Pennetta come Vinci, le donne brillano come sempre. Ma anche gli uomini si fanno onore

Editoriali del Direttore

Pennetta come Vinci, le donne brillano come sempre. Ma anche gli uomini si fanno onore

Non è giusto attribuire ad una cattiva giornata di Nadal la vittoria di Fognini. A me sono piaciuti entrambi i protagonisti di un match eccellente, “thrilling” per Roger Federer. Ma chi è più giovane? Federer o Nadal?

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Andreas Seppi che batte Roger Federer a Melbourne, Fabio Fognini che sconfigge Rafa Nadal rimontandogli due set, dicono che il tennis italiano produce magari bagliori estemporanei, però non è solo donna. Intanto il fatto che abbia cominciato a farli risplendere nei tornei degli Slam, e non solo nei tornei meno importanti, è un bel segnale.

E ciò sebbene anche oggi si possa celebrare l’ennesimo bel traguardo (per ora) raggiunto da Flavia Pennetta grazie alla sua vittoria sulla Cetkovska che pure l’aveva dominata nel primo set (1-6,6-1,6-4): è di nuovo in ottavi di finale, lei che nel 2013 era stata sconfitta qui soltanto in semifinale dall’Azarenka. E nel 2011 nei quarti dalla Kerber che allora era n.96 del mondo e non ancora venuta alla ribalta.

Ma Flavia, può essere discretamente ottimista per il suo prossimo match che la vede opposta all’australiana Stosur oggi vittoriosa sulla nostra Errani (7-5,2-6,6-1). Con l’australiana che pure ha nel suo palmares un trionfo all’US open 2011 e due quarti di finale, Flavia ha vinto 6 volte su 6. Samantha, con la Lisicki una delle tenniste dal servizio più forte dopo quello di Serena Williams, è due anni più giovane di Flavia, e le sta davanti di 4 posti in classifica WTA (n.22 anziché n.26), ma sei sconfitte in sei incontri non si dimenticano facilmente. Chiaramente il tennis regolare di Flavia, e soprattutto il confronto sulla diagonale dei rovesci, sono le carte vincenti della “nostra”. Samantha invece gioca a strappi, a momenti benissimo e a momenti malissimo.

Se Sara non avesse avuto il problema fisico che ha avuto forse nel terzo set avrebbe retto meglio e non si sarebbe lasciata soverchiare. Certo il confronto tra i due servizi era stridente…ma scrivendo questo non dico nulla di nuovo.

Peccato che Sara non ce l’abbia fatta perchè altrimenti avremmo avuto un derby che ci avrebbe garantito almeno una rappresentante nei quarti.

Dove la Vinci potrebbe arrivare per la terza volta se oggi riuscirà a superare di nuovo la Bouchard. A New Haven, una settimana fa, le dette una lezione severissima: 6-1,6-0, ma la Bouchard non era quella che abbiamo riscoperto in questo US Open dove ha battuto Riske, Hercog e Cibulkova prima di…cascare negi spogliatoi e battere così malamente la testa da dover rinunciare a giocare doppio e doppio misto. Il fatto che gli organizzatori l’abbiano programmata quinto match sull’Armostrong Stadium fa pensare che le vogliano dare più tempo possibile per recuperare, oppure pensino che il quinto match non si farà.

Sicuramente negli Stati Uniti ha più “mercato” della Vinci la bella ragazza canadese, che non è un mostro di simpatia, però è molto serena, posata, saggia quando viene in conferenza stampa a rispondere alle nostre domande e sembra più matura della sua età. Salvo quando in Australia dichiarò la propria passione per Justin Bieber…

Ma mentre in campo femminile chiunque sia lontano da Serena Williams (che ora ha la Keys e poi la vincente di Venus e la estone Kontaveit) sogna di poter approfittare dell’ecatombe delle teste di serie fra le topten – sei più la Sharapova sono out – e le sole Kvitova ed Halep sono rimaste in vita delle top-ten, in campo maschile i risultati sono stati complessivamente molto più regolari…sconfitte di Kei Nishikori e Rafa Nadal a parte. Sì, hanno perso anche teste di serie di minor peso, Raonic n.10, Simon n.11, Goffin n.14 e Monfils n.16, Dimitrov n.17…ma da loro non ci si aspettava troppo.

Così ha fatto ancora una volta notizia il quindicesimo ritiro di questo US Open martoriato, e cioè il ceco Vesely fermatosi dopo due set contro Isner che non lo ha neppure colpito con uno dei suoi cannonballs di servizio.

Così oggi, mentre gli americani si eccitavano per il ritorno dell’ex enfant prodige Donald Young che per la seconda volta in questo torneo ha rimontato un match da sotto di due sets (prima con Simon e poi con Troicki: peraltro mi pare che Troicki sia vittima ricorrente di questi crolli alla distanza) qui nel settore stampa presidiato dai giornalisti italiani anzi è stata tutta una processione di colleghi che volevano sapere di più sull’epico match di Fognini con Nadal.

Molti di loro si erano ben guardati di fare le due di notte, diversi se ne erano andati quando Rafa, avanti di due set, era salito sul 3-1 nel terzo. Per tutti la partita era parsa decisa.

I 70 vincenti di Fabio hanno fatto più impressione di qualsiasi altro dato statistico – le 22 vittorie negli ultimi 23 incontri di Rafa all’US open, le 0 vittorie di Fabio in 17 match con i top 10 negli Slam, le 151 vittorie di fila di Rafa in vantaggio per due set a zero (e 1e 168-1 in carriera per via di quell’unica sconfitta a Miami 2005 con Federer), il solo match al quinto giocato da Rafa all’Open degli Stati Uniti (2004, primo turno contro Heuberger), e Fognini che quest’anno sul cemento prima di venire a New York aveva collezionato 7 sconfitte su 7 incontri – perché anche chi aveva visto una miriade di duelli fra Federer e Nadal non ricordava mai di aver visto lo svizzero mettere a segno 70 colpi vincenti contro lo spagnolo.

Leggendo alcuni dei commenti “postati” dai lettori al mio articolo, ho notato la presenza di molti “Maramaldo”, decisi a decretare il De Profundis di Rafa Nadal, e anche di molti “detrattori abituali” di Fabio Fognini.

Molti hanno scritto i loro commenti senza vedere la partita e questi a mio avviso non sono “post” che meritino troppa attenzione. Nadal non è il miglior Nadal ma non è nemmeno un giocatore che non vale più un top-10. Per me non ha giocato male come qualcuno vorrebbe far credere. Anzi.

Io ho visto tutta la partita, dalla prima palla all’ultima, da dietro la sedia dell’arbitro. Una posizione non ideale per vedere bene tutto il campo, tutti gli angoli. Ma ideale per apprezzare invece la velocità degli scambi, a tratti paurosa, l’intensità e la potenza talvolta deflagrante dei colpi di Fognini, le rotazioni vorticose di certi dritti di Nadal.

Vi assicuro che ci sono stati scambi e palleggi di grandissimo livello, di grande profondità e anticipo.

È chiaro che se Fabio è riuscito a giocare tutti quei vincenti c’è stata anche la compartecipazione di un Nadal che talvolta non riusciva a giocare abbastanza lungo – come una volta – ma Fabio ha fatto dei punti straordinari anche quando invece Rafa aveva giocato benissimo. E viceversa.

Quindi non ci sto con chi ha l’aria di deprezzare questa partita, questa vittoria di Fabio, attribuendo più ai demeriti di Nadal che ai meriti di Fabio l’esito del match.

Nadal ha sbagliato poco e non ha giocato sempre corto. Che poi i due abbiano subito tanti break, addirittura 7 consecutivi nel quinto set, può deporre a favore di chi dice essersi trattato di un match modesto, ma vi assicuro che non è stato così. E’ stato anzi il miglior match fin qui di questo US Open. E non lo dico perchè lo ha vinto Fognini, ma perché lo penso.

Ho chiesto a Roger Federer – che ha dato 6-3,6-4,6-4 a Kohlschreiber cedendo anche due volte il servizio – se avesse visto il match di Fognini e cosa ne pensasse dei 70 vincenti messi a segno da Fabio, prima di lanciare una boutade “Roger ma sei cinque anni più giovane o più anziano di Rafa Nadal?” che ha fatto sorridere un po’ tutta la sala conferenze (e soprattutto gli svizzeri che speravano in una risposta che legittimamente Roger ha signorilmente evaso). Roger: “Più un match va per le lunghe, più aumenta il numero dei vincenti – è stata una risposta politically correct ed ineccepibile…ma non quella che volevo – Sono sicuro che ha fatto un gran bel lavoro. Tutti sappiamo che Fabio può tirare grandi dritti e grandi rovesci, soprattutto certi “incrociati” quando entra dentro il campo. Sono sicuro che ne ha fatti tanti. Sono andato a teatro, a vedere il Broadway Show Hamilton, sono tornato e ho visto un po’ del terzo set, dal 3-1 per Rafa, e il break che Fabio ha poi fatto nel quarto. Non ho visto troppo. Sono andato a letto pensando che Rafa avrebbe vinto. Poi quando mi sono svegliato ho saputo la notizia. Ora mi dispiace non avere visto il match perché mi hanno detto che è stato pieno di suspence, ma sarebbe stata cattiva preparazione per il mio match di oggi. Così qualche volta bisogna prendere decisioni così…La notte scorsa ho deciso che era meglio dormire un’oretta e mezzo di più e sono contento della decisione presa. Ma da quanto mi hanno riferito è stato un match molto eccitante, davvero una grande vittoria per Fabio, è un grande shotmaker!”

E Roger, anche se non ha risposto alla mia domanda, sembra davvero non avvertire i 34 anni. Regola la sua vita come un orologio svizzero, si è perfettamente abituato alla sua vita di papà di due coppie di gemelli, gioca sempre a tennis come un Dio, e quando non gioca va a teatro, al ristorante, si gode la vita senza troppo stress. Beato lui, e beati noi fino a che ci concede di assistere ai suoi show sul campo da tennis.

 

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