Lo shock Sharapova divide il web, ma tra le colleghe della russa cala il silenzio

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Lo shock Sharapova divide il web, ma tra le colleghe della russa cala il silenzio

Le ammissioni di Maria Sharapova hanno spaccato il web, diviso tra i tifosi della seconda chance e quelli che non ne vogliono sapere. Durissimo il commento di Jennifer Capriati, ma tra le colleghe della russa solo Madison Keys ha scelto di rompere un silenzio sempre più assordante

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È arrivata vestita di nero, come in segno di lutto, oltre sette minuti dopo la fine del countdown. Una conferenza annunciata già da qualche giorno. Tutti, addetti ai lavori e non, avevano capito che in ballo c’era qualcosa di grosso, ma nessuno poteva immaginare che Maria Sharapova annunciasse la positività al test anti-doping effettuato durante gli ultimi Australian Open. Il farmaco della discordia è il meldonium, inserito nella lista nera della WADA dal 1 Gennaio 2016: “Ho preso questa sostanza dal 2006, un farmaco chiamato Mildronate, ovvero il Meldonium, a causa di una serie di problemi di salute. Mi ammalavo spesso e avevo una carenza di magnesio dovuta a un principio di diabete ereditario. Quello è uno dei farmaci, insieme ad altri, che mi erano stati prescritti dal mio medico personale. Ho commesso un grave errore e so che ne pagherò le conseguenze”

Ha i muscoli del viso contratti mentre recita a memoria la prima parte del suo breve discorso. Prova a sdrammatizzare: “So che molti si aspettavano che annunciassi il mio ritiro, ma non lo avrei mai fatto in un hotel di Los Angeles, con questo tappeto francamente brutto”. Il tentativo è goffo. La voce è rotta, ma non si inceppa. Butta fuori l’aria dai polmoni dopo aver confessato, libera dell’enorme macigno che da tre giorni, da quanto l’ITF le ha notificato la positività, grava sulla sua coscienza. Dice di aver deluso la sua famiglia, i suoi tifosi, il suo sport e chiosa con una speranza, quella di poter tornare a giocare, di non chiudere così una lunga carriera. Poi ripiega il foglio bianco sul leggio, risponde alle domande dei giornalisti increduli e si congeda con un grazie.

È un pugno nello stomaco. Le reazioni sono come spesso accade di diversa natura. Chi si schiera dalla parte dell’algida proprietaria delle caramelle, come la definì in un articolo su Repubblica Gianni Clerici, dando credito all’ipotesi della semplice, seppur grave negligenza. Chi proprio non riesce a credere alla buona fede della siberiana. La prima a rompere il silenzio sui social network è Jennifer Capriati, che dal suo profilo twitter attacca duramente la Sharapova: “Sono estremamente arrabbiata e delusa. Ho gettato all’aria la mia carriera, ma non ho mai scelto di barare (..) Non ho mai avuto una costosa equipe di medici che mi aiutassero a trovare un modo per aggirare il sistema”. Nessuna delle colleghe della russa le fa eco, mentre l’unica ad inviarle un timido messaggio pubblico di sostegno è Madison Keys: Honest mistake – scrive – elogiandone l’eleganza con cui ha gestito la faccenda.

Per il momento su Maria pende una sospensione provvisoria. L’entità della squalifica, che scatterà dal 12 marzo, è difficile da valutare. La russa ha ammesso di aver assunto il farmaco e non ha avuto bisogno delle contro-analisi, il che depone a suo favore. Probabile quindi che le verranno riconosciute delle attenuanti e che la sospensione non superi i 6 mesi. Sarà ad ogni modo difficile vederla in gara nei prossimi due tornei dello Slam e nella rassegna olimpica di Rio de Janeiro.
Difficile capire se si sia trattato di ignoranza o presunzione. Maria si prende tutte le responsabilità, rea di aver con eccessiva leggerezza trascurato la lettera inviata dalla Wada che le notificava la rubricazione del meldonium tra le sostanze “vietate”. Una verità dura da digerire, ma tant’è. Rimane qualche dubbio, ma sarà bene farsene presto una ragione e convincersi che la versione della siberiana corrisponda al vero. E questo nonostante lo scetticismo che irrimediabilmente gravita attorno alla vicenda.

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