Prima finale in un WTA International per Anna-Lena Friedsam (nel 2014 aveva vinto a Suzhou un WTA 125K series). La tennista tedesca ha avuto bisogno di più di due ore e tre set per avere ragione della più esperta Johanna Larsson, alla ricerca invece della sua quinta finale in un torneo del circuito maggiore. Un primo set molto regolare nel quale Friedsam approfitta dell’unico passaggio a vuoto al servizio dell’avversaria nel quarto gioco e trasforma grazie ad un lob di Larsson di poco lungo la prima delle due palle break in suo favore. La tedesca si porta avanti di un break anche nel secondo parziale ma dal 4-2 in suo favore subisce un parziale di 4 giochi consecutivi cedendo due turni consecutivi di battuta. Nel terzo set è Larsson a mettere avanti la testa per ben due volte ma quando sul 5-3 va a servire per il match subisce l’azione aggressiva della sua avversaria e con un parziale negativo di quattro giochi a zero e consegna il match a Friedsam.

Nella seconda semifinale Anastasia Pavlyuchenkova, avanti di un set ed un break, si innervosisce per un medical time out chiamato da Kirsten Flipkens e deve ricorre al terzo set per superarla per la terza volta in tre incontri. Nei primi tre giochi nessuna delle due giocatrici riesce a tenere il servizio, Pavlyuchenkova ci riesce per prima e forte del break di vantaggio trova fiducia sia nel dritto che nel servizio, annulla due palle break consecutive nell’ottavo gioco e nel gioco successivo trova il secondo break che le vale il primo set. Flipkens chiama l’intervento del medico per un dolore alla spalla destra, che spiegherebbe la sua prestazione fino ad ora opaca al servizio. La tennista belga rientra in campo ma più che i suoi limiti in campo si vede una Pavlyuchenkova superiore: servizio, dritto, palle corte al momento opportuno e risposte fulminanti la portano avanti di un break anche nel secondo. Flipkens gioca un buon turno di servizio ed interrompe il parziale di cinque giochi consecutivi della russa. La tennista belga trova delle buone soluzioni anche nel successivo gioco in risposta e recupera il break. Nel settimo gioco, dopo una risposta vincente dell’avversaria, indica la spalla destra alludendo forse al medical time-out chiamato da Flipkens. La russa si innervosisce e perde di nuovo il servizio. Questa volta è lei a chiamare il medical time-out, ma non si capisce cosa abbia effettivamente, il medico mette mano dappertutto, sembra più una ripicca (a dire il vero nemmeno comprensibile dal momento che l’MTO, vero o presunto, chiamato da Flipkens, non aveva distratto Pavlyuchenkova che aveva poi conquistato i primi tre giochi ad inizio del secondo set). La russa continua a sbagliare e cede ancora il servizio ed il set. Si va al terzo e Pavlyuchenkova sembra poter fermare il parziale di sei giochi subìto con due palle break in apertura ma non ci riesce. Tiene però con rabbia a zero il suo successivo turno di battuta sfodernado dei dritti devastanti e riesce poco dopo nella conquista del break recuperando da 40-0. Adesso tutto sembra funzionare di nuovo per la russa ma sul punteggio di 3-1 in suo favore e avanti 15-30 con Flipkens al servizio, la belga si ferma per sangue dal naso. Questa volta il problema è reale e Pavlyuchenkova al rientro in campo non si lascia distrarre, conquista il secondo break e sul 5-2 va a servire per il match. La macchina sembra incepparsi di nuovo, un passante largo e due doppi falli e la russa è sotto 0-40, Flipkens spreca la prima palla break, il resto lo fa, e questa volta bene, il servizio di Pavlyuchenkova.

Risultati semifinali:

[7] A. Pavlyuchenkova b. K. Flipkens 6-3 3-6 6-2
A.L. Friedsam b. J. Larsson 6-3 4-6 7-5