ATP Miami: Novak Djokovic soffre David Goffin e il caldo ma vince. 7° finale a Miami

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ATP Miami: Novak Djokovic soffre David Goffin e il caldo ma vince. 7° finale a Miami

Nella prima semifinale del torneo ATP Masters Series di Miami David Goffin fa gara ad armi pari contro Novak Djokovic che sembra soffrire maggiormente il caldo della Florida ma che nei momenti decisivi tira fuori la classe del numero 1. In finale attende Kei Nishikori per agganciare Agassi a quota sei titoli a Miami

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Fra poco uscirà un editoriale di Ubaldo Scanagatta sullo scottante caso “Rottura Giorgi-Fit”

[1] N. Djokovic b. [15] D. Goffin 7-6(5) 6-4 (Lorenzo Di Candia)

stats djoko goffin

Sembra difficile che il Primo d’Aprile possa riservare sorprese nella prima semifinale di Miami. Del resto è difficile proprio prevederne quando in campo scende Novak Djokovic. Dominatore assoluto di questa stagione, e della scorsa anche, Nole sembra diretto senza troppi problemi verso la conquista del suo sesto titolo a Miami, sarebbe record eguagliato con Agassi, e del suo ventottesimo Master 1000, record assoluto. Djokovic non perde prima della finale in un Mille da Shanghai 2014, quando Federer lo sconfisse per 6-4 6-4. Un dominio così grande, così imponente che non può non generare pareri molto polarizzati e divisi fra ammiratori indefessi e critici incrollabili. Così come fu per Federer, le domande su quanto sia alta la competizione effettivamente contrapposta all’extraterrestre di turno sono inevitabili. Tuttavia la qualità del tennis imposto da Djokovic e l’incredibile continuità dimostrata partita dopo partita, torneo dopo torneo, pongono pochi dubbi sui meriti del numero 1 sulla sua superiorità assoluta.

L’avversario è un giocatore in decisa ascesa: David Goffin, numero 15 ATP, è infatti alla seconda semifinale consecutiva in un Master 1000, dopo quella raggiunta ad Indian Wells. Se in California aveva dovuto sconfiggere un top 5 come Stan Wawrinka, qui ha avuto un cammino tutto sommato più semplice, per quanto il quarto di finale contro Gilles Simon si sia dimostrato un test arduo per il belga. Goffin ha dei colpi puliti, veloci, fluidi che pagano però una leggera mancanza di potenza, dovuta ad un fisico che madre natura ha voluto piuttosto esile. Questa mancanza di potenza ha spesso determinato i vari insuccessi contro i primi della classe. Delle 27 volte in cui ha affrontato un top 10, Goffin ne è uscito sconfitto ben 25. Non fanno eccezione i suoi precedenti incontri contro Djokovic: tre partite, tutte e tre perse. Due le partite disputate sul cemento, entrambe a Cincinnati, una volata via veloce come il vento 6-2 6-0 ed un’altra, l’ultima, ben più combattuta e terminata in tre set.

La semifinale inizia sotto un pallido sole primaverile, che non deve però ingannare: i gradi sono 30 e l’umidità è attorno al 70%. Djokovic inizia al servizio e va subito sotto 15-40, dopo un doppio fallo ed un gratuito di dritto. Nole concede poi un’altra palla break dopo due dritti steccati, ma riesce sempre a risolvere piuttosto facilmente, dimostrando quella solidità indistruttibile nei momenti di difficoltà che lo rendono probabilmente persino più alieno di quello che il suo tennis non lasci già capire. Goffin risponde subito al servizio, chiudendolo a 15 con un ace finale sulla T.  Il gioco è disturbato da un fastidiosissimo elicottero che si aggira sul campo centrale di Miami. L’elicottero è forse più fastidioso per noi poveri telespettatori che per gli attuali protagonisti, che non sembrano poi risentirne più di tanto, almeno dal punto di vista della concentrazione. Nole mantiene infatti piuttosto facilmente il servizio, portandosi sul 2-1, per quanto sembri lontano dalla macchina infallibile in cui si trasforma nei suoi giorni migliori. Il serbo sembra anche muoversi in maniera un po’ macchinosa, chissà forse condizionato dal lieve problema alla schiena manifestato ieri. Goffin finora gioca piuttosto bene, non va in difficoltà nello scambio e non dà troppi angoli al serbo. Il set segue abbastanza fedelmente i servizi, siamo sul 3-2 per Djokovic e le uniche occasioni sono state quelle nel primo gioco. Nel sesto gioco Goffin va sotto 15-30 e viene poi trascinato ai vantaggi. Il migliore scambio della partita, comandato prima di dritto e poi di rovescio da Djokovic ed infine concluso da un passante vincente di dritto del belga, concede a Goffin l’opportunità di portarsi pari nel punteggio. Il numero 15 al mondo non può permettersi però troppi bracci di ferro, perché alla lunga i colpi più incisivi di Djokovic finirebbero per sovrastare fisicamente il belga. Si va al deuce altre tre volte al termine di altri scambi interminabili e pressanti. Nole conquista la sua prima palla break dopo un gratuito di rovescio di Goffin, probabilmente sfiancato dagli scambi precedenti, salvata però da un delizioso lob del belga. Goffin ne deve annullare un’altra, ma dopo 11 minuti riesce finalmente a tenere il turno di battuta: 3-3 e set ancora in equilibrio. Djokovic serve poche prime, e Goffin attacca in modo preciso e puntuale sulla seconda. Il belga si conquista così altre due palle break, ed una risposta di dritto in cross gli permette di portarsi in vantaggio. È per Goffin dunque, piuttosto a sopresa, il primo break della partita ma un passante di rovescio di Nole, due brutti errori di dritto del belga ed uno scambio durissimo portato in cascina da Djokovic ridanno però subito la parità al numero 1. L’impressione è che Nole possa cambiare marcia, mentre Goffin pare essere vicino al suo massimo. Il serbo tiene il servizio a 30 e si riporta avanti: 5-4. Entrambi tengono poi più o meno agevolmente la battuta fino al tiebreak. Sul 3-2 arriva il primo minibreak del tiebreak per Djokovic, dopo un errore di dritto di Goffin. Uno scambio lottato però permette il recupero immediato del belga. Sul 4-4 Goffin ha l’opportunità di portarsi avanti di un minibreak, ma non chiude uno smash sotto rete, Djokovic lo passa con un lob di rovescio sulla riga e lo punisce poi con una demivolee di dritto perfetta. Scambio pazzesco che influisce anche psicologicamente su Goffin, che perde poi lo scambio successivo per stanchezza e distrazione. Due set point per Nole dunque: il primo annullato meravigliosamente da una volee smorzata di Goffin morta poco al di là della rete, ed il secondo conquistato dal serbo grazie ad un altro magico lob di rovescio al termine dell’ennesimo scambio lungo. 7-6 per Nole quindi, che conquista un set duro, giocato a livelli altissimi da Goffin.

Il belga non sembra subire troppo il colpo psicologico, e tiene il servizio anche in apertura di secondo set. Djokovic va ai vantaggi nel quarto gioco, ma riesce a tenere il servizio senza concedere palle break. Nole sembra soffrire fisicamente più del belga le condizioni estreme di Miami, ma riesce comunque a restare agganciato nel punteggio. Sul 3-2 Goffin 40-30 servizio Djokovic, il serbo inciampa sulla caviglia destra e si prende più tempo del solito prima di battere. Arriva il warning, Nole protesta, si arrabbia e ritrova quella forza che sembrava star svanendo: nel settimo gioco arriva finalmente il primo break del set, conquistato a 15, 4-3 per Djokovic. Per Nole è poi un gioco da ragazzi concentrarsi sui turni di battuta e chiudere in grande stile, alzando ulteriormente il ritmo. 7-6 6-4 dunque per il numero 1 al mondo che anche nei giorni in cui le gambe non corrono come al solito, in cui il gioco è fallace, in cui fisicamente non sembra essere al massimo, riesce sempre ad imporsi, mentalmente prima che tennisticamente. Partita di alto livello da parte di Goffin, che raggiungerà il suo best ranking al numero 13 del mondo, e che ha dimostrato di ben comportarsi su questi palcoscenici.

Nole troverà ora Kei Nishikori, pronto a fare la storia. Ancora una volta.

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