Sara Errani rinasce a Dubai

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Sara Errani rinasce a Dubai

Un inizio 2016 ben al di sotto delle aspettative, un week-end di Fed Cup condito da due prove disastrose e terminato con la sconfitta dell’Italia. Sara Errani era stata data per finita da molti addetti ai lavori, ma la splendida settimana vissuta a Dubai la riporterà nelle Top20 e probabilmente darà un nuovo slancio alla sua carriera, quello che gli appassionati italiani si augurano

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Riavvolgiamo il nastro, torniamo indietro di un paio di settimane. Marsiglia, Fed Cup, le nostre ragazze cedono 4-1 alla Francia e vengono estromesse per il secondo anno consecutivo al 1° turno. Camila Giorgi ha fornito le solite prove incostanti, Sara Errani sembra lontana anni luce dai fasti di un tempo.

Il dito è puntato soprattutto su di lei. Da più parti le piovono critiche addosso, Sara sembra stanca mentalmente, svuotata, la sua grinta e la sua tenacia sembrano oramai essersi affievolite. Partono i “de profundis” da ogni dove. Dove può più andare una come lei, con il suo gioco e con quel servizio? Inutile, ha fatto il suo tempo, il tennis femminile italiano è all’anno zero.

Sono passate per l’appunto due settimane, Sara Errani ha da poco vinto il torneo di Dubai, il nono in carriera, il primo facente parte della categoria Premier e da lunedì tornerà nelle TOP20 (per la precisione nr. 17). Il quesito sorge spontaneo, possiamo mai mettere in dubbio le capacità di una tennista che comunque vada ha giocato dal 2012 in poi una finale (Roland Garros 2012), due semifinali (US Open 2012 e Roland Garros 2013) e ben quattro quarti di finale negli Slam? Possiamo mai criticare una tennista che seppur fisicamente fin troppo “normale” rispetto ai canoni odierni è comunque stata nr.5 del ranking WTA (solo Francesca Schiavone meglio di lei al nr.4) a maggio 2013 e che ci ha regalato anche una finale al Foro Italico e comunque ha vinto in singolare ben 9 titoli in carriera (su 19 finali giocate, seconda in questo caso solo a Flavia Pennetta)?

Beh, onestamente diremmo proprio di no. Sara Errani, ha fatto, fa e farà probabilmente tutto quello che si può per portare il tennis italiano ai massimi vertici internazionali. Vero, non è mai riuscita a migliorare più di tanto il livello del suo servizio, ma la sua combattività, la sua grinta in quante le possiedono nel circuito? E ad onor del vero crediamo che sia anche normale, dopo quasi 4 anni giocati ai massimi livelli, accusare dei cali, soprattutto mentali, come quelli capitati in questo inizio di stagione. Dopo la sconfitta inaspettata contro la russa Gasparyan ad inizio stagione, la tennista italiana si lasciò scappare nell’intervista post-match che dopo un buon primo set la testa era andata ad altro e di conseguenza il match le era scivolato di mano. Ecco, Sara si è dimostrata nell’occasione un essere umano, un’atleta che seppur non dotata fisicamente come alcune sue colleghe e non un talento puro di base, fa della preparazione, della tenuta atletica, della concentrazione, della saggezza tecnica le sue doti migliori. E se la testa non ti aiuta, se psicologicamente non sei al top, è inevitabile che in campo tutto questo si rifletta sul tuo gioco, è inevitabile che tu sia l’ombra di te stesso. Spesso gli appassionati dimenticano che dietro l’atleta in campo c’è una persona che vive una vita come tutti gli altri e che a volte possano esserci dei problemi che ti condizionano e non poco. Inoltre su Sara c’è stato più volte un atteggiamento anche da parte di qualche addetto ai lavori nostrano un po’ troppo severo. In occasione della finale a Roma contro Serena Williams sugli spalti molti giornalisti italiani scommettevano su quanti game avesse mai potuto fare Sara contro la nr.1 del mondo quando invece avrebbero forse dovuto pensare a capire che già arrivare a quel traguardo, battendo nell’ordine Makarova (allora nr. 24), Li (nr.2) e Jankovic (nr. 8) era stata un’impresa non da poco, frutto per l’appunto di una voglia di arrivare senza confini, classico esempio che quando si vuole si può andare ben oltre i propri limiti.

Non sappiamo cosa fino a due settimane precludesse a Sara di essere se stessa in campo, di essere anni luce lontana dal suo tennis migliore, di non riuscire a reagire ai momenti negativi. Sappiamo solo che dopo due settimane Sara ha finalmente reagito, ha vinto un torneo dove nel primo turno era sotto 5-1 contro la cinese Zheng nel 1° set prima di vincere in due parziali, dove con la Brengle era addirittura sotto di due break nel terzo parziale e dove ha battuto Shvedova e Svitolina (due che sul veloce si sanno difendere e non poco) sul cemento. Ora, si dirà che Sara il torneo lo ha vinto perché alla fine nessuna delle migliori è arrivata fino in fondo, ma come si dice in gergo la colpa è degli assenti. Non avrà affrontato Kvitova, Muguruza e compagnia, ma se oggi ha alzato il trofeo il merito è tutto suo e le lacrime a fine match erano più che giustificate. Perché, come già detto in precedenza, a volte dimentichiamo che il tennista è prima di tutto un essere umano e probabilmente Sara in cuor suo aveva accusato non poco le critiche conseguenti agli ultimi risultati non brillanti e forse si era sentita anche responsabile dello scivolone italico a Marsiglia in Fed Cup.
Questa vittoria le toglie un po’ di pressione e probabilmente le porta anche un po’ di serenità che speriamo le consenta di tornare sé stessa, perché per quanto ad aprile la Errani compirà 29 anni, noi crediamo che abbia ancora molto da dare al tennis italiano, nella speranza che prima o poi dietro di lei venga fuori qualche giovane promessa che ne prenda esempio. Dopo i Premier sul cemento americano si tornerà sulla terra rossa (comunque la sua superficie preferita) e soprattutto ci sarà uno spareggio di Fed Cup in Spagna che è quanto di peggio ci potesse capitare. Ma se in campo scenderà la Errani vista oggi le cose potrebbero anche cambiare e non andremo in terra iberica come vittime sacrificali. Se poi si unisse anche la nostra nuova Top10 Roberta Vinci, la sfida assumerebbe ben altro aspetto, ma questa è un’altra storia…

Ora godiamoci il ritorno di Sara Errani e la sua vittoria nel torneo di Dubai. Il tennis italiano per il momento ha ancora bisogno della tennista bolognese e farà bene a tenersela stretta fin quando sarà possibile.

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