Mi scuso da subito con i lettori, ma questa puntata della rubrica tecnica sarà incentrata principalmente sulle immagini, e più che un’analisi sarà una descrizione. Il semplice motivo è che, dovendo andare a osservare da vicino il talento austriaco Dominic Thiem, soprannominato “Dominator”, fresco vincitore dei tornei di Buenos Aires e Acapulco, di particolare da far notare nei suoi fondamentali non c’è praticamente nulla. Il che, già di per sé, costituisce una caratteristica tecnica interessante: un po’ come quando guardiamo il nostro Simone Bolelli, o Stan Wawrinka, giocatori a lui paragonabili come gesti, siamo di fronte a esecuzioni estremamente precise, splendide, e ineccepibili dal punto di vista biomeccanico. Per l’appunto, colpi “da scuola”, di quelli che andrebbero mostrati come esempi ai ragazzini che imparano a giocare. E a ben vedere, la cosa “speciale” che un professionista di alto livello come Thiem riesce a fare è proprio la capacità di produrre tanta potenza e top-spin, oltre che qualità, rimanendo sempre preciso e pulito nella postura, come un maestro di tennis che però invece di palleggiare a 60 all’ora spara catenate super-cariche ai 140, ma senza minimamente scomporsi. Veramente bello, andiamo a vedere i dettagli.
Qui sopra vediamo la fase di preparazione e caricamento del dritto, bella ricerca della palla con la mano sinistra, entrambe le braccia allineate e semidistese. Stance semi-open (adatta al lungolinea), ottimo trasferimento del peso in avanti, notiamo le ginocchia e la rotazione-trascinamento del piede destro.
Qui sopra, l’impatto e le fasi di follow-through, assetto braccio-racchetta di tipo “double-bend”, cioè a braccio flesso, presa semiwestern piena, anzi abbastanza accentuata, molto evidente l’ingresso dell’anca destra in conseguenza della spinta della gamba esterna, e il cosiddetto “unit-turn”, ovvero la rotazione del busto-spalle, a sviluppare un perfetto finale windshield-wiper (a tergicristallo). Gran bella esecuzione, forse – ma forse – solo un minimo macchinosa e con tanta distensione all’indietro, siamo comunque nell’ambito delle caratteristiche tecniche e della predisposizione coordinativa personali, non stiamo certamente parlando di difetti o errori.
Qui sopra, le fasi di preparazione e caricamento del rovescio coperto, da notare la testa della racchetta portata piuttosto alta e abbastanza distanziata dal busto, quindi Dominic va a sviluppare un’ovalizzazione molto ampia e “rotonda”, segnale questo di grande sicurezza e timing istintivo da quel lato. Chiarissimo il deciso passo a “piantare giù” l’appoggio del piede destro, stance semi-chiusa, non completamente ruotata, postura questa tipica anche di Stan Wawrinka. Rilascio della mano sinistra dal sostegno all’attrezzo correttamente eseguito all’ultimo momento, vediamo nel frame a destra l’istante esatto, la palla è già praticamente arrivata al piano di impatto.
Qui sopra, l’impatto e l’accompagnamento finale, sale in avanti il piede sinistro, l’impugnatura è una eastern saldissima con presa di tipo “hammer grip”, indice accostato al medio e pollice a coprire entrambe le dita. Follow-through con articolazione del polso correttamente bloccata a 90°, e braccio sinistro che “esce” verso dietro-laterale allineato al destro, per bilanciare lo swing. Rovescio perfetto.
Qui sopra, vediamo la preparazione dello slice, bello deciso anche qui il passo in ricerca dell’appoggio del piede destro, ottimo caricamento del braccio-racchetta (non alto come Roberta Vinci, ma quello slice lo ha solo lei), ineccepibile l’allineamento delle due braccia, con la mano sinistra sul fusto della racchetta a sostenere l’attrezzo tra pollice e indice.
Qui sopra, impatto dello slice e accompagnamento finale, notevole il contributo del ginocchio avanzato che va correttamente a flettersi fino ad appena sotto il livello della palla, e ottima distensione del braccio-racchetta con attrezzo che finisce orizzontale verso avanti-destra.
Qui sopra, l’approccio e l’aggiustamento della postura in preparazione per una volée di dritto, da sinistra a destra lo step in sospensione, la rotazione di ginocchia e anche verso il colpo, e il perfetto assetto braccio-racchetta un istante prima dell’impatto, con manico decisamente più avanti della testa dell’attrezzo.
Qui sopra, impatto e accompagnamento della volée, ineccepibile nel frame a sinistra l’angolo retto tra racchetta e avambraccio, interessante nello sviluppo finale del colpo il passo a strisciare leggermente in avanti del piede sinistro, contemporaneamente alla caduta verso il basso e alla rotazione ad andare sotto la palla della testa della racchetta, per conferire backspin e dare controllo alla palla. Presa continental o “a martello” da manuale.
Qui sopra, caricamento e swing a colpire della prima palla di servizio. Spinta dei piedi da posizione “platform” o “foot-back” (senza passetto in avanti), da sinistra a destra vediamo “trophy position” con ottima uscita in avanti dell’anca sinistra, ingresso di taglio della racchetta, e buonissimo allineamento all’impatto tra braccio destro, schiena e gambe.
Qui sopra, le fasi di pronazione e flessochiusura del polso sull’avambraccio dopo l’impatto, è interessante vedere il percorso “attraverso la palla” e poi a martellare verso il basso della testa della racchetta, per poi confrontarle con quelle nell’esecuzione della seconda palla in kick.
Qui sopra, caricamento e swing a colpire della seconda palla di servizio, che andrà a sviluppare una grandissima rotazione in kick (o top-spin) verso l’alto-esterno, forse è questo tipo di servizio il colpo migliore in assoluto di Thiem, insieme al gran rovescio. Nel frame a destra, l’istante dell’impatto, si nota molto bene il differente angolo di attacco alla palla della testa della racchetta rispetto al primo servizio, qui Dominic entra da sotto verso l’alto-esterno in modo fantastico.
Qui sopra, infine, il “cuore” di questo tipo di esecuzione, in cui Thiem è uno dei migliori insieme a Dolgopolov. Nel frame a sinistra si può notare come il piatto corde, che ha appena “spazzolato” la palla a velocità altissima, sia rivolto verso l’alto-esterno, rispetto allo stesso frame dell’esecuzione della prima piatta più su la differenza è molto evidente. Nel frame centrale vediamo lo scaricamento massimo verso il basso-destra della pronazione finale del polso, estremamente accentuata e violenta, con gomito che sale fino all’altezza del manico della racchetta. Nel frame a destra, la conclusione del colpo con l’appoggio del piede sinistro buoni 40 centimetri dentro il campo, e ottima postura delle gambe con il cosiddetto “arabesque”, la gamba destra che va alta all’indietro compensando e bilanciando la potente azione in avanti delle spalle e del braccio.
In generale, fondamentali tecnicamente davvero perfetti, Dominic ricorda molto il giovane “Stan The Man”, e se vogliamo addentrarci nel gioco dei paragoni, potremmo dire che Thiem sta a Wawrinka come Dimitrov sta a Federer: potenza da fondo e grandi rovesci i primi due, elasticità fisica e grandi variazioni (con anche migliore “manualità pura”) i secondi, che però hanno anche qualche anno in più. Se nelle prossime stagioni Dominic saprà mantenere il grande livello che ha espresso in queste settimane, e cosa ancora più importante, sarà capace di avanzare almeno un poco la posizione in campo come ha fatto con successo proprio Stan, mi stupirei se non riuscisse anche lui ad arrivare in fondo a qualche Slam, in particolare sul duro e sulla terra battuta. Fermo restando, in ogni caso, che per impensierire seriamente uno come Djokovic ci vuole questo e anche di più: ma il tempo è dalla parte del giovane “Dominator”, che ha ancora tanti anni “buoni” davanti a sè.