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ATP Dubai: si ritira Novak Djokovic! In semifinale va Lopez
Brutta tegola per il torneo di Dubai: il numero 1 del mondo Novak Djokovic è costretto al ritiro (l’undicesimo in carriera) nel suo incontro di quarti di finale contro Feliciano Lopez. Il serbo abbandona il match a causa di un’infezione ad un occhio. Si interrompe la striscia di 17 finali consecutive. In precedenza Nick Kyrgios aveva disposto facilmente di Tomas Berdych. In semifinale sfiderà Stan Wawrinka

F. Lopez b. [1] N. Djokovic 6-3 rit. (Giovanni Vianello)
Grande sorpresa a Dubai nei quarti di finale, Novak Djokovic perde la sua prima partita del’anno a causa di un ritiro al termine del primo set contro Feliciano Lopez. I problemi sono evidenti già a partire dal primo game, lo spagnolo strappa il servizio al serbo grazie ad un paio di gratuiti di dritto del numero 1 del mondo. Lopez conferma poi il break grazie ad una buona percentuale di prime di servizio. Djokovic nel terzo game appare in stato confusionale, parte con un doppio fallo, poi subisce una risposta vincente di Lopez ed infine va sotto 0-40, ma recupera fino al deuce e poi comincia ad ingranare, tenendo il servizio ai vantaggi.
Djokovic al cambio campo chiama il fisioterapista e lamenta problemi agli occhi. Feliciano inizia il quarto game con un ottimo serve and volley ed una veronica degna di Panatta, ed infine tiene il servizio a trenta. Nel quinto game Djokovic tiene il servizio a zero. Anche Lopez tiene il servizio a zero nel game successivo. Segue un game interlocutorio in cui Nole tiene il servizio. Nell’ottavo gioco Lopez si salva da 15-30 e tiene il servizio ai vantaggi. Nel nono gioco Djokovic si lancia in due tentativi velleitari di serve and volley ed è deficitario nella percentuale di prime in campo e subisce il secondo break del set. La partita termina qui, Nole decide di ritirarsi alla fine del primo parziale. Primo ritiro per Djokovic dalla Coppa Davis 2011 con Del Potro. Da allora il numero 1 del mondo ha disputato 350 incontri (312 vittorie e 38 sconfitte).
Tutti i ritiri di Novak Djokovic:
Davis Cup 2011 vs Del Potro 7-6 3-0 rit.
Cincinnati 2011 vs Murray 6-4 3-0 rit.
Belgrado 2010 vs Kraijnovic 6-4 rit.
AO 2009 vs Roddick 6-7 6-4 6-2 2-1 rit.
Montecarlo 2008 vs Federer 6-3 3-2 rit.
Davis Cup 2008 vs Davydenko 4-6 3-6 6-4 0-0 rit.
Wimbledon 2007 vs Nadal 3-6 6-1 4-1 rit.
Umag 2006 vs Wawrinka 6-6 rit.
RG 2006 vs Nadal 6-4 6-4 rit.
RG 2005 vs Coria 4-6 6-2 3-2 rit.
Gli altri incontri (Raoul Ruberti)
Il primo quarto di finale dell’ATP 500 di Dubai ad andare in scena è il remake della semifinale marsigliese della scorsa settimana: Nick Kyrgios contro Tomas Berdych. Il ceco, sconfitto senza appello, aveva anticipato la sfida odierna dichiarando di volergli restituire pan per focaccia. Alle parole però, come spesso accade, non seguono i fatti. Un Berdych inerte e passivo non riesce a far male ad un avversario così sciolto e in fiducia da apparire quasi ciondolante, e si ritrova privo sia della capacità di penetrare con i propri colpi sia di trovare la chiave tattica del match. Kyrgios, infatti, non sembra avere preferenze per una traiettoria o per la ricerca di un qualche punto debole. Si limita a tempestarlo con il dritto e – quasi solo con la certezza di poter chiudere il punto – con il rovescio, rimanendo ben piantato nel campo sia in uscita dal servizio sia in risposta. Persino gli errori del teenager terribile trasmettono una sensazione di padronanza, come se fosse lui a decidere quando commetterli per puro disinteresse nei confronti del punteggio. Se a fermarlo non basta neppure il problema alla schiena, che lo costringe al medical time out a metà del primo parziale, le possibilità che a farlo possa essere lo sfortunato numero 7 del ranking sono tendenti allo zero. A tratti la supremazia dell’australiano è talmente palese da risultare nel contempo irritante e splendida: nel proprio quarto turno di servizio, dopo un ace e una smorzata sulla quale Berdych si affanna invano ad arrivare, Kyrgios vince semplicemente un punto passeggiando lungo la rete. Nessun rischio, palle break concesse solo nel primo turno di battuta, nel secondo set l’accelerazione al momento giusto e appena 4 punti concessi con la battuta, la conferma che il “caso Kyrgios” è molto più che un caso. Neppure certi top 10 gli fanno più alcuna paura.
Ad attenderlo in semifinale sarà Stan Wawrinka, che supera Philipp Kohlschreiber in una sfida tra rovesci monomani eleganti e potenti. Nonostante abbia vinto più del doppio dei giochi del tedesco, Stan continua a non convincere appieno e a soffrire pressione e colpi profondi. Wawrinka e Kyrgios non incrociano le proprie strade dalla Rogers Cup dello scorso anno, quando quest’ultimo si rese purtroppo protagonista di un grave esempio di antisportività. Il terribile Nick ha dichiarato a inizio stagione che la pace è ritornata e i due sono ora in buoni rapporti, ma trovarsi in campo è tutt’altra storia e il match sarà di sicuro da tenere d’occhio anche per questo. Bene anche un sempre più ritrovato Marcos Baghdatis. Il tennista di Cipro dimostra di ricordare ancora come si sta ai livelli più alti del ranking, e approfitta di un nuovo crollo psicologico di Bautista Agut (anche con Klizan, a Rotterdam, il suo torneo si era concluso con uno 0-6).
Risultati:
N. Kyrgios b. [3] T. Berdych 6-4 6-4
M. Baghdatis b. [4] R. Bautista Agut 7-5 6-0
[2] S. Wawrinka b. [8] P. Kohlschreiber 7-5 6-1
F. Lopez b. [1] N. Djokovic 6-3 rit.
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ATP Houston, il tabellone: Tiafoe e Paul guidano il monopolio americano
Sei teste di serie su otto sono per giocatori di casa, ma attenzione ai sudamericani Etcheverry e Garin, campione nel 2019

Dopo la parentesi sudamericana di febbraio, la terra è pronta a tornare la protagonista del circuito. Da lunedì e fino alla fine del Roland Garros, e quindi per più di due mesi, si giocherà solo sul rosso. In campo maschile si partirà con tre tornei 250 in tre continenti diversi: Estoril, Marrakech e Houston. Quest’ultimo sarà, come spesso capita, la casa dei giocatori americani, storicamente non troppo amanti della terra europea. Tre delle ultime quattro edizioni sono state vinte da rappresentanti del team USA e ci sono tutti i presupposti perché le tradizioni vengano rispettate anche quest’anno: al via ci saranno infatti almeno dieci giocatori di casa e sei di questi avranno lo status di testa di serie, lasciandone soltanto due alle altre nazioni. I favoriti per arrivare in finale sono Frances Tiafoe e Tommy Paul, ma entrambi non conservano ricordi particolarmente positivi delle loro esperienze a Houston.
In tre apparizioni Tommy ha vinto solo due partite e non è mai andato oltre gli ottavi, mentre Frances ha come miglior risultato i quarti della scorsa edizione quando si fermò al cospetto di Isner. Proprio Big John, che ha disputato tre finali in questo torneo vincendo quella del 2013, è uno degli altri due americani, insieme a Tiafoe e Paul, che approfitterà di un bye al primo turno. Il quarto e ultimo è Brandon Nakashima che, dopo il trionfo alle Next Gen di Milano, sta faticando a trovare continuità di risultati in questo avvio di stagione.
La seconda linea statunitense è poi composta da JJ Wolf, numero 5 del seeding e chiamato a un primo turno complicato contro Jordan Thompson, e da Marcos Giron (settima testa di serie). Nelle retrovie ci sono invece, oltre a Kudla e Kovacevic, le wild card Steve Johnson (vincitore qui nel 2017 e nel 2018) e Jack Sock (anche lui campione del torneo nel 2015). Un altro past champion che ha ricevuto un invito per il tabellone principale è Fernando Verdasco che contro l’australiano Kubler (testa di serie n. 8) andrà a caccia di una vittoria ATP che gli manca dallo scorso settembre.
Tra chi punta a spezzare il monopolio a stelle e strisce, però, ci sono soprattutto due sudamericani: il primo è Etcheverry, finalista a Santiago a febbraio, che al primo turno affronterà Juan Manuel Cerundolo (fratello di Francisco); il secondo è Garin, già capace di trionfare sulla terra di Houston nel 2019. Il cileno sfiderà all’esordio Dellien con vista su un possibile secondo turno con Nakashima.
Questo il tabellone completo del Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s Clay Court Championship 2023:

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ATP Miami, Sinner ha un nuovo fan. Alcaraz: “Tifo per te”
Abbraccio sincero nonostante la dura sconfitta tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner: “Forza amico”

Non si sono risparmiati i complimenti nelle rispettive conferenze stampa Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, che nella semifinale di Miami hanno dato vita ad un nuovo capitolo bellissimo della loro rivalità. Qui il video-commento del direttore sul match.
Sinner ha spiegato come “ci si diverte a giocare così, ci vogliono due tennisti per fare punti così belli”, mentre lo spagnolo ancora una volta ribadisce quanto affrontare un tennista del livello di Jannik gli permetta di migliorare: “Riesco solo a pensare a come migliorare per riscire a batterlo“.
Oltre a queste dichiarazioni però, i due tennisti si sono parlati anche a fine incontro durante la stretta di mano. Nonostante la delusione arrivata dopo tre ore, Carlos non ha perso il sorriso e si è complimentato con Jannk con un sincero abbraccio accompagnato da queste parole: “Vai a prendertelo. Forza amico. Tiferò per te“. Chissà se la rivalità tra questi due giovani tennisti raggiungerà mai le vette toccate con i match tra Federer e Nadal, quel ch’è certo però è che il livello di sportività e amicizia tra i due non sarà da meno.
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La rinascita del tennis francese passa anche dal 18enne Luca Van Assche: “Sinner, Alcaraz e Rune sono un riferimento” [ESCLUSIVA]
Il classe 2004 transalpino arriva da 8 vittorie consecutive, in semifinale a Sanremo non ha intenzione di fermarsi: “Voglio arrivare il più in alto possibile”

Il Challenger 125 di Sanremo ha progressivamente visto diminuire, turno dopo turno, il numero di italiani in gara. Erano ben 15 gli azzurri ai nastri di partenza, con 7 derby che si sono disputati durante il torneo. Sabato però, a partire dalle 13.30, le semifinali vedranno impegnati un francese, un ceco, un peruviano e un belga, visto che nessun rappresentante del Bel Paese è riuscito a spingersi oltre i quarti.
Sia chiaro, non è l’inizio di una barzelletta, bensì la (quasi) fine del torneo sanremese, alla sua seconda edizione consecutiva in cui è passato dalla categoria ’80’ del 2022 – con il grande successo di Holger Rune – alla attuale categoria ‘125’. Ad aprire il programma (alle 11) sarà la finale di doppio, che vedrà opposti Cornea/Skugor e Cacic/Demoliner. A seguire, non prima delle 13, nella prima semifinale di singolare si affronteranno il ceco Vit Kopriva e il talentuoso francese Luca Van Assche, che si è raccontato ai nostri microfoni dopo la vittoria di ieri nei quarti di finale. A ruota anche la seconda semifinale, che vedrà opposti Juan Pablo Varillas, peruviano e prima testa di serie, e il belga Kimmer Coppejans.
“Ieri ho giocato un gran match, sono contento di aver raggiunto la semifinale qui dopo tre buone partite” – ha dichiarato il giovane classe 2004 transalpino, prossimo ormai all’ingresso in top100. Nella classifica live, infatti, Van Assche è n°101 ATP: con una vittoria oggi entrerebbe nell’élite del tennis maschile, salendo al n°97 (arriverebbe al n°89 o n°90 in caso di titolo). “Uno dei grandi obiettivi di questa stagione era vincere nuovamente un challenger ed entrare in top100“, ci ha raccontato il francese. “Al momento ne ho vinto uno – la scorsa settimana a Pau, in Francia, battendo tutte le prime 3 teste di serie, ndr – e sono molto vicino ad entrare tra i primi 100. Spero di vincere oggi in modo da riuscirci subito, ma se così non sarà è solo questione di tempo, sono sulla buona strada.

Forte anche di una striscia aperta di 8 successi di seguito, a questo punto è probabilmente il caso di ridefinire gli obiettivi stagionali, alzando l’asticella. “Spero di giocare al meglio sulla terra, devo dire che ho iniziato piuttosto bene (sorride, ndr). Per essere il primo torneo stagionale sul rosso non posso lamentarmi, oggi gioco una semifinale importante e sono molto contento del mio percorso. Per il resto della stagione non mi pongo limiti, spero di arrivare più in alto possibile“.
A 19 anni da compiere (il prossimo 11 maggio) Luca ha già vinto due challenger, diventando il primo tennista nato nel 2004 a trionfare in questo genere di tornei. Non deve certo essere semplice raccogliere l’eredità di una generazione che ha sfornato diversi top10, tra cui Simon, Tsonga, Gasquet e Monfils. Il transalpino, però, non si pone limiti: “È chiaro che non facile, in Francia sono stati molto criticati nel corso della loro carriera nonostante tutti siano stati top10. Sono delle leggende per il nostro sport, spero vivamente di poter seguire le loro orme”.
La miglior gioventù sta accumulando grandi risultati anche nel gotha del tennis mondiale, come testimoniano i continui record infranti da Carlos Alcaraz o il match straordinario vinto nella notte da Jannik Sinner contro lo spagnolo. Di recente Holger Rune ha dichiarato che gli piacerebbe poter essere un membro dei nuovi big3, insieme proprio a Carlos e Jannik. E chissà che anche Luca non possa inserirsi in questa cerchia ristretta: “Mi piacerebbe molto, anche se al momento Sinner, Alcaraz e Rune sono i migliori giovani in assoluto e il riferimento per tutti noi. Mi auguro che tra qualche tempo potrò giocare e vincere anche contro di loro”.