T. Pironkova b. [16] S. Errani 6-3 6-2 (da Parigi, Laura Guidobaldi)
Continua il momento difficile, anzi difficilissimo, di questa stagione sul rosso per Sara Errani. Sara subisce la quarta sconfitta di fila sulla terra (dopo Madrid, Roma e Strasburgo con Giorgi n.45 Wta, Watson n.55, Puig n.51, Pironkova n.102) non riuscendo a trovare, per ora, la chiave per ritornare ad essere la tennista competitiva che qui, a Porte d’Auteuil, si è issata in finale nel 2012, in semifinale nel 2013 e nei quarti negli ultimi due anni. Oggi la sua giustiziera è la n. 102 del ranking Tsvetana Pironkova, vittoriosa con lo score di 6-3 6-2 in 1 ora e 20 minuti.
Nonostante la fresca e brillante mise blu elettrico, è una Sara Errani spenta e stanca quella che affronta sul campo 10 Tsvetana Pironkova. La bulgara, semifinalista a Wimbledon nel 2010 ed ex n. 31 del mondo, di solito particolarmente ispirata sull’erba e sul veloce in generale, quest’oggi sfodera comunque un bel tennis, tonico e intraprendente che scardina inesorabilmente le difese della romagnola. Sara ha servito il 91% delle prime palle…ma evidentemente serve troppo piano.
La Pironkova parte decisa e si porta rapidamente sul 2-0. Sembra che Sara faccia fatica negli spostamenti, non sufficientemente rapida sulle gambe e spesso in affanno. La bulgara la fa spostare, cercando di sorprenderla perfino con il back di dritto. La sua corsa prosegue rapida fino al 4-1. L’azzurra si avvicina sul 2-4, lotta, si autoincoraggia ma i troppi gratuiti e, soprattutto, la precisione e la forma migliore di Tsvetana hanno la meglio. La bulgara chiude il primo parziale 6-3 in 36 minuti.
Il secondo set non porta nulla di nuovo all’attuale n. 18 Wta. La Pironkova continua a confondere Sara con il suo martellamento da fondo e con le micidiali palle corte che oggi hanno fatto davvero male all’avversaria. L’italiana cerca di reagire ma, alla fine, è la Pironkova a portare a casa la partita per 6-3 6-2. Tanti i tifosi italiani in tribuna giunti ad acclamare la loro baniamina. Delusi, sì, ma fedeli, non avendo mai smesso di incoraggiarla nel corso del match.
Bilancio alquanto negativo per Sara Errani in questo 2016 che, nonostante il trionfo al Mandatory di Dubai e la semifinale di Charleston, non riesce a trovare lo smalto dei suoi tempi migliori cedendo in tutto otto volte al primo turno dall’inizio della stagione. Ricordiamo che Sarita sull’ocra di Porte d’Auteuil si è issata in finale nel 2012 (persa con Sharapova), in semifinale nel 2013 (persa con Serena 6-0 6-1) e nei quarti negli ultimi due anni (persi con Petkovic e Serena di nuovo).
“Ho bisogno di fare il punto della situazione” ha detto Sara in conferenza stampa. “Prenderò un po’ di giorni per cercare una soluzione al problema che non è solo tennistico. Ma non ne voglio parlare qui, non sarebbe giusto. Ne parlerò con i mio team e vedremo di risolverli insieme“. Alla domanda sul fatto che sembrava stanca e svuotata, Sara ha confermato che “è vero. Se mi aveste vista stamattina in allenamento, avreste detto che stavo bene. Invece, una volta in campo, le cose non vanno. Non so perché”.
K. Bondarenko b. [7] R. Vinci 6-1 6-3 (da Parigi, Davide Zirone)
Niente da fare anche per la terza italiana in programma oggi, Roberta Vinci. La testa di serie numero 7 infatti saluta Parigi subendo un severo 6-1 6-3 da Kateryna Bondarenko.
Sul campo 3 mezzo vuoto, i pochi italiani presenti hanno capito subito che non era giornata. Già dal primo game infatti Roberta concede il break ai vantaggi, giocando palle poco profonde e subendo l’aggressività dell’ucraina. Ma il peggio deve ancora venire, perché sull’1-3 concede il doppio break a zero e sul 5-1, al terzo set point, sbaglia ancora una volta con il dritto e regala il primo set 6-1 dopo appena 22 minuti.
La musica sembra cambiata ad inizio secondo set: Roberta gioca profondo, attacca e ottiene tre break-point. Purtroppo però dall’altra parte la Bondarenko tira un vincente, un ace e finisce per tenere il servizio sull’1-0. La Vinci gioca ad intermittenza: concede il break sul 2-0, lo recupera grazie agli errori dell’avversaria e poi riperde la battuta subito dopo. Nonostante l’ennesimo contro-break – regalato dall’ucraina – Roberta sprofonda sul 5-3 e con tre vincenti la Bondarenko chiude 6-3 la seconda frazione di gioco.
Dispiaciuta ma rilassata Roberta che ai giornalisti ha dichiarato che si “tratta di un momento non bello, difficile e particolare. Passerà. Mi fa male perché non riesco a esprimermi. Forse sono stanca, svuotata, in allenamento sembra che vada bene e poi in partita non va. In realtà la voglia di fare bene poi mi blocca. Dovrei godermi molto di più il momento, che è il migliore della carriera“. Dichiarazioni che assomigliano molto a quelle di Sara. E se Roberta avesse cercato di optare, magari nell’ultima parte della sua carriera, per il rovescio in top? – chiede un giornalista – cosa sarebbe successo? “Mah, con il rovescio in back sono n. 7. Non è detto, magari con quello in top sarei al n. 13″. Poi le ricordiamo che Stan Wawrinka, che certo di rovescio a una mano se ne intende, in Australia in un tweet aveva espresso tutta la sua ammirazione per lo slice di rovescio di Roby. “Eh, vabbé, era perché stavo giocando con la Vekic!” scherza sorridente Roberta.
[5] K. Nishikori b. S. Bolelli 6-1 7-5 6-3 (da Parigi, Roberto Dell’Olivo)
La decima partecipazione consecutiva al Roland Garros per Simone Bolelli dura due ore e due giorni. Dopo un sabato pressoché estivo per la gioia dei tanti bambini accorsi al Roland Garros per la Journèe des Enfants, a Parigi si è tornati in pieno autunno. Pioggia e vento, peraltro freddo, hanno caratterizzato queste prime due giornate di gara e accompagnato il rientro alle competizioni di Simone Bolelli, out da aprile per un problema al ginocchio sinistro, dal forfait di Marrakech contro Borna Coric dopo aver sconfitto Daniel Taro. Da un giapponese ad un altro. Dall’altra parte della rete Kei Nishikori, numero 6 al mondo e 5 del seeding. Un avversario sinceramente fuori della portata di un Simone (sceso al numero 116 ATP) tutto da riscoprire, che peraltro nei due precedenti, entrambi sull’erba di Wimbledon, aveva fatto patire le pene dell’inferno al giapponese, salvatosi in entrambi i casi solo al quinto set. Malgrado il tempo sia alquanto minaccioso si inizia a giocare nella tarda mattinata di ieri.
Pronti partenza ed è subito 6-1 in 26 minuti. Gli anticipi fin dalla risposta di Kei lasciano poco spazio a Simone. Dal 4-1 si gioca anche sotto la pioggia, via via sempre più intensa. Nessuno se ne preoccupa e anche nel secondo set Nishikori sale in cattedra fino al 3-0. Qui Bolelli inizia a tenere qualche colpo in più in campo. Tanto basta per fare finalmente partita. Fino all’interruzione sul 5-4 per il giapponese, ma con battuta nelle mani di Bolelli. La pioggia continua a battere incessantemente per buona parte del pomeriggio, fin quando arriva un’insperata timida schiarita che permette la ripresa delle ostilità, con Bolelli subito a salvare due set point. Alla terza occasione, sul 6-5 per Nishikori, il giapponese chiude la pratica anche del secondo set. Simone appare in difficoltà negli spostamenti laterali, viene costretto dal suo avversario ad andare fuori giri, con diritti tirati tutto braccio, lunghi anche di molto nel tentativo di un vincente, pur di liberarsi dello scambio. E così l’ennesima interruzione per pioggia, sul 2-1 per Kei, senza break, a tenere in vita Bolelli.
Match sospeso e ripreso soltanto oggi. Il campione di doppio di Melbourne 2015 ci prova e mette in difficoltà almeno in alcuni scambi il giapponesi. Sul 3-3 però purtroppo non riesce a concretizzare una palla break, facendosi poi subito strappare il servizio. Nishikori si avvia così verso la fine di questa partita lunghissima, non prima di aver salvato altre due palle break, chiudendo senza scampo con un ace al secondo match point.