Ho visto Roger Federer in grandissima forma... ma soprattutto nella conferenza post Marcus Willis

Editoriali del Direttore

Ho visto Roger Federer in grandissima forma… ma soprattutto nella conferenza post Marcus Willis

Super-performance con i giornalisti del campione di 7 Wimbledon. Quando Roger Federer ebbe paura di essere ridicolizzato da Andre Agassi e Pete Sampras. L’andirivieni alla toilette, il balletto all’ingresso sul centre court con Willis

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Guarda il commento di Ubaldo Scanagatta e Peter Flink al day 4 (in inglese)

 

WIMBLEDON – Alla fine non ho proprio saputo resistere e mentre lui usciva dalla main interview room, mi sono voluto complimentare con lui. “Bravo Roger mi sei sembrato in grandissima forma…intendo in questa conferenza stampa eh!” E lui, ridendo: “Ah sì, bene!, grazie, ho cercato di fare del mio meglio!”

La conferenza stampa di Roger è stata, in effetti, spassosa, come poche. Ne potete leggere un estratto qui su Ubitennis pochi minuti dopo la sua conclusione (mentre c’è già la versione integrale inglese che verrà tradotta).

E’ stata particolarmente divertente soprattutto considerato che Roger non è – cito in ordine sparso – né Gulbis, né Ivanisevic, né Roddick, né Safin, né Medvevev, che sono stati i miei top-five delle interviste post match.

Roger era chiaramente di buon umore, certo per aver vinto ma anche per la simpatica atmosfera che si è creata sul centre court, fin dal momento in cui il suo avversario, n.772 del mondo a 25 anni, sempre sorridente e deciso a fare show, si è presentato sul campo con una maglietta griffata RF

Roger ha raccontato ai colleghi della Svizzera francese che prima di scendere in campo qualcuno (Richard Lewis direttore del torneo?) gli ha detto, quasi per metterlo in guardia: “Roger attento, oggi sarà un match particolare, ci potrebbe essere un clima da Coppa Davis, avrai un gran tifo contro…

Certo Roger non c’è abituato, ma qui se lo aspettava. Era preparato. Dall’avviso che gli era stato dato, ma soprattutto per aver seguito un po’ tutta la vicenda Willis cui tutti i giornali Brit qui hanno dato grande spazio per via dei 258 dollari guadagnati in carriera.

Quando piove tanto i giocatori trovano più modo per informarsi. Leggono, guardano la tv.

Alla (mia) domanda che ha aperto la conferenza stampa Roger lo ha detto chiaramente: “Mi aspettavo un’atmosfera così, soprattutto sul campo coperto, ero certo che avrebbe avuto tanti tifosi, che avrebbero cantato…Ero molto preparato

Non sarò adesso a tradurvi tutto, altri lo hanno fatto, ma che Roger sarebbe stato brillante lo si è capito quando rispondendo a chi gli chiedeva se ricordasse di aver mai avuto meno sostegno a Wimbledon ha replicato prontamente: “Di sicuro nel ’99, quando con una wild card sul campo 8 e persi in 5 set (da Jiri Novak…) perchè a nessuno importava nulla di un campione junior. Chissà se c’erano 100 persone… ma erano ancor meno quelle che applaudivano…”

Di quel che ha detto in inglese sapete tutto, ormai, compreso lo scambio di battute con un collega che gli chiedeva se Willis si fosse battuto più e meglio degli undici calciatori inglesi a Nizza contro l’Islanda – qui è stata presa come la nostra sconfitta con la Corea a Middlesbrough – ma in francese ha fatto commenti più personali, rifacendosi alle sue prime esperienze e dimostrando di sapersi immedesimare nella situazione psicologica del suo avversario.

Potreste pensare che per lui fosse facile, ma non poteva esserlo. Giocare sul campo centrale, un sacco di pressione addosso, e poi quei primi 7 games tutti persi, non era facile reagire e invece man mano che il match è proseguito è andato sempre meglio. Quando io mi trovai a giocare per la prima volta nel torneo della mia Basilea, dove avevo fatto il raccattapalle da bambino – Roger aveva appena 17 anni, era il 1998 – ed era un sogno quindi partecipare al torneo…mi toccò Agassi al primo turno. Ero ovviamente felice di poter giocare nel torneo internazionale della mia città così giovane, ero sì orgoglioso ma anche terribilmente preoccupato. Avevo paura di fare una figuraccia, di prendere 6-0 6-0… (perse invece 6-2 6-3; n.di UBS). E anche 3 anni dopo qui a Wimbledon quando dovetti affrontare Sampras ed ero n.15 non ero certo tranquillo” (ma vinse lui e tutti capirono che era nata una stella; n.di UBS)…

Avevo visto solo pochissimi scambi del match giocato da Roger Federer e il “carneade” Marcus Willis n.772 del mondo. Ero infatti andato a vedere Fabio Fognini contro Delbonis sul campo 11 e da laggiù davo di tanto in tanto un’occhiata allo scoreboard che riportava il punteggio del match sul centre court, attratto soprattutto dai fragorosi applausi che sono arrivati da quel campo quando Willis ha rotto il ghiaccio, sullo 0-6 e 0-1, per conquistare il primo game…

Quindi non mi chiedete come ha giocato Federer perchè non saprei dirvelo. Vederlo così rilassato mi ha fatto pensare che forse lui non si aspetta troppo da se stesso. E questo può essere un bene.

Segnalo invece il record “open” delle 30 vittorie consecutive negli Slam di Novak Djokovic, la rivincita di Thiem su Florian Mayer che lo aveva battuto ad Halle (non al Queen’s e non a Stoccarda come pare ci sia sfuggito nel video), vi rimando per tutto il resto ai due video registrati con Roberto Salerno e con Steve Flink nella home inglese, alla spiritosa intervista concessa anche da Willis.. perchè oggi ho preso tanto di quel freddo che francamente non ce la faccio più ad andare avanti. Sapendo che i miei critici più esigenti troveranno mille appunti da farmi. Pazienza, sopravviverò.

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