US Open: Novak Djokovic e Roger Federer, due signori “a caldo”

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US Open: Novak Djokovic e Roger Federer, due signori “a caldo”

Nelle interviste sul campo domina la sportività. Nessun accenno sull’eccesso di tifo

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(Da New York, Antonio Volpe Pasini)

Interviste a caldo del dopo match all’insegna della sportività e della signorilità, soprattutto da parte di Novak Djokovic, che non ha fatto neppure un accenno polemico nei confronti di un pubblico che per tutta la partita gli ha tifato contro rasentando spesso la maleducazione e l’antisportività.

Ha “aperto le danze”, come da prassi, Roger Federer, lo sconfitto che per evitare questo termine brutale viene definito solo “our finalist”. La prima domanda da parte del maestro di cerimonia Tom Rinaldi, giornalista di Espn, è d’obbligo e piuttosto scontata: come ci si sente a tornare in finale agli Us Open dopo ben 6 anni?

Ovviamente è una gran bella sensazione – ammicca Roger – sono state due gran belle settimane. Anzi, devo dire che tutto questo viaggio in America è stato splendido. La finale contro Novak è stato un impegno enorme, è un campione e devo fargli i complimenti per un’altra grande vittoria”.

Una rivalità quella tra Federer e Djokovic che ha vissuto il suo 42mo capitolo ed è ora in perfetta parità: 21 a 21.

E’ una rivalità bellissima – ammette sorridendo Federer – Certo stasera no, come altre 21 volte. E’ comunque stata una grande sfida che ci ha insegnato ancora qualcosa riguardo al nostro gioco e riguardo a noi stessi. Per quel che mi concerne sono contento perchè il mio gioco sta progredendo nella direzione giusta. Sto migliorando e quindi ci vedremo l’anno prossimo”.

Da Nole invece Rinaldi vuole sapere quali siano state le difficoltà principali che ha dovuto superare per riuscire a vincere il suo decimo major. Il sottointeso neppure tanto velato era quello di suscitare una reazione al comportamento del pubblico. Il serbo però non cade nel tranello, anzi lo evita alla grande.

Roger – risponde – questo è stato l’ostacolo. Scendere in campo con il miglior giocatore della storia del tennis è una sfida tremenda. E a questo proposito voglio condividere con tutti la mia ammirazione per quello che ha fatto e per quanto riuscirà a fare, perchè continua a migliorare. È stat una partita incredibile e sul 5-2 del quarto set Roger ha dimostrato il perché e un campione: mi ha fatto giocare ogni punto fino alla fine e quando ho visto quell’ultimo suo dritto finire lungo ho tirato un sospiro di sollievo”.

Il 2015 per Djokovic è stato un anno fantastico: in finale in tutti e quattro i tornei dello Slam e tre di questi vinti (manca all’appello solo il Roland Garros perso contro Wawrinka).

Vero, è stato un anno incredibile, ma – precisa Nole – lo è stato soprattutto perchè sono diventato marito e padre. Ha ragione Roger quando dice che la famiglia è la cosa più importante e ora voglio godermi il più possibile con loro questa fantastica vittoria”.

Detto questo Nole saluta e si congeda da un pubblico di cui proprio non riesce a conquistare il cuore. Chissà perche?

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