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Interviste

Tutti i migliori vogliono David Goffin

Intervista esclusiva a David Goffin realizzata dal giornalista belga Yves Simon per "Sud Presse"

Last updated: 12/04/2016 13:14
By Redazione Published 12/04/2016
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6 Min Read

Intervista tradotta da Laura Guidobaldi

DA MONTECARLO – Tanto di cappello! Dopo gli exploit a Indian Wells e Miami, David Goffin continua ad essere presente negli eventi che contano. Questa settimana, infatti, il belga disputa il prestigioso Masters 1000 di Montecarlo, ovvero l’esordio della stagione sulla terra europea. Parlando di grandi rendez-vous, da mercoledì il tennista di Liegi ha avuto un carnet alquanto nutrito, essendosi allenato con Federer, Murray e, ieri, con Nadal. Tutti quanti? Sì, qualcosa è cambiato per il nostro n. 13 del mondo.

È strano per un giocatore che non è abituato alla mondanità monegasca, con la vista mozzafiato sul Mediterraneo ma a Montecarlo David Goffin si sente come a casa sua. “Sono venuto ad allenarmi qui dopo l’Australian Open e prima della Coppa Davis, grazie a Thomas Johansson che abita qui ormai da vent’anni (l’ex tennista svedese, vincitore in Australia, è entrato nel suo team nel mese di febbraio). Le strutture non erano ancora tutte disposte per il torneo, e del resto ciò suscitava una strana sensazione, ma si tratta davvero di un club e di una regione straordinari, con un clima migliore rispetto al nostro (ndr ieri pomeriggio c’erano 20 gradi) e un cibo eccellente. Sì, potrei venire a vivere qui come hanno fatto molti giocatori, ma per ora non è ancora così“. Ora si tratta di passare alla fase della terra rossa mentre, soltanto dieci giorni fa, disputava la semifinale del torneo di Miami contro Djokovic. “Sì, tutto si è svolto molto rapidamente” afferma David con un’espressione che riflette il momento di grande forma, “È una cosa positiva e negativa allo stesso tempo. Mi sarebbe piaciuto avere un po’ più di riposo perché ho speso molte energie. Ma, d’altra parte, forse è una buona cosa riprendere subito. Sono in fiducia, sono sereno, sicuro dei miei mezzi e delle mie qualità. Il passaggio sulla terra rossa si è svolto molto bene, almeno per quanto riguarda gli allenamenti“.

Ecco, parliamo degli allenamenti. Nel Principato, il nostro n. 1 non ha smesso di allenarsi: Chardy, Murray, Djokovic, Federer, ieri Nadal e, lunedì (giocherà oggi), Tsonga. Sì, tutti i migliori vogliono Goffin. “Non so se gli altri giocatori mi considerano diversamente adesso“, confessa David con la solita modestia “è comunque da un anno che faccio parte della Top 20. Ora ho ricevuto parecchi complimenti da parte loro e vedo che il pubblico mi riconosce più facilmente. Soprattutto qui, dove i vialetti del club sono più stretti. Ovviamente fa piacere. Ma la cosa più importante per me resta quella di poter stare al passo con i migliori del circuito, perché sono loro ad essere sul tetto del mondo del tennis e ad alzare il livello di gioco. Voglio ispirarmi a loro e poter attingere dal loro talento per mantenere il livello”.

Ieri David si è allenato contro il “mostro sacro” Nadal (8 Montecarlo e 9 Roland Garros!), una terra sulla quale lo spagnolo spera di rilanciare una carriera i cui successi stentano a ripetersi negli ultimi anni. “Posso dirvi che due ore di allenamento con Rafa si sentono nelle gambe. Su questa superficie più che su ogni altra, Nadal adora scambiare a lungo e bisogna essere preparati fisicamente altrimenti la sua palla liftata ti sovrasta. Non bisognerebbe mai dare per spacciato Rafa su questa superficie“. Il sorteggio ha riservato un vero e proprio percorso di “guerra” per David che incontra oggi al primo turno Feliciano Lopez (n. 24 del mondo).

“È, forse, il sorteggio più complicato che potessi avere al primo turno ma, a questo livello, non ci osno mai partite facili. È ovvio che sono in fiducia e che se non cerchiamo di vincere partite come queste tanto vale restarsene a dormire… Rimango fiducioso, ma umile e prudente allo stesso tempo. La cosa più importante è mantenere il mio livello di gioco”.

Non potevamo prendere congedo da David senza un omaggio a Julien Hoferlin. Gli trema la voce e gli occhi si fanno lucidi: “È un gran signore che se n’è andato troppo presto. Non l’ho conosciuto così bene come Steve [Darcis] ma è sempre stato presente per sostenermi e incoraggiarmi. Ho pensato che forse avrei giocato con il lutto al braccio martedì… Ma, d’altra parte, ciò non riflette il mio stile. Preferisco ricordarmi di Julien in modo discreto. Tutti erano felici quando stavano in sua compagnia ed è questo che voglio ricordare di lui...”.

Yves Simon


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