondo set, quando Gauff ha colpito a rete Swiatek in maniera fortuita: “Non è da me colpire la mia avversaria. Non ho provato a colpirla, stavo solo cercando di colpire la palla con forza in mezzo al campo, ed è successo che l’abbia colpita ovviamente. Mi sono scusata dopo, ma penso che sappia che fa parte del gioco. Se colpisci una palla sbagliata e decidi di correre a rete, c’è sempre il rischio che tu venga colpito, e c’è sempre il rischio che la persona possa sbagliare cercando di evitarti. Ha funzionato la prima volta, la seconda volta no. Ma se fossi stata nella sua posizione, non ce l’avrei nemmeno con me perché è corsa avanti. Penso che quando ho chiesto scusa, lei ha scosso la testa, comprendendo che quella era l’unica possibilità che avevo davvero”.

Certo che il 6-0 nei confronti Iga vs Coco potrebbe influire sulla sua psiche: “Ovviamente quando perdi contro qualcuno, ti senti uno schifo. Non è piacevole, ma quando scendo in campo non penso mai all’ultima confronto diretto disputato. Lo considero una nuova opportunità per vincere e per giocare al meglio. Se continuo a pensare di perdere non vincerò mai. Penso di essere migliorata molto in alcuni aspetti del gioco. Le mie risposte sono state molto efficaci e aggressive in questo torneo. Ci ho provato anche oggi, ma non è andata bene. Ma vedo miglioramenti e di questo sono contenta”.

Cosa porta a casa da questa esperienza l’americana? “Sono orgogliosa di come sia riuscita a dare una svolta alla stagione. Penso alla vittoria ottenuta su Mirra, al fatto di esser riuscita in partita dopo aver perso il primo set. Sono rimasta calma e sono contenta di questo aspetto. Anche oggi, dopo aver perso il primo set, ho avuto l’opportunità a inizio secondo parziale di rientrare in partita mantenendo la giusta tensione“.  

Per Gauff c’è da provare alzare il trofeo nel torneo di doppio e poi bisogna concentrarsi sul prossimo Slam: “Wimbledon è speciale per me. Lo dicono in tanti, ma a me piace l’erba e non vedo l’ora di migliorare. Non vedo l’ora”.

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