Vinci festa doppia, entra nella top ten: "Mi ripaga di tutto" (Crivelli e Cocchi). Anche la Vinci fra le Top Ten (Semeraro)

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Vinci festa doppia, entra nella top ten: “Mi ripaga di tutto” (Crivelli e Cocchi). Anche la Vinci fra le Top Ten (Semeraro)

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Vinci festa doppia, entra nella top ten: “Mi ripaga di tutto” (Riccardo Crivelli e Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

Non è mai troppo tardi. Perché il talento, le motivazioni, l’eleganza, il piacere di un tocco raffinato invece del colpo di clava, non hanno confini. Come il sorriso di Roberta Vinci, che sembrava vicino a spegnersi in un avvio di 2015 segnato dalla dolorosa separazione tecnica con la Errani e conseguente crollo dei risultati in singolare, e che invece oggi può illuminarsi di fronte alla realizzazione di un sogno, alla vigilia del compleanno. Festa completa: Robertina adesso è una top ten, grazie alla sconfitta della Suarez Navarro nel secondo turno di Dubai contro la Garcia, anche se sarà la classifica di lunedì a certificarlo.

Per 25 punti, il computer quel giorno la collocherà davanti alla spagnola al numero 10 del mondo, trasformandola nella quarta azzurra di sempre a riuscire in un’impresa che ti resta per la vita. Prima di lei, ci riuscirono Flavia Pennetta (agosto 2009, e per ironia della sorte lunedì sarà numero 9 proprio davanti a lei), Francesca Schiavone (giugno 2010) e Sara Errani (giugno 2012). Non a caso, le moschettiere di Fed Cup, le eroine di un’Italia scopertasi ultravincente. Robi, però, può al momento vantare un primato in solitaria, che segnala la forza di volontà e certamente non il tempo che avanza: nessuna è entrata nella top ten così tardi, a 33 anni e 4 giorni, perché la Richey e la Court Smith, più vecchie di lei nel novembre 1975 dell’introduzione del ranking , erano state già inserite nella top ten quando il computer non c’era. Del resto, come ha riconosciuto lei stessa dopo il trionfo a San Pietroburgo, non c’è affatto nostalgia per i vent’anni: «Mi sento molto meglio rispetto a un decennio fa, ho perso qualche chilo e corro meglio e di più rispetto a quando ero più giovane. Mi sentivo strana fin da quando ,mi sono alzata al mattino. Ero emozionata, come se me lo sentissi. Adesso che questo sogno è diventato realtà sto provando sensazioni pazzesche. Questo momento L’ho sperato, l’ho sognato, l’ho cercato, ho passato momenti difficilissimi, da schifo e ora entrare tra le prime 10 mi ripaga di tutto».

Il clic a Toronto l’estate scorsa, con la classifica che recitava di un posizione oltre la 50: «Arriva il mio compleanno e posso festeggiarlo doppiamente. Festeggio Roberta che non ha mai mollato, anche quando ero numero 40, anche quando mi dicevano che avrei dovuto smettere perché col back di rovescio non andavo da nessuna parte e giocavo un tennis antico. Festeggio anche questo, aver creduto in me stessa fino all’ultimo. Manca solo una cosa perché sia il compleanno perfetto: la parmigiana di melanzane di mia mamma!». E più dello scarto esiguo sulla Suarez, il futuro sorride per gli appena 348 punti che la separano dal sesto posto della Sharapova: «Appena Carla ha perso, il mio telefono é letteralmente esploso. Messaggi, mail, telefonate, twitter, Facebook. E’ bello sentire tanto affetto (…)

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Anche la Vinci fra le Top Ten (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Fra i dieci tennisti più belli da vedere in assoluto – maschi compresi, per essere chiari – Roberta Vinci c’è sempre stata: volée da sollucchero, controtempi mozartiani e quel rovescio a una mano che viaggia come una poesia nell’aria. Fra le dieci tenniste più forti del mondo – la quarta azzurra di sempre a riuscirci dopo Flavia Pennetta (2009), Francesca Schiavone (2010) e Sara Errani (2012) – invece c’è entrata finalmente ieri, senza neppure giocare un colpo e nonostante la sconfitta di martedì al primo turno del Wta di Dubai contro la kazaka Shvedova, per una di quelle bizzarrie del computer quasi impossibili da spiegare ai non addetti. A restituirle il traguardo che aveva sfiorato nel giugno dei 2013, quando si blocca al numero 11, e che anche stavolta una maledizione sembrava volerle negare, paradossalmente è stata proprio l’unica che in teoria avrebbe potuto negarglielo, ovvero Carla Suarez Navarro, la sua concorrente diretta per un posto in Paradiso, anche lei sconfitta contro pronostico (4-6 6-4 6-3) all’esordio nel torneo del Golfo dalla francese Caroline Garcia. Se non altro un graditissimo regalo di compleanno in anticipo, visto che proprio oggi Roberta compie 33 anni (auguri!).

Un’età storicamente rischiosa per i graditi agli dei, ma che qualche giorno fa la diretta interessata aveva detto di gradire moltissimo, vista la sua passione per gli anni dispari, e che potrebbe regalarle altre soddisfazioni – c’è un appuntamento da fissare con una medaglia olimpica a Rio, no? – magari anche una estensione di carriera. «Ma sì, forse questo non sarà il mio ultimo anno sul tour, vedremo a fine stagione», aveva ammesso domenica scorsa, dopo la vittoria nel suo primo torneo “Premier’; il decimo titolo in carriera, a San Pietroburgo, smentendo così almeno in parte i propositi di ritiro a fine 2016. «Se sarò ancora motivata e starò bene, perché no?». Già, perché no? Il passo falso in Dubai è stato un episodio. Roberta corre e gioca meglio che mai, la conferma vivente che le nostre Fab Four invecchiano benissimo, come vini d’annata.

Fra l’altro lunedì, quando gli scrupolosi chip del computer emetteranno il verdetto ufficiale, di Top Ten l’Italia ne avrà due: oltre a Roberta a quota 9 resiste la Pennetta, la ritirata extralusso che il Presidente del Coni Malagò vorrebbe tanto convincere a un clamoroso ritorno. La doppietta ci era riuscita altre due volte, sempre con la coppia Pennetta e Schiavone, l’ultima nel 2010, stavolta il destino si è divertito ad accostare ancora, dopo la finale degli US Open dello scorso autunno, le due ragazze di Puglia. Per ora la migliore posizione resta quella toccata dalla Schiavone (numero 4), a quota 6 seguono Pennetta ed Errani, e fra l’altro da ieri le nostre Fab Four, protagoniste di un’epoca davvero magica del nostro tennis sono accomunate dall’ennesima statistica eccellente: tutte e quattro Top Ten, tutte e quattro almeno finaliste di un torneo dello Slam in singolare (…)

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