Impressioni direttamente dalla Caja Magica, parte quinta

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Impressioni direttamente dalla Caja Magica, parte quinta

Nel giovedì del Mutua Madrid Open a farla da padrone sono i calzettoni dei Bryan, il rapporto fra Rafa Nadal e il tetto del Manolo Santana e la delusione della corrispondente rumena. Il racconto del nostro inviato a Madrid

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Vatti a fidare delle tue compaesane! A causa del forfait di Pavlyuchenkova-Kuznetsova, le russe Ekaterina Makarova ed Elena Vesnina sono arrivate alla Caja convinte di giocare e invece la gioia per la semifinale raggiunta senza sudare è durata un batter di ciglia, finché cioè il coach gli ha trovato in fretta e furia un campo di allenamento all’esterno (e quindi sotto la pioggerellina che ha iniziato a cadere su Madrid). Risolto il primo problema, restavano da trovare due sparring-partner dignitosi ma, si sa, siamo verso la fine del torneo e tra ritiri vari, eliminazioni e poca voglia di fare, gli unici che si sono resi disponibili sono stati il figlio (raccomandato) di un pezzo grosso della società che coordina i volontari e una volonterosa signora di mezza età che ha avuto l’unico torto di essere l’unica, tra le persone in tribuna, a indossare scarpe da tennis adatte per la terra rossa.

Non bastava Laura Siegemund. Impegnati nella sfida di secondo turno contro i polacchi Kubot e Matkowski, i gemelli più famosi della storia del doppio si sono presentati indossando lunghi calzettoni neri sotto i calzini di ordinanza bianchi. Del resto, la pioggia lieve che incombeva in quel momento su Madrid e il relativo freddo giustificavano il ricorso a simili espedienti, anche se, davvero, conciati così i Bryan proprio non si potevano guardare!

Pioggia, come detto, ma non per tutti. Tetto chiuso sui due stadi secondari, rigorosamente aperto sul centrale in vista del match serale fra Nadal e Querrey. Rafa, che qui dentro conta più del re, ha sottolineato che già stava facendo uno sforzo a giocare a quell’ora, figuriamoci indoor. Pare che qualcuno l’abbia anche sentito dire a Tiriac: “Ion, ti avevo avvisato quella volta della terra blu di tenerti per te certe iniziative; adesso non pensare di chiudermi dentro”. E il rumeno, che qui conta più di Dio, ha fatto smettere di piovere.

Sam Stosur, sostenuta dal tifo caloroso dei sedici spettatori sul centrale e dei quaranta giornalisti in sala stampa che attendevano solo la sua vittoria per prendere lo shuttle e tornare in albergo per una volta prima delle due di notte, ha battuto Patricia Maria Tig e si è qualificata per le semifinali. Urla di giubilo e schiamazzi al livello -1 della Caja Magica (dove siamo noi) ma anche grande commozione per il suicidio in diretta della corrispondente rumena che, se vi ricordate, confidando nel miracolo aveva puntato la casa (con dentro il marito, mentre ai figli aveva telefonato di andarsene sul match-point per l’australiana) e tutti i risparmi sulla Tig vincitrice del torneo.

Impressioni direttamente dalla Caja Magica

Impressioni direttamente dalla Caja Magica, parte seconda

Impressioni direttamente dalla Caja Magica, parte terza

Impressioni direttamente dalla Caja Magica, parte quarta

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