Il k.o. di Marsiglia e perché mi spiace 13 volte. Chi è depresso, chi testardo, chi ingiustificabile

Editoriali del Direttore

Il k.o. di Marsiglia e perché mi spiace 13 volte. Chi è depresso, chi testardo, chi ingiustificabile

FED CUP -MARSIGLIA – A poche ore dal sorteggio play-off con due ipotesi da…serie B per l’Italia. Sara Errani irriconoscibile: serve una scossa. Idem Camila Giorgi, in campo e fuori. Che brutta figura i nostri “federales”, ambasciatori Pietrangeli e Pericoli inclusi, presenti in massa in tribuna fino a che…

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Non sono, ahimè, giovane come Werther, i miei sono più dispiaceri che veri dolori.
Ho visto, in tv, l’Italia perdere dalla Francia, ho letto direttamente su Ubitennis le ottime cronache di Laura Guidobaldi e le trascrizioni delle interviste.
E sono davvero tante le cose che mi sono dispiaciute. In ordine di importanza:

1)Mi spiace che si sia perso;
2)Mi spiace perché tifo sempre Italia, da sempre, per ragioni patriottico-sentimentali;
3)Mi spiace per motivi di “bieco” (ironizzo…per chi non lo capisse e c’è sempre qualcuno che non capisce) interesse: per un sito di tennis italiano è molto meglio quando i tennisti italiani vincono che quando perdono. P.S. Al punto 3 : non a caso il nostro record di contatti, quasi 110.000 in un giorno, avvenne il giorno della finale US Open Pennetta-Vinci;
4)Mi spiace molto che le ragazze italiane di Fed Cup siano state battute di nuovo dalla francesi, sia perché con i francesi in particolare in qualche modo – sarà per la loro “grandeur”? – dà fastidio perdere, sia perché dopo che l’Olanda aveva sorprendentemente battuto la Russa, l’ItalDonne avrebbe potuto fare strada nonostante il nostro cattivo stato di salute. Ma le olandesi, classificate oltre il centesimo posto, sarebbero state certamente alla nostra portata. Quantomeno;
5)Mi spiace aver visto ancora Sara Errani, che a Melbourne aveva manifestato addirittura sintomi di disaffezione, di disinnamoramento per il tennis, dibattersi in una crisi psicologica tale che perfino quell’animus pugnandi che aveva sempre sorretto il suo tennis artigianale, sembra essersi sgretolato. Perde 7-6 il primo set con la Mladenovic e il secondo è un 6-1;
6) Mi spiace che Camila Giorgi continui a non manifestare quei progressi in cui in tanti speravamo, io per primo. È suo l’unico punto conquistato, sia pure con la (poco) discreta complicità da parte della Mladenovic che, a causa di tre falli di piede chiamati da un giudice di linea poco patriota, ha perso la testa e il terzo set in un baleno. Camila era stata dominata nel primo set e contro la Garcia non ha mai dato la sensazione di essere in partita, né – more solito (si traduca a chi non ha studiato il latino che non sto parlando di frutti di bosco) – non è riuscita a cambiarla. Nè tantomeno a provare a cambiarla;
7) Mi spiace che tutti capiscano che “errare è umano ma perseverare è diabolico” salvo Camila Giorgi (e suo padre?) quando sembra averci quasi tenuto a ribadire che… “nel tennis non esiste piano B”. La risposta parrebbe averla data Corrado Barazzutti quando, sull’argomento, ha precisato: “Non esiste quando uno non ha varianti tecniche”;
8) Mi spiace dover ribadire che, se un regolarista nato non può improvvisarsi in un giocatore serve&volley, né viceversa, però dei piccoli aggiustamenti si possono, anzi si devono fare nel corso di un match quando il risultato dimostra chiaramente che le cose non stanno andando come si vorrebbe. Esempio n.1 (di 100): non ti entra la prima sparandola sempre a tutta forza e sulla seconda stai facendo una caterva di doppi falli? Fai passare qualche prima a tre quarti di velocità, per un paio di games, così eviterai i doppi falli e soprattutto di innervosirti e poi quanto ti sarai tranquillizzato ricomincerai a servire come preferisci e ti senti di fare. Esempio n.2: hai tirato 10 dritti in rete (o rovesci…, il discorso non cambia, se non te ne accorgi te, dovrebbe accorgersene almeno il coach che non dovrebbe star lì solo a dire forza e dai…sennò son buoni tutti!), per un game o due prova a liftarli un po’ di più, a scavalcare quella rete che sembra diventata insormontabile, senza rinunciare alla profondità e: a) chissà che la tua avversaria, disorientata da un tal cambio di ritmo e di prospettive, non ti restituisca un po’ di quei regali che le avevi fatto tu fino a quel momento b) chissà che, di nuovo, con una diversa serenità conseguente ai minori errori gratuiti, tu non ritrovi il giusto timing per riprendere a giocare i tuoi colpi nel tuo modo prediletto. Esempio n.3: ti sei accorta, o se ne è accorto il tuo coach che è più lucido di te, che hai sbagliato una serie esagerata di risposte (6 delle ultime 7…) e allora modifica la tua posizione: eri troppo avanti? Vai mezzo metro più indietro, forse oggi la reattività delle tue gambe, dei tuoi riflessi, non è quella dei giorni migliori, pensa che sei tu che puoi e devi rimediare. Jim Courier vinse la finale del Roland Garros contro il superfavorito Andre Agassi nel 1991 decidendo, di concerto con il suo coach Brad Stine, di non incaponirsi a voler anticipare la risposta alla battuta di Agassi dopo aver perso il primo set (la decisione fu presa congiuntamente negli spogliatoi grazie ad un provvidenziale acquazzone che interruppe il match). Courier, anziché giocare risposte subito aggressive, si piazzò un metro più dietro, giocò risposte un tantino più interlocutorie e vinse poi la maggior parte degli scambi più prolungati;
9) Mi spiace che Camila (o anche suo padre? Boh… ) non abbia ancora capito, dopo tutti questi anni di tennis, che “piano B” significa provare a fare qualcosa di diverso, anche di minimamente diverso, rispetto ad una condotta di gara monocorde;
10) Mi spiace che Camila – cui continuo a dedicare tempo e spazio nell’ottimistica speranza che un giorno lei (e suo padre?) capiscano che quel che dico non lo dico perché ce l’ho con lei, ma anzi proprio perché le auguro ogni bene, e cioè risultati e successi con una diversa continuità rispetto al presente e al passato- non abbia ancora capito che la tattica non è e non deve essere una inutile parola semisconosciuta. E che il gioco delle avversarie va invece studiato, analizzato e contrastato. Chi dice e ripete sempre roboticamente: “Io devo fare il mio gioco” e anche chi dice “Il gioco della mia avversaria non mi interessa”…sbaglia (anche se quelle frasi gliele ha suggerite il padre). Se l’avversaria si trova meglio sulle palle basse piuttosto che sulle alte, su quelle piatte invece che su quelle tagliate, sul dritto piuttosto che sul rovescio…beh, tu, tennista professionista lo devi quantomeno sapere e, a seconda delle circostanze, regolarti di conseguenza. E se un allenatore, sia esso papà, Barazzutti, o domani la Schiavone, ti segnalerà una sola di queste cosette, per favore Camila quando un collega ti chiederà ‘Ma cosa ti ha detto il capitano’, non dire mai più “Non so cosa rispondere!” perchè ci fai davvero una pessima figura. Quella di una persona poco intelligente. Tutti abbiamo fatto nella nostra vita figure da persone poco intelligenti. L’importante è non perseverare. Sono stato chiaro?
11) Mi spiace di aver visto in tribuna la solita massa di dirigenti federali in… “viaggio premio”, con mogli e inutili accompagnatori al seguito. Non so quanti abbiano viaggiato in business a spese FIT (anche nostre quindi…) e quante camere siano state pagate al dispendioso Sofitel di Marsiglia. Molte e più del necessario naturalmente. Ma so per certo che, per un viaggio di meno di due ore, si è ritenuto che per alcuni viaggiare in economy fosse una diminutio capitis. Una caterva di persone. I soliti sprechi all’italiana sui quali nessuno si azzarderà mai a mettere becco. Tantomeno il CONI, sempre preoccupato di garantire massima autonomia ai…presidenti elettori. Ma vi assicuro che, avendo fatto ormai il callo da anni a queste “trasferte gonfiate di dirigenti” se li avessi visti almeno rimanere vicini alla squadra quando a risultato acquisito (sul 3-1) la povera Sara Errani e l’esordiente Martina Caregaro, sono state “asfaltate” in 45 minuti dal duo Garcia-Mladenovic, beh avrei chiuso un occhio sulla solita dilapidazione di soldi pubblici (o parapubblici che siano).
Mi spiace invece che a guardarle, non dico ad incoraggiarle, non è rimasto nessuno di coloro che sedevano nella prima fila della tribuna lato corto del rettangolo: né il presidente Binaghi e sua gentile consorte, né il vicepresidente Raimondo Ricci Bitti, né i cosiddetti “ambasciatori” del nostro tennis, Nicola Pietrangeli e Lea Pericoli (giustamente stipendiati per la loro funzione certamente imprescindibile), né il mio ex compagno di doppio Roberto Pellegrini (molto più bravo come tennista che come dirigente: è lui uno dei principali responsabili dell’ahinoi fallimentare centro tecnico di Tirrenia). Nessuno!!! Tutti scomparsi. Non trovandomi a Marsiglia non so dirvi dove fossero scomparsi, se a far turismo, se in albergo, se a caccia del primo aereo per tornare a casa…Ma poiché diversi per la verità hanno preso l’aereo la mattina dopo… allora mi chiedo, ma proprio non potevano resistere 45 minuti di più e semmai applaudire alla fine anche le francesi vittoriose con il giusto fair-play? Se l’Italia avesse dovuto giocare il doppio decisivo sul 2 pari, lì ci sarebbero stati tutti. Per me, il loro comportamento è stato pessimo. Ingiustificabile. Vedere anche in tv tutta quella fila assolutamente deserta mi ha procurato una gran tristezza. Mancanza di stile, di eleganza, di fairplay. Almeno la decenza di restare sul campo ad incoraggiare le ragazze mandate in campo quando certamente Sara Errani ne aveva pochissima voglia. Avrebbero dovuto avere quella sensibilità se non altro per rispetto ad una Sara encomiabile per aver accettato di giocare il doppio (con la Schiavone in fuga…) nonostante il morale sotto i tacchi, le due bastonate patite e la quasi certezza di beccarne una terza, poi infatti regolarmente giunta (6-0,6-1). E anche con la Caregaro, dopo tanti convenevoli di circostanza, che grande manifestazione di interesse, sensibilità, solidarietà, partecipazione! Formidabili. Così come i due Giorgi, padre e figlia, che pare se ne siano andati dall’hotel al mattino del lunedì dimenticandosi di salutare gran parte (tutta?) del resto della truppa…Dico pare perchè relata refero…(oggi sul latino vado fortissimo!). Se vorranno smentirmi pubblicherò;
13) Mi spiace che questa sconfitta non abbia la consolazione di una prospettiva più rosea. L’Italia oggi verrà sorteggiata nei playoff, in ordine di difficoltà contro la Spagna della Muguruza e dalla Suarez Navarro in Spagna, contro gli Stati Uniti delle Williams (presenze poco probabili), Keys, Stephens, Brengle, Vandeweghe, negli USA, la Bielorussia di Azarenka, Govortsova e Sasnovich se sorteggiati fuori casa (ma il sorteggio potrebbe favorirci e l’assenza della Azarenka ancor di più…), e analogo discorso va fatto per la Romania di Halep, Niculescu e Begu. Un conto è affrontarle in Romania e un altro in Italia (come ha scritto Stefano Tarantino, vedete tutte le ipotesi), un conto è con la Halep in campo un altro conto è senza. Oggi intorno alle 13 italiane sapremo chi ci è toccato e quanto sia probabile il rischio di una retrocessione in serie B. Le prime due ipotesi secondo me significano serie B sicura, la terza e la quarta…dipenderà dalla sede e da chi scenderà in campo

Infine chiedo: ma non era giusto chiedere alla Schiavone di giocare lei, di far lei a chioccia alla Caregaro, soprattutto visto che di lei si parla come della futura capitana di Fed Cup? Oppure a Francesca avevano dato il (magari discutibile…) permesso di andarsene via anzitempo in caso risultato acquisito? E perché a lei sì e a Sara Errani no? Perché Francesca questa volta, dopo il rifiuto di far da riserva a Cagliari tre anni fa, aveva accettato di…sostituire Roberta Vinci? Ultimo interrogativo: Roberta, sulla scorta dei precedenti (Schiavone, Pennetta…che hanno fatto cambiare atteggiamento al Binaghi che aveva dichiarato guerra “eterna” al Bolelli reo di anteporre i propri programmi di carriera ad una Davis contro la Lettonia del solo Gulbis contro la quale era impossibile perdere…), aveva diritto a chiedere anche lei di essere esentata dal match con la Francia (sebbene la sua sarebbe stata assenza ben più pesante, viste anche le condizioni di Sara…, di quelle di Bolelli, Seppi, Pennetta e Schiavone), ma lo ha chiesto solo perché voleva volare per tempo a San Pietroburgo nel sogno di centrare la famosa top-ten, o anche perché l’idea di ritrovarsi a giocare il doppio con Sara Errani non le piaceva né punto né poco?

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