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Coppa Davis

Coppa Davis amarcord: la débâcle azzurra in Africa e la serie C

Il tennis italiano, a livello maschile, vive un periodo di risultati discreti, soprattutto grazie al contributo di Fognini e Seppi che stazionano stabilmente nella top 30 da qualche anno. Eppure, non tanti anni fa, l'ItalDavis subì una debacle clamorosa contro lo Zimbabwe, che nell'immaginario degli appassionati di tennis rimane un ricordo, ancora, vivido

Last updated: 29/11/2015 11:45
By Tommaso Voto Published 27/11/2015
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5 Min Read

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Era il settembre del 2003, quando nell’esotica e lontana Harare , capitale dello Zimbabwe, già Rhodesia del Sud, andò in scena il punto più basso dell’Italtennis. La rappresentativa italiana fu sconfitta dalla compagine africana per 3-2 (3-0 dopo le prime due giornate) e subì, così, l’onta della retrocessione nel gruppo C di Coppa Davis. Da quel giorno lo Zimbabwe diventa per gli appassionati di tennis, quello che la Corea del Nord del 1966 rappresenta per la nazionale italiana di calcio, ovvero la sconfitta più clamorosa mai subita.
L’Italia, che ad aprile viene battuta a Casablanca dal Marocco, grazie a due vittorie nell’ultima giornata di Younes El Aynaoui e Hicham Arazi, si ritrova a dover centrare, assolutamente,  una vittoria contro lo Zimbabwe per evitare l’abisso della Coppa Davis, ovvero il raggruppamento II della zona euro-africana.
La squadra capitanata da Barazzutti (sì, sempre lui) e dal presidente FIT Binaghi (nei secoli presente) parte, ovviamente, con i favori del pronostico; nell’unico precedente  a Prato, nel ’98, fu un netto 5-0, ma la situazione precipita già nella prima giornata. Volandri, infatti, dopo aver vinto il primo set 6-4, si incarta e subisce la rimonta di Ullyett, che, con l’uso sfrenato  del serve&volley, mette in confusione il livornese, sempre poco a suo agio lontano dall’amato mattone tritato.
Davide Sanguinetti, allora impegnato come secondo singolarista, perde in tre set contro Wayne Black e manda lo Zimbabwe avanti 2-0 e con la chiara possibilità di chiudere i conti già il giorno successivo. Il tennista italiano lotta, praticamente, solo nel primo set, che perde al tiebreak, poi si spegne con il passare dei minuti e consegna il secondo punto al tennista africano. La grande occasione per lo Zimbabwe arriva con il doppio, infatti gli africani schierano la coppia Black-Ullyett, che allora stazionava nella top 10 e vantavano in bacheca anche un titolo Slam,  il Roland Garros del 2001 (ma i due vinceranno anche un secondo titolo in Australia nel 2005). In questo caso il pronostico non viene sovvertito, Black-Ullyett battono in tre set gli italiani Massimo Bertolini e Giorgio Galimberti e spingono l’Italia nel baratro. La clamorosa sconfitta viene mitigata dai due punti conquistati da Galimberti e Sanguinetti contro gli sconosciuti Chidzikwe e Bazda, ma il 3-2 non toglie la delusione e l’amaro in bocca a tutto l’ambiente italiano. Il capitano Barazzuti dichiarerà a caldo: ” È una sconfitta che fa male, non mi sarei mai aspettato che arrivasse già nella seconda giornata. Bisogna prendere atto, accettare con pazienza, tirare su le maniche e iniziare a lavorare per costruire una squadra che possa tornare in serie B e poi in serie A». Da questa incredibile Caporetto, la nazionale italiana di tennis, già, l’anno successivo torna nel gruppo B, dopo aver eliminato la Polonia solamente 3-2. Anche in questa occasione non manca il pathos, perché Potito Starace salva due match point a Fyrstenberg e conquista il punto decisivo.
La nazionale tornerà, finalmente, nel gruppo che conta solamente nel 2011, con la vittoria contro il Cile, dopo ben 7 anni di spareggi persi e sorteggi sfortunati, ma l’opera di costruzione di Barazzuti è iniziata, proprio, dal quel famoso settembre del 2003.
Lo Zimbabwe, da quella storica vittoria contro l’Italia, è praticamente scomparso dai radar del tennis che conta, non avendo, ormai da molti anni, rappresentati nella top 200.
Negli ultimi anni, soprattutto con i risultati di Fognini e Seppi, il tennis italiano al maschile sta ottenendo dei buoni risultati (anche se non paragonabili ai successi delle azzurre), questa ritrovata competitività si è riversata anche sulla Davis, in cui spicca la semifinale, poi persa, contro i futuri campioni della Svizzera di Federer nel 2014.
Con la vittoria nello spareggio contro la Russia, la nazionale italiana dell’eterno Barazzutti ha centrato, per settimo anno consecutivo, l’ingresso nel World Group di Coppa Davis, a dimostrazione che il momento che vive il tennis italiano maschile è positivo. 


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