Con la sconfitta patita nella prima finale a Parigi della carriera contro l’amico e rivale di tante battaglie Novak Djokovic, lo scozzese numero due delle classifiche mondiali Andy Murray migliora, si fa per dire, un bilancio personale per la verità non molto ambito. Trattasi per l’appunto del numero di finali Slam perse che per il tennista originario di Dunblane si attesta ora a quota 8 su un totale di 10 tentativi. Solo due, pertanto, le vittorie, conseguite curiosamente sotto la guida tecnica di quell’Ivan Lendl che con 11 sconfitte a fronte di 8 vittorie comanda questa particolare classifica di (de)merito. Ricordiamo che Murray, prima di ieri pomeriggio, era già uscito sconfitto per cinque volte a Melbourne e una volta sia a Londra che a New York.
Andy, che può comunque consolarsi per essere entrato nella stretta cerchia dei giocatori capaci di raggiungere almeno una volta l’atto conclusivo in tutti e quattro gli Slam, sopravanza e scalza dal podio proprio il suo giustiziere di Porte d’Auteuil e l’australiano Ken Rosewall, fermi entrambi a quota 8 ma capaci di aggiudicarsi rispettivamente 12 e 8 major. Davanti, in seconda piazza, con un bilancio consuntivo di 10 su 27 c’è lo svizzero Roger Federer. Un gradino più indietro con 7 finali sfortunate e 8 hurrà troviamo gli statunitensi Andre Agassi e Jimmy Connors. Infine, l’altro Fab Four di quest’epoca, Rafa Nadal, “insegue” a quota 6 con 14 titoli già messi in bacheca.
